Cari Missionari: ancora di «apparizioni», e poi di «nei cieli» e altro

Lettere di lettori con (possibile) commento del Direttore |


A proposito di apparizioni e di scritti di Maria Valtorta

Sfogliando la rivista di marzo ha attirato la mia attenzione l’articolo che tratta di apparizioni e veggenti. Ora, nessuno pretende che la Chiesa dia con facilità il suo benestare a fatti soprannaturali che richiedono tempo, verifiche, ed anche un pizzico di umiltà; tuttavia, è innegabile, e pare non essere una mera coincidenza, il fatto che le frequenti apparizioni della Vergine si verifichino in un periodo storico particolarmente difficile a persone semplici, talvolta illetterate, anziché a teologi o uomini di Chiesa. La presenza della Mamma che cammina con noi, che ci consola ed esorta a «fate quello che Egli vi dirà», rafforza la necessità di credere sempre più fermamente nella centralità di Cristo nella vita del suo popolo. Per quanto riguarda la collana del «Poema dell’Uomo-Dio» di Maria Valtorta, che mi era stata consigliata da un sacerdote negli anni ’90, posso dire che la sua lettura mi ha avvicinata ancora di più, se possibile, al Vangelo. Con osservanza e gratitudine, e con preghiera di pubblicazione,

Pasquina Angheben – 13/03/2018

[…] perché nella posta dei lettori sotto il titolo «A proposito di apparizioni e veggenti», il rev. don Paolo Farinella, ha toni così duri e drastici nei confronti di apparizioni della Madonna, comprese quelle riconosciute «che dicono sempre le stesse cose ormai da secoli…», e poi contro Maria Valtorta citando ben due divieti del Santo Uffizio, ma tralasciando l’autorizzazione ufficiale di Pio XII che il 26 febbraio 1948 ha dichiarato all’Editore Emilio Pisani: «Pubblicate quest’Opera così come sta, senza pronunciarvi a riguardo dell’origine straordinaria o meno di essa: chi legge, capirà»?

Qui appare evidente un conflitto molto grave tra l’autorizzazione del Papa Pio XII e il Santo Uffizio, che può pericolosamente dividere i credenti lettori della Valtorta. Suggerisco sia bene esaminare la questione direttamente col Centro Editoriale Valtortiano […].

A me le pubblicazioni della Valtorta hanno fatto un bene grandissimo, senza entrare in conflitto col Vangelo, né con l’autorità della Chiesa. I suoi libri li avevo acquistati tutti e continuo a leggerli da anni: non sono una nuova rivelazione, ma un dettaglio delle pagine dei Vangeli per renderci più forti di fronte alle assillanti provocazioni e tentazioni che il demonio quotidianamente ci pone. Riconoscendo il Bene ricevuto, sarei dunque io fuori della Chiesa? e le ormai migliaia di lettori sparsi nel mondo sarebbero anche loro tutti fuori della Chiesa? sarebbe un male enorme. […] Cordiali saluti

Graziano Grua – Torino, 10/03/2018

Gent.mo Direttore,
non è nella mia natura fare polemiche, né perdere e far perdere tempo in tal senso. Tuttavia, quanto descritto sulle opere valtortiane in MC di marzo merita, per verità, di essere rettificato e completato. Tali opere e la loro autrice non hanno subito nessuna condanna né stroncatura definitiva da parte della Chiesa.

Anzi, l’allora arcivescovo Mons. Dionigi Tettamanzi, (in una lettera ufficiale come Segretario generale della Conferenza episcopale italiana all’editore dei volumi, ndr) il 6 maggio 1992 precisa che «Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un’eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le “visioni” e i “dettati” in essi riferiti non posso­no essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l’Autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù».

Questo va detto, anche per giustizia nei confronti dei tanti estimatori che nelle opere valtortiane hanno trovato e trovano motivi significativi di edificazione spirituale. Tutto questo sempre all’interno della Chiesa e senza nulla voler togliere alle fondamenta del Vangelo.

