I campi sono gialli. Secchi. Da febbