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Il presidente argentino Javier Milei viene spesso descritto come un economista di successo. E tale egli stesso – spaccone per natura – si ritiene. Lo «scandalo Libra» ha intaccato pesantemente la sua immagine «vincente», anche se – come sempre accade – lui e il suo governo hanno immediatamente proclamato la propria estraneità ai fatti e addossato la colpa ai nemici.
La vicenda inizia venerdì 14 febbraio. Quel giorno Milei pubblica sul suo account di X, la piattaforma social dell’amico Elon Musk, un tweet che pubblicizza una nuova criptomoneta denominata Libra (si scrive $Libra), emessa da una società privata chiamata Kip Protocol.
«L’Argentina liberale – scrive il presidente – cresce!!! Questo progetto privato sarà dedicato a promuovere la crescita dell’economia argentina finanziando piccole imprese e startup argentine. Il mondo vuole investire in Argentina». Il messaggio si conclude con il consueto grido di battaglia, tanto populista quanto grossolano: «Viva la libertad, carajo!» (traducibile con «Viva la libertà, dannazione»).
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La criptomoneta attira migliaia di investitori (si parla di 40mila). Nel giro di pochi minuti, $Libra passa da un valore di frazioni di centesimo a 4,97 dollari per unità. Tuttavia, questa crescita è di breve durata. Solo poche ore dopo (circa undici), la criptovaluta subisce un forte e rapidissimo calo, precipitando a 0,19 dollari, lasciando un pugno di soggetti con un incasso di cento milioni di dollari e la gran parte degli investitori con perdite considerevoli. Insomma, un disastro finanziario propiziato dal tweet presidenziale che, infatti, viene cancellato.
Milei non è un neofita del settore, essendo da sempre un sostenitore di un’economia «tokenizzata», cioè fondata sulle criptovalute (un mondo nel quale si sta cimentando anche il presidente Usa Donald Trump). Anche per questo, l’opposizione argentina ha denunciato il comportamento del presidente. Sono state aperte inchieste per frode e corruzione. In mezzo allo scandalo, Milei ha prima concesso un’intervista televisiva (canal Todo Noticias) «sistemata» ad hoc e poi, il 20 febbraio, è partito per l’ennesimo viaggio negli Stati Uniti. Dove, all’assise dell’estrema destra (Conservative political action conference, Cpac), ha subito incontrato il suo «idolo» (copyright del quotidiano Pagina12) Musk al quale ha regalato una motosega, simbolo (buffonesco) del suo mandato presidenziale.
Durissimo il commento di padre José Auletta, raggiunto in Argentina: «Dallo scorso novembre la Commissione episcopale della pastorale sociale sta spingendo perché si approvi il progetto di legge sulla ludopatia. Ebbene, secondo me, le criptovalute sono un gioco d’azzardo di alto livello, che alla fine diventano una tentazione che imbriglia e invoglia anche i “piccoli”, grazie all’esempio che viene dall’alto, addirittura dal presidente della nazione. È così – conclude il missionario – che si salva l’Argentina da una situazione economica tanto complicata?».
Paolo Moiola