Gianluigi Martini – 10/03/2018

Caro direttore, posso aggiungere anch’io qualche riflessione? Premetto: non sono un esperto di apparizioni mariane né di Maria Valtorta, ma uditore. Perché tanta acidità di don Paolo riguardo alle anche odierne apparizioni mariane? La Madre della Consolazione avrà qualcosa di urgente da dirci, non crede? Altrimenti dobbiamo pensare che una qualche «emanazione proveniente da non si sa dove» fa cose senza senso da almeno due/trecent’anni, razionalmente parlando. A dire il vero, anche Mosè, Noè, Elia, Isaia, tantissimi altri compresi i Santi, hanno ricevuto apparizioni e rivelazioni, private e pubbliche. La stessa Maria allora giovanissima, Giuseppe suo sposo (si ricorda? «…in sogno gli disse “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria”» Mt 1,20-21. In sogno, pensi! […]

In quanto a Maria Valtorta […], nell’articolo suddetto vedo imprecisioni. La chiesa non si è espressa due volte ma tre:

  • Decreto del Sant’Uffizio del 16 dicembre 1959, giustificato con un articolo su L’Osservatore Romano del 6 gennaio 1960;
  • Lettera del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede del 31 gennaio 1985;
  • Lettera del Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana del 6 maggio 1992.

Tutti e tre i suddetti documenti non denunciano neppure un errore in materia di fede e di costumi, che è la sola materia nella quale la Chiesa può pronunciare un giudizio di condanna.

Il primo documento era, invece, di condanna, e lo affiancava un articolo giustificativo che si sviluppava in quattro parti. Chiunque può leggere nel suddetto sito (quello dell’editore dei libri di Maria Valtorta, ndr) le 35 righe al riguardo. Molto precise, leggermente canzonatorie. Li capisco. Li dentro ci sono le famose ponderate motivazioni (non prese alla leggera).

Non dimentichi che l’Index (Indice dei libri proibiti) è stato abolito, pur mantenendo la sua validità morale. […] Sia chiaro che il di allora (31 gennaio 1985) prefetto (e mi onoro di essere suo ammiratore, anche e soprattutto come Papa) Ratzinger, nella sua informativa all’arcivescovo di Genova, card. Siri, bene ha fatto a squillar la tromba «al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti». A me e a tantissimi altri, di tutto il mondo ormai, l’avvertimento non serve. Non facciamo parte di quella credo sparutissima cerchia. Ammesso che non sia nel frattempo svanita nel nulla.

Vede caro direttore che, come scrive infine lei, i volumoni sono serviti eccome! Hanno aiutato perfino le missioni, no? Buona Pasqua a tutti

Emiliano Vettori – Rovereto, 18/03/2018

 

Abbiamo pubblicato qui le parti più rilevanti di alcune email ricevute dopo la pubblicazione in queste pagine della risposta di Paolo Farinella circa «apparizioni e veggenti». Grazie a chi ci ha scritto.

Preciso subito che non abbiamo nessuna questione aperta con il Centro Editoriale Valtortiano e che non è nostra intenzione far guerra ad apparizioni e veggenti. Anche luoghi di apparizioni molto discutibili (potrei citarne più di uno) sono diventati luoghi di autentica devozione e preghiera una volta riportati nel seno della vera comunione con la Chiesa. Le vie di Dio e della Madre del Signore sono davvero infinite.

Quanto alla questione sollevata dal nostro testo di marzo, la risposta si trova proprio in quanto scritto dai nostri lettori, quando citano l’intervento del cardinal Dionigi Tettamanzi, che, in veste di vescovo segretario della Cei, scrisse all’editore dei libri di Maria Valtorta che quegli scritti «non posso­no essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie». Questo vale per i testi in questione, come per altri che hanno spopolato o continuano a spopolare oggi.

Dove ci sono le vere apparizioni, quelle riconosciute dalla Chiesa – come Fatima e Lourdes -, le parole attribuite a Maria, la Madre di Gesù, stanno in pochi fogli e non hanno bisogno di volumi.

