Resta in carcere, con accuse pesantissime, l’attivista e difensore dei diritti umani Moussa Tchangari, segretario generale dell’Ong nigerina Alternative espaces citoyens (Aec).
Tchagari è stato prelevato la sera del 3 dicembre, a casa sua, da uomini in abiti civili ma armati, probabilmente elementi dei servizi segreti, senza mandato d’arresto. Il suo computer e il telefono sono stati sequestrati.
Tchangari è poi ricomparso, due giorni dopo, in detenzione presso locali dei servizi di lotta antiterrorismo e la criminalità organizzata.
Non è l’unico che ha subito questo trattamento da quando, dopo il golpe del 26 luglio 2023, sono al potere i militari del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp), diretto dal generale Abderramane Tiani, attuale capo di stato. Le libertà sono state drasticamente ridotte e la società civile, ma anche ogni voce dissonante con la giunta al potere, è presa di mira.
Dopo un mese senza avere contatti con i famigliari, il 3 gennaio Tchangari è stato condotto davanti al giudice d’istruzione che lo ha incolpato di pesanti capi d’accusa, tra i quali: attentato alla sicurezza dello stato, associazione terroristica, attentato alla difesa nazionale e combutta con potenze nemiche. L’attivista è stato, dunque, traferito alla prigione di Filigué, città a 180 km a Nord Est della capitale Niamey.
Qui, il giorno 5 gennaio ha finalmente potuto incontrare la moglie e alcuni stretti collaboratori, tra i quali il giurista Mamane Kaka Touda .
Organizzazioni della società civile nigerine e internazionali si sono mobilitate in suo favore. Amnesty International, Humans Rights Watch e la Federazione internazionale dei diritti dell’uomo (Fidh) hanno chiesto la sua liberazione immediata.
Hassatou Ba Minté, resposabile Africa delle Fidh, ha sottolineato come la repressione dei difensori dei diritti umani e dei militanti pro democrazia è in forte aumento in tutti i paesi dell’area. Ha voluto ricordare come sia contro produttivo, per i governi, considerare la società civile come un nemico interno.
Missioni Consolata ha incontrato a più riprese Moussa Tchangari nel suo ufficio di Niamey e ha pubblicato diverse sue interviste e testimonianze.
Tchangari, fondatore nel 1994 di Alternative espaces citoyens, è un uomo integro, un militante senza compromessi. È rimasta una delle poche voci critiche del regime di Niamey e degli altri stati golpisti del Sahel, Mali e Burkina Faso che, nel settembre 2023, si sono uniti in un blocco di cooperazione militare, politica ed economica, l’Associazione degli stati del Sahel (Aes, sigla in francese).
Abbiamo contattato Mamane Kaka Touda, che ci ha confermato: «Sono andato a visitare Moussa ancora sabato scorso (18 gennaio, ndr). Sta bene e il suo morale è alto, ma non abbiamo nessuna idea di quando potrà essere liberato».
Moussa Tchangari è forte della consapevolezza che nessuna minima prova potrà essere trovata per confermare i capi d’accusa che gli sono stati addebitati.
Marco Bello