Radio Nepoko

Cari missionari,
ho letto sul numero di dicembre della rivista che la Radio Nepoko, territorio di Wamba (RD Congo), è in cerca di finanziamenti per continuare ad operare.
Faccio presente che la Missione di pace delle Nazioni Unite in Congo (Monuc, di cui sono stato funzionario a Bunia e Kisangani), finanzia dei progetti denominati Quips (quick impact projects), per l’ammontare massimo di 15 mila euro. È solo necessario presentare una domanda su apposito formulario e attendere per l’approvazione circa 5-7 mesi.
Vi consiglio di informare i vostri confratelli presenti sul territorio, affinché possano contattare l’ufficio della Monuc competente per territorio di Wamba (credo sia Kisangani, oppure in seconda battuta Bunia)… Ovviamente i Quips possono essere concessi anche per altre iniziative.

Torino

Ferdinando Lajolo




Nonna esemplare

Cari missionari,
sono diventata nonna per la seconda volta e desidero farvi partecipi della gioia della mia famiglia per la nascita di una bambina, battezzata il 15 gennaio scorso col nome di Miriam Chiara Margherita. Grazie al cielo, può contare sull’amore dei genitori e della sorellina Ester, su 4 nonni e tre bisnonni.
Pertanto rinnovo l’offerta per un’adozione a distanza a favore di padre Paolo Angheben… Rimarrà per Miriam ed Ester come un ricordo ed esempio per crescere con l’animo aperto alla missione.

Rovereto (TN)

Maria Sottoriva Angheben




Purtroppo, le guerre continuano

Caro direttore,
sono in possesso di una copia della vostra rivista Missioni Consolata e precisamente il numero monografico di ott-nov. 2003 dal titolo «La guerra, le guerre». La conservo con molto riguardo perché la ritengo uno strumento unico, insostituibile, di una chiarezza e completezza senza eguali. Ogni tanto la riprendo per ricordare cause ed effetti di alcune situazioni di conflitto.
Nel complimentarmi per l’ottimo lavoro, vorrei chiedervi se da allora ( settembre 2003) non avete più prodotto un numero così o un aggioamento del citato; purtroppo la guerra continua, in questi ultimi 2 anni ne sono successe di tutti i colori. Qualora fosse disponibile le sarei grato se mi indicasse come e dove procurarmelo…

Eesto Scalco




«Le mani sul Congo»

Egregio direttore,
ho letto con molto interesse il numero speciale «Le mani sul Congo» (ott-nov. 2004). Vi ho trovato una fedele trascrizione della realtà congolese e una corretta interpretazione della situazione politica, sociale ed economica.
Sono un ex ufficiale pilota dell’aviazione militare dell’ex Zaire e rifugiato politico in Italia per 13 anni (1984/1997). Durante il mio esilio ho collaborato con Amnesty Inteational per il rispetto dei diritti umani violati dal regime di Mobutu; sono molto soddisfatto del mio soggiorno in Italia. Di ritorno al mio paese, sono stato designato Direttore generale dell’immigrazione, ma sono stato sospeso e sto attendendo da più di 18 mesi dal capo dello stato la soluzione del mio caso.
Il suo editoriale «Un paese esemplare» ha per me un significato molto importante, perché fa comprendere al popolo congolese e alla comunità internazionale la giusta via per far trionfare la pace nel mio paese. Poiché è scritto in italiano, i congolesi non possono venie a conoscenza e per questo motivo l’ho tradotto e vorrei utilizzarlo nel libro che sto scrivendo e che sarà presto pubblicato. Vista l’importanza dell’articolo, vorrei utilizzarlo come conclusione del libro stesso.
L’intero popolo congolese e io saremo molto felici se vorrà accettare questa mia proposta. Avrei il piacere di inviarle altri libri che ho scritto sia durante il mio esilio, sia negli ultimi anni nel mio paese…
Grazie per l’attenzione.

Pierre Yambuya L. Kibesi




Egregio direttore

Egregio direttore,
siamo Nino e Teresa De Riz, amici di Pierre e della Consolata. Siamo stati a Kinshasa nell’estate del 2002 e 2004, ospiti della parrocchia San Mukasa. Abbiamo trascorso dei giorni indimenticabili con i bambini della «colonie de vacances» e con la gente della parrocchia e lunghe serate altrettanto indimenticabili con padre Nestor a discutere di Congo e congolesi, di politica, di sviluppo e di pace. Dandoci la buona notte, e ridendo, ci dicevamo: «Anche stasera abbiamo risolto i problemi del Congo», ben consapevoli che la nuova giornata avrebbe sconvolto ancora una volta le nostre idee.
Abbiamo più volte incontrato padre Stefano, che amava dire: «Qui vi servono solo tre cose: pazienza, pazienza, pazienza».
L’estate scorsa siamo stati ospiti di padre Matthieu a Gibuti; assieme abbiamo visitato le comunità di Addis Abeba, Asella, Modjo. Nel lontano 1993 abbiamo conosciuto a Kampala padre Antonio Rovelli.
Siamo stati noi a dare il dossier a Pierre (ne abbiamo distribuiti un po’ dappertutto).
La salutiamo e ringraziamo

Sospirolo (BL)