Permetteteci (oso parlare anche per Paolo Farinella!) allora di sentirci a disagio quando leggiamo che «Gesù ha detto» o «Maria ha ammonito», o cose simili. Rendo lode al Signore perché ha ispirato e ispira persone a scrivere cose belle su di Lui, su sua Madre, sulla sua Sposa, la Chiesa. Possono fare tanto bene, perché così il messaggio della Parola del Vangelo viene reso accessibile a ciascuno secondo la sua sensibilità e capacità. Il buono e il bello si prendono da tutti, anche da chi non crede.

La «Parola di Dio», però,  è una cosa, mentre i commenti, le letture spirituali, i colloqui spirituali, le storie romanzate, i video e i film sui Vangeli sono un’altra. Lo Spirito Santo soffia in molti modi, anche oggi, per aiutarci a capire e vivere nel nostro tempo la Parola di Gesù.


Che significa «nei cieli»?

Al prete Paolo Farinella, […] i suoi articoli sulla preghiera sono tutti molto interessanti. Quello su «Pregare Dio senza dargli riposo» (MC, marzo 2018) è molto bello. Le dico come la penso io: sarei certamente ateo (o agnostico) se non fosse che c’è il Vangelo di Gesù. È solo per questo motivo che sono un «cristiano dubbioso». Detto tutto questo, vorrei venire alla mia domanda che riguarda la preghiera principe, cioè il Pater noster. In questa preghiera c’è due volte la parola «cielo», una volta (al plurale) come luogo in cui sta Dio, e una volta come luogo in cui la volontà del Padre viene fatta. La mia domanda è: che cosa è questo cielo / cieli? Le invio cordiali saluti.

Carlo May – 17/03/2018

Risponde Paolo Farinella.

Caro Sig. Carlo,
la parola «cieli» deve essere intesa e letta nel senso della cosmogonia orientale che è tripartita: il cielo (alto), la terra (piatta) e gli inferi (sottoterra). La si trova anche nella struttura della Divina Commedia.

Di conseguenza «Padre nostro che sei nei cieli» (plurale in greco) è equivalente di «Dio altissimo». «Sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra» è una espressione idiomatica semitica che per esprimere la totalità di qualche cosa la comprende tra due «estremi opposti», in questo caso «cielo e terra» per dire sempre (significato temporale) oppure ovunque / dappertutto (significato locativo). Poiché Dio è creatore di tutto, cioè del «cielo e della terra», la sua volontà (di salvezza) non può essere estranea al mondo creato, cioè al cielo, alla terra e al sotto-terra.

Per dire che una persona deve pregare sempre si dice «quando siedi e quando ti alzi», o anche «quando entri e quando esci», che significa «in ogni momento» dell’attività quotidiana.

Si usa anche l’espressione Regno di Dio, usata da Marco e Luca che parlano a cristiani non provenienti dall’ebraismo. Al contrario Matteo predilige l’espressione Regno dei cieli perché parla ad Ebrei divenuti cristiani. Il significato è lo stesso, ma nel secondo caso, Matteo, usa il modo ebraico di utilizzare parole alternative per non nominare il nome di Dio. Di conseguenza «Regno dei cieli» è usata per non nominare il nome di Yhwh-Dio, come era usanza al tempo di Gesù e ancora oggi. L’espressione non ha niente a che vedere con re, regine, principi e baroni, essa significa nel Nt «un nuovo modo di relazionarsi nell’accogliere il progetto del nuovo mondo proposto da Gesù con l’annuncio del Vangelo», per cui è un invito a noi a cambiare mentalità, modalità di stili di vita e aprirci alla prospettiva di Dio che vuole aiutarci a modificare radicalmente i rapporti interni all’umanità. Tiri lei le conclusioni davanti alla povertà, agli immigrati, all’emarginazione, ai bisogni dei sempre più poveri. Il resto è superfluo.

Un caro saluto, sperando di essere stato chiaro.

