Congo Rd. Il Rwanda alla conquista di Goma

Esercito ruandese e ribelli dell’M23 attaccano la città

Campo di sfollati nei pressi della città di Goma. Immagine del 2023. (Foto Christophe Mutaka)
Repubblica democratica del Congo
Marco Bello

 

La città di Goma, capitale provinciale del Nord Kivu, è da ieri pomeriggio, domenica 26 gennaio, sotto assedio da parte dei cosiddetti ribelli antigoverantivi M23 e dalle truppe regolari del Rwanda (3-4mila uomini). Militari ruandesi e ribelli hanno occupato diversi quartieri della città, compreso l’aeroporto che è stato saccheggiato e, al momento, risulta inagibile anche ai voli umanitari. Tutte le strade di accesso a Goma sono bloccate.

In città sono sempre presenti anche truppe congolesi delle Fardc (Forze armate della Rdc). Nel momento in cui scriviamo la città non è ancora caduta completamente ma alcuni centri di controllo sono in mano ai ribelli e si spara in diversi quartieri. Intanto alcuni reparti della Monusco, missione di peacekeeping delle Nazioni Unite (riconfermata il 20 dicembre scorso), sono stati attaccati dall’M23 nei giorni scorsi, e hanno subito perdite di alcuni caschi blu.

Goma conta circa un milione di abitanti, più un milione di sfollati dal resto del Kivu, causati della guerra in corso da almeno tre anni (nella sua ultima fase), che vivono in campi profughi intorno alla città. Dopo i primi attacchi, molti sfollati sono fuggiti verso la città, dove la popolazione è senza acqua ed elettricità.
«Siamo sotto le bombe» ci scrive da Goma un abitante. «Sono chiuso in casa con la mia famiglia». Intanto giungono video girati con il cellulare di sparatorie e gente che fugge.
La frontiera con il Rwanda (Gisenyi) è chiusa o, meglio, non ci sono funzionari di frontiera. Da parte ruandese autobus aspettano per evacuare il personale umanitario delle Nazioni Unite. Abitanti della città, fin da ieri, hanno tentato ugualmente il passaggio per fuggire da bombe e sparatorie. Il centro urbano arriva praticamente in prossimità della frontiera. Il passaggio pare sia stato bloccato a partire da domenica sera.

La prigione di Munzenze ha preso fuoco, e migliaia di detenuti sono fuggiti.
Si rischia una ulteriore crisi umanitaria con centinaia di migliaia di profughi che cercheranno rifugio nei paesi della regione.
Il presidente del Kenya, Wlliam Ruto, ha convocato un incontro straordinario della Comunità degli stati dell’Africa dell’Est per mercoledì 29 gennaio, al quale dovranno partecipare il presidente del Rwanda, Paul Kagame, e quello del Congo Rd, Félix Tshisekedi.

Domenica 26 si è tenuta una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Cs), dedicato al precipitare della situazione nel Nord Kivu.
La ministra degli esteri del Congo Rd, Thérèse Kayikwamba Wagner, ha chiesto al Cs di emettere delle sanzioni nel confronto del Rwanda, che sta a tutti gli effetti, invadendo il territorio del paese sovrano confinante. La ministra ha anche chiesto un embargo totale sui minerali esportati dal Rwanda, come oro e coltan, che sono estratti illegalmente nell’Est del Congo.
Per la prima volta il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha nominato il Rwanda nel chiedere che vengano ritirate le sue truppe dal territorio congolese: «[…] profondamente preoccupato per l’escalation della violenza […] chiedo che le Forze ruandesi di difesa di interrompere il loro sostengo all’M23 e ritirarsi dal territorio congolese».
Per parte sua, Kigali continua a negare al presenza dei propri militari oltre confine.
A Goma, la situazione rimane estremamente volatile, e gli scontri sono tuttora in corso.

Per un approfondimento sul Congo Rd si veda qui.

Marco Bello

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