Nino e Teresa De Riz




A proposito di soia

Mi congratulo per il bel servizio su Roraima (M.C. 12/2005). Un complimento particolare a Silvia Zaccaria. Poche ore dopo aver letto l’articolo, ho visto e ascoltato Silvia su Rai3, nella rubrica Geo & Geo (21 dicembre 2005).
Silvia e la conduttrice hanno ricordato le figure di Chico Mendes, di cui ricorreva il 17° anniversario della morte, e di suor Dorothy Stang, la missionaria statunitense trucidata il 23/1/05 dai sicari legati al giro dei grandi latifondisti e allevatori di bestiame, che non tolleravano il suo impegno per lo sviluppo sostenibile. Alla fine della trasmissione hanno parlato del ruolo che le piantagioni di soia giocano nella scomparsa della foresta amazzonica.
È appunto sulla soia che volevo rivolgervi alcune domande.
1 – Ci si può definire «innamorati del Brasile», «solidali con i popoli dell’America Latina», «favorevoli a una politica di equità sociale nel rispetto degli ecosistemi», se si continua ad accettare dal mercato beni prodotti nel più totale dispregio dei diritti e doveri dell’uomo e delle leggi della natura? È sincera la condanna del neoliberismo e della sua arroganza, quando manca la determinazione a ribellarsi ai nuovi capricci e alla moda consumistica dell’ultima ora, quale è appunto la moda della soia?
2 – Non era già abbastanza alta la febbre dell’oro e altri metalli più o meno «preziosi»? Non era abbastanza la foresta sacrificata per far posto al caffè, cacao, canna da zucchero, tabacco, banana, ananas? C’era proprio bisogno di sacrificarne altra per far diventare il Brasile primo produttore mondiale di un legume che, rispetto a tanti altri, non è né più buono, né più sano, né più nutriente?
3 – Può la dietetica fare a pugni con l’etica? Il boom della soia (compresa quella geneticamente modificata) in Brasile e Argentina non è anche la conseguenza della superficialità, della frivolezza dei consumatori occidentali e comunque convertiti allo stile di vita occidentale?
Non è una vergogna che a queste persone importi così poco sapere che per produrre la «bistecca» di soia che trovano al ristorante o al supermercato, è stata rasa al suolo una foresta, è stato irrimediabilmente inquinato un lago, pregiudicato il futuro di una comunità indigena e tanti uomini, donne e bambini sono stati uccisi o ridotti in schiavitù?
Non è una vergogna consumare soia brasiliana e argentina, quando è arcinoto che delle famose proprietà «ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti, antiossidanti…» possedute dalla soia sono dotati anche altri legumi che crescono benissimo nei paesi del vecchio mondo e potrebbero essere prodotti in quantità molto maggiori (ceci, fagioli, lenticchie, piselli…), senza alcun bisogno di abbattere foreste pluviali, sradicare popolazioni indigene, prosciugare bacini naturali (o creare bacini artificiali che sommergono migliaia di chilometri quadrati di vegetazione), di costruire speciali vie di comunicazione transcontinentale, di avvalersi delle subdole tecniche dell’ingegneria genetica caldeggiate da Monsanto e C.?

Urbino

Stefania De Tigris




TANTI ELOGI…

Spett. Rivista,
sono una fedele abbonata a Missioni Consolata. Il vostro numero di ottobre-novembre 2005 è fatto benissimo ed è molto interessante. È possibile ricevere in contrassegno una seconda copia? Vorrei fae dono a una suora di mia conoscenza, che si occupa di situazioni di disagio sociale.
Rinnovo i miei più vivi complimenti. Grazie!

Maria V. Pellanda




TANTI ELOGI…

Caro Padre,
grazie per le copie della rivista che mi ha inviato. È veramente bella, piena di informazioni utili. Sono stata a Frascati per un convegno dove c’erano circa 300 studenti di scuole superiori, i quali dovrebbero fare un progetto di ricerca su questa tematica delle nuove schiavitù. Ho lasciato agli insegnanti 3 copie e sono stati felicissimi, perché saranno a loro di grande aiuto.
Le altre le tengo di riserva e le distribuisco con parsimonia. Sono troppo preziose. Grazie ancora.

Roma

Suor Eugenia Bonetti




TANTI ELOGI…

Gentile Redazione,
prima di tutto il mio apprezzamento per il vostro bellissimo lavoro. Mi piace molto la vostra rivista sotto molti aspetti: per i contenuti, la struttura, la semplicità, il coraggio, i temi, l’apertura a 360° sul mondo intero. Ho invitato molti amici ad abbonarsi e chi l’ha fatto apprezza molto il vostro lavoro.
Una menzione particolare per i numeri monografici, sempre di una completezza che fa intendere quanto lavoro e studio ci siano dietro, ma anche quanta passione. Vi auguro di continuare bene il vostro lavoro, accogliendo lo Spirito del Signore e mettendo a frutto i suoi doni.
Vorrei donare l’abbonamento alla vostra rivista a un amico, includendo anche l’ultimo numero monografico (segue nominativo e indirizzo).
Grazie e cordiali saluti.

Prato

Carlo Faggi




TANTI ELOGI…

Il vostro numero monografico di ottobre-novembre è eccezionale. Lo sto facendo girare tra le mie conoscenze e spero che anche loro si abbonino alla vostra rivista.

Mirella De Gregorio