Paolo Farinella, prete


«Dio è donna»

Ho letto con molto interesse l’articolo «Crateùs, dove Dio è donna», pubblicato in MC di marzo […]. Il titolo mi ha riportato a uno spettacolo singolare a cui avevo assistito nel dicembre 1999 in Karnataka, nel profondo sud dell’India, dove stavo vivendo una straordinaria esperienza in un lebbrosario.

Una giovane suora mi chiese se mi sarebbe piaciuto assistere ad una rappresentazione, interpretata da giovani seminaristi, in cui si voleva dimostrare come Dio, uomo nell’immaginario comune, potesse in realtà essere tutto e il contrario di tutto. Intelligenza Suprema, termine femminile, perché non donna? Per carità, quei giovani seminaristi, ovviamente tutti maschi, ce la misero tutta per rendere credibile questa ipotesi, anche se non tutto era facilmente comprensibile, poiché alcuni brani erano recitati in lingua locale. Ma in quel Dio, in abiti europei, pesantemente truccato per accentuarne la femminilità, avrei avuto non poche difficoltà a credere. Cordiali saluti

Mario Beltrami – 06/03/2018


Tra Pil e Grecia malridotta

Un suggerimento per l’ottimo Gesualdi: durante la Belle Époque nessuno sapeva cos’era il Pil, e del debito pubblico non si sapeva bene l’ammontare, perché la maggior parte era irredimibile, cioè si pagavano solo gli interessi e il capitale mai: chi ne aveva bisogno, vendeva il suo titolo di “rendita” in borsa. Eppure, col debito pubblico si armavano eserciti e marina, si dotavano le città di fogne e acquedotti, si costruivano ferrovie, porti e strade.

Grecia: si, certo, sono malridotti. Ma ci sarebbe da capire perché il Portogallo, che ha più o meno gli stessi abitanti, sembra uscito dalla crisi e loro no. Forse perché la Grecia ha sempre mantenuto un esercito spropositato e avevano il vizio a ogni elezione di assumere migliaia di dipendenti pubblici senza neanche dargli un ufficio, perché non c’era lavoro, ma solo lo stipendio in premio del lavoro elettorale. E perché nei supermercati non vediamo mai roba greca e, quando c’è, è piuttosto cara. E quanto del debito pubblico è stato destinato al colossale furto delle Olimpiadi da parte degli impresari greci

Claudio Bellavita – 07/03/2018


In moto per la Mongolia

Agosto 2018. Per tre brianzoli quest’anno le vacanze non saranno solo svago e relax, ma diventeranno il momento per concretizzare un impegno di solidarietà.

Progettando un viaggio nel fascino della sterminata Mongolia, Gianni Cagnetta, Sigfrido Martinelli ed Edoardo Casiraghi hanno conosciuto padre Giorgio Marengo e hanno capito il vero senso della loro partenza.

Non poteva non toccare il loro cuore il progetto di un italiano come loro, che tanto sta costruendo in un luogo così lontano.

E i brianzoli, si sa, anche quelli d’adozione, non conoscono altro modo per fare le cose: farle e farle bene.

Skype e mail fanno sentire tutto a portata di mano, padre Marengo è dietro un video che racconta e in un attimo diventi parte della scena. Una realtà dai colori così vivi non può non chiamarti ad essere protagonista.

Così, detto e fatto: le moto partiranno un mese prima, con una spedizione dedicata su un camion. Centauri e destrieri si ritroveranno a Ulan Bator da cui inizieranno il periplo di seimila chilometri attraverso la Mongolia per raggiungere poi Arvaiheer e la missione, dove resteranno una settimana.

Intanto è partita la macchina organizzativa. La pagina dal titolo «La motocicletta: un diario, una passione, una missione», è attiva su Facebook per raccogliere consensi e compagnia nella fatica, ma soprattutto i fondi per arredare la scuola materna di Arvaiheer. E allora, avanti insieme.

Le donazioni potranno essere effettuate sul conto di Missioni Consolata Onlus (vedi pag. 83) specificando «in moto da padre Marengo». Grazie.

Maria Elisa Borrelli – 28/03/2018




Lettere dai lettori: cari missionari

Bombe italiane in Yemen

Riguardo agli ordigni prodotti in Sardegna, venduti all’Arabia Saudita e usati dalla coalizione a guida saudita per bombardare lo Yemen, il ministro Roberta Pinotti ha assicurato che l’Italia ha osservato scrupolosamente tutte le norme nazionali e internazionali in materia di produzione e vendita di armi. Io dico invece che la differenza tra un sistema democratico e una dittatura la fa anche la disponibilità ad ammettere i propri errori, la fa anche la voglia di chiedere scusa, la fa anche il desiderio di rimediare ai danni fatti, più o meno consapevolmente, più o meno legalmente.

Uberto Zumpanesi
31/12/2017

Gambo, Etiopia

Buongiorno, io e mio marito siamo appena tornati da un viaggio in Etiopia del Sud, dove abbiamo avuto l’opportunità di stare tre giorni alla missione di Lephis Forest, Ospedale di Gambo. È stata un’esperienza straordinaria, anche se non era la prima volta che visitavamo una missione africana. Vogliamo soprattutto ringraziare Abba Alvaro che, nonostante tutto il daffare che ha, ci ha dedicato il suo tempo prezioso per accompagnarci all’ospedale e alla fattoria. Anche i due volontari italiani presenti e l’infermiera Gabriella ci hanno fatto sentire a casa, ed è stato bello brindare all’anno nuovo alle 20,30 (prima che il generatore si spegnesse dato che il governo non è troppo attento ai bisogni della zona e la corrente è un optional). A breve invieremo una piccola offerta: ci sono tante spese, non guasterebbero dei pannelli solari e delle galline per la fattoria, utili per le uova che sono carissime e servono per nutrire i molti bambini del reparto di pediatria dell’ospedale! Ancora grazie e cari saluti.

Gianna Masoero  e Guido Porta
05/01/2018

Permacultura

Sono un vostro abbonato da anni e vi posso dire che la vostra rivista missionaria è una delle più interessanti che arrivano in casa. Ho letto sul numero di novembre l’articolo «Una prospettiva per guardare il futuro». Un articolo interessante i cui contenuti andrebbero giustamente diffusi in ogni comunità. Vorrei però fare un appunto, se mi permettete, non ho trovato nessun accenno alla nostra alimentazione (riduzione o eliminazione delle proteine animali) non solo per il nostro benessere ma per il benessere di tutti i fratelli del mondo e del pianeta Terra. Una proposta interessante nata negli anni Novanta è la campagna dei «Bilanci di Giustizia».

Il mio sogno da anni è che questi argomenti siano presi a cuore dalle nostre comunità cristiane e inseriti in un vero cammino di fede e di amore dei fratelli. Tanti saluti e buon lavoro.

Daniele Engaddi
10/01/2018

Abbiamo inoltrato l’email all’autrice dell’articolo che ha risposto subito.

Gentile Daniele,
in primis La ringraziamo per essere un fedele lettore e per aver mostrato interesse verso l’articolo incentrato sulla Permacultura. Proprio perché lo scritto, in particolare, verteva sulla progettazione, conservazione consapevole degli ecosistemi e su quelle tecniche agricole più rispettose degli equilibri degli habitat del pianeta, non abbiamo ritenuto opportuno aggiungere un argomento così vasto e complesso come quello dell’alimentazione.

Il rapporto tra tutela dell’ambiente e riduzione/eliminazione delle proteine animali è indubbio, ma questo sarebbe necessario approfondirlo in un altro articolo e uno solo non sarebbe nemmeno esaustivo. Ringraziandola ancora per la sua attenzione, porgiamo cordiali saluti.

Silvia C. Turrin
11/01/2018

Grazie

Caro padre,
non smetta di scrivere e punzecchiare le nostre anime! Io scrivessi come penso, sarei già radiato! Si vede che lei ha superiori più clementi. Tutta la vostra rivista è un dono per noi in questo tempo in cui «anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare».

Don Vincenzo F.
15/12/2017

A proposito di apparizioni e veggenti

Caro Direttore,
[…] nel numero di novembre 2017 avete ospitato la risposta di don Paolo Farinella ad una lettera pervenuta. Sono rimasto basito! È sicuramente degna di rispetto la posizione di don Paolo, ma che un sacerdote parli in questo modo delle apparizioni di Maria, beh, sinceramente fa male; credo che se il beato Giuseppe Allamano avesse visto questa «ospitata» non ne sarebbe rimasto affatto contento… […] Fa veramente male sentire parlare così da parte di sacerdoti delle apparizioni di Maria e mi ha fatto male vedere pubblicato sulla rivista questa posizione.

Benedetto N.
13/12/2017

Prima del sig. Benedetto anche un altro lettore aveva scritto sull’argomento, «sconsolato» dalla stessa risposta, chiedendomi di inviare a don Farinella la sua email (da non pubblicare) nella quale, a sostegno del suo pensiero, citava diversi passaggi dai Quaderni della mistica Maria Valtorta. Don Paolo ha risposto immediatamente con una email che ho inoltrato subito al lettore interessato.

Tenendo conto però dell’importanza dell’argomento, mi permetto di riportare qui la risposta di don Paolo, omettendo tutte le parti più personali. Le scritte tra parentesi quadre sono redazionali per rendere comprensibile il testo nei punti omessi o tagliati.

Ecco la risposta di Don Paolo Farinella.

[…] Rispondendo a una lettera di una lettrice [in MC 11/2017 p.6] scrivevo letteralmente: «Mi dispiace deluderla, io non mi occupo di apparizioni. […] Non capisco queste apparizioni di Madonne che dicono sempre la stessa cosa, ormai da secoli, solo per la soddisfazione di chi dice di avere avuto messaggi personali. Sto con la Chiesa che non mi obbliga a credere ad esse, nemmeno a quelle riconosciute come Fatima o Lourdes. Infatti un cattolico che affermasse: “Io non credo alle apparizioni della Madonna di Fatima o di Lourdes” non sarebbe meno cattolico di chi afferma di credervi». Questa è la posizione ufficiale e costante della Chiesa.

Lei [dissente dalla mia posizione e], per dare forza alla sua critica, cita un passo della Valtorta da «I Quaderni» del 1943, come se fosse «Parola di Dio».

Mi permetta di dirle sinceramente che mi cadono le braccia perché se siamo ancora alla Valtorta, significa che la Chiesa ha ancora un lungo cammino da fare sulla via della purificazione dall’idolatria. La Valtorta non dice nulla di diverso di tutte le altre pseudo e sedicenti apparizioni mariane, come fossero fotocopie e invano papa Francesco ripete, riguardo a Medjugorje, che «la Madonna non è una postina». Se siamo ancora a questo punto, è stato vano il concilio Vaticano II, a cui mi attengo scrupolosamente perché è il magistero più alto della Chiesa cattolica. I Padri conciliari hanno posto rimedio a una stortura teologica che poneva la Madonna al di sopra di Dio stesso anche pastoralmente (prima del concilio ogni domenica c’era una festa della Madonna, cui si sacrificava il senso dell’ottavo giorno in sé, memoriale della Pasqua, della morte e risurrezione del Signore). Il concilio ha posto Cristo al centro della vita, della spiritualità, della preghiera, della liturgia, della morale, e ha ricollocato Maria al suo posto, quello splendidamente descritto da Dante: «Vergine Madre, figlia del tuo Figlio», diversamente Maria non è la Madre di Gesù, ma un idolo separato perché più comodo da gestire, anche a livello sentimentale.

Quanto alla Valtorta […] sappia che, in questo modo, lei si pone fuori della Chiesa che ha condannato due volte quelle fantasiose e romanzate visioni definendole pericolose per la fede. Il 16 dicembre 1959, dall’allora Sant’Uffizio, i volumi usciti furono inseriti nell’«Indice dei libri proibiti» e il 6 gennaio 1960 «L’Osservatore Romano» li definì: «Una lunga prolissa vita romanzata di Gesù… Anzitutto il lettore viene colpito dalla lunghezza dei discorsi attribuiti a Gesù e alla Vergine SS.ma», e aggiunge che è tutto l’opposto dei Vangeli, dove regna la sobrietà.

Evidentemente la condanna ufficiale della Chiesa, quella cui la Madonna della Valtorta dice di ubbidire, ma alla quale la visionaria non ubbidì affatto, non bastò se il 31 gennaio 1985 il card. Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione della Fede (ex Sant’Offizio), dovette dare la stroncatura definitiva.

Dopo avere ripreso e confermata la condanna del 1959, concluse: «Avendo poi alcuni ritenuta lecita la stampa e la diffusione dell’Opera in oggetto (Il Poema dell’Uomo Dio, ndr) … non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione di un’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione può arrecare ai fedeli più sprovveduti (sottolineatura mia) … Joseph cardinale Ratzinger». La condanna si estende a tutti gli scritti della Valtorta. […]

Paolo Farinella
06/12/2017

A questo proposito, ricordo che quando iniziai a lavorare in questa rivista nei primi anni Ottanta, trovai in redazione un intero scaffale pieno di libroni di centinaia di pagine dai titoli come questi: «Lo Spirito Santo parla al cuore di…», «La Madonna ai suoi diletti figli», «Le rivelazioni di Gesù a…» e via dicendo. Ricordo di aver tirato fuori il Vangelo tascabile che portavo con me. La piccolezza di quel libricino – che pure aveva rivoluzionato il mondo – a confronto con quei volumoni era impressionante. Tenni il Vangelo. I libroni finirono nel container della carta per le missioni.

Da Roraima: fratel Carlo Zacquini

I mezzi di comunicazione mi permettono di mantenere con una certa regolarità contatti con molte persone. Mi considero molto fortunato di annoverare un numero piuttosto grande di veri amici che si interessano sovente della mia salute e delle mie attività, e in modo speciale poi degli Yanomami e dei popoli indigeni nel Brasile.

Mi sento un po’ incapace di alimentare – come sarebbe mio dovere – questa catena di persone che sempre si chiedono e mi chiedono se possono fare qualcosa per le finalità a cui mi dedico. Come è difficile poter rispondere con chiarezza; come è difficile fare chiarezza anche dentro di me su quel che sarebbe meglio fare!

Ho l’impressione che in questi ultimi tempi l’attività principale che svolgo stia prendendo una bella piega. In un modo o nell’altro, al momento siamo già in quattro persone fisse a lavorare al Centro di Documentazione Indigena (Cdi). Sembrano molte, ma … pur volendo dedicarci esclusivamente a questo lavoro, per ora siamo lontani dal riuscirci.

Certamente non è per mancanza di lavoro! Ultimamente abbiamo dovuto fare una pausa nelle attività più importanti, non perché stiamo prendendola alla leggera, ma, come sovente capita da queste parti, per le difficoltà e gli imprevisti che ci obbligano a ridurre la velocità dei nostri passi.

Abbiamo sempre più materiale importante che non ci sta nell’attuale edificio che ospita il Cdi. Ci è stato offerto altro materiale da varie parti per arricchire la nostra documentazione. Questo vuol dire che altre persone e enti hanno notato l’importanza del Cdi, e stanno dando credito alle nostre intenzioni e iniziative. Alcuni ci suggeriscono anche di guardare avanti con fiducia e ottimismo, includendo anche altre attività che per ora non sono previste. Io credo che dovremo andare avanti con prudenza, ma anche con fiducia nella Provvidenza. Essa ci farà vedere al tempo giusto come proseguire.

Certamente non sarà mai facile competere con gli avversari dei popoli indigeni; né possiamo illuderci di trasformare i popoli indigeni in società perfettamente adattate a resistere a tutti gli attacchi mossi contro di loro. Sta a noi tutti fare la nostra parte, e dare a loro i mezzi migliori per farsi le ossa!

La situazione attuale di invasione della Terra Indigena Yanomami da parte dei cercatori d’oro è veramente brutta. Si parla di varie migliaia di invasori che portano con sé violenza, droghe, corruzione di minorenni, contaminazione col mercurio, trasmissione di malattie veneree, impunità! Il villaggio degli indigeni isolati è accerchiato ormai da almeno tre gruppi di garimpeiros che hanno già sparato almeno a uno di essi.

Guardando un po’ oltre, è palese lo sfacelo della giustizia a tutti i livelli; e gli esempi più sconvolgenti vengono dalle più alte autorità del paese. Oltre 60mila morti violente in un anno; caos nei servizi pubblici (sanità, scuola, prigioni, …).

Nel nostro piccolo, nella discarica di immondizie della città di Boa Vista, a metà ottobre, sono stati trovati più di cento bambini che vi lavoravano, cibandosi anche di rifiuti.

Adesso la discarica è controllata. Ma durerà?

Con l’afflusso di decine di migliaia di venezuelani (si parla di settantamila, tra cui un buon numero di indigeni Warao e altri) che fuggono dalla violenza, dalla miseria e dalla fame vera e propria, si accentua la situazione di caos negli ospedali, negli ambulatori medici, nelle scuole, col contrabbando, nelle prigioni, …

Pare che anche la natura voglia collaborare al caos; recentemente ci sono già stati almeno 60 casi di bagnanti aggrediti da piranha nelle spiagge del rio Branco, a Boa Vista. Alcuni esperti hanno suggerito che la causa potrebbe essere l’inquinamento delle acque.

Guardandoci attorno si ha l’impressione che si voglia distruggere il pianeta per favorire una piccola minoranza.

Le statistiche dicono che gli otto «uomini» più ricchi del mondo sono padroni di ricchezze maggiori di quelle della metà degli uomini, e 800 milioni di esseri umani fanno la fame.

In Brasile si producono enormi quantità di cibo (granaglie, carne, caffè, frutta, vini) usando con abbondanza diserbanti tossici proibiti in Europa (Combate Racismo Ambiental, 28 nov. 2017). Buona parte di questi cibi va a finire sulle vostre tavole. Tempo fa, ho suggerito che si organizzasse un boicottaggio ai prodotti alimentari provenienti dal Brasile. Chi non lo ha fatto, probabilmente si è alimentato con pericolosi veleni.

Le mie e le nostre speranze sono rafforzate dalla vostra indefessa attività in favore dei popoli indigeni e di altri dimenticati dagli uomini. Con affetto e riconoscenza,

Fratel Carlo Zacquini
da Boa Vista, Roraima, Brasile, 07/12/2017

Le 99 pecore

Carissimo Direttore,
nel riprendere in mano il n.10 del mese di ottobre, ho letto la lettera di Andrea Sari e la sua risposta in un giorno non penso casuale (martedì 12 dicembre). Nel commentare le letture del giorno  (il Vangelo di Matteo 18,12-14 che ricorda il pastore che lascia le 99 pecore per cercare quella perduta), il nostro curato ci ha lasciato questo bel pensiero: «Il Signore non è che abbandona le 99 pecore per cercare quella perduta perché sa che il gregge non si allontanerà dal posto dove le ha lasciate. Le 99 sono consapevoli di essere al sicuro e non vanno in cerca di pericoli, mentre quella perduta non era cosciente dei pericoli che poteva incontrare abbandonando il gregge». Ecco, con questo spirito don Luciano ci ha invitati a «sentirci vicino il Signore» anche quando sembra che si allontani per ricercare la pecorella smarrita. Penso che senza tanti lunghi ragionamenti valga l’invito del nostro curato di «vivere con serenità il nostro rapporto con il Signore in ogni momento della giornata» anche quando il Signore si allontana.

Pino Candiani
parrocchia di Loreto,  Bergamo, 12/12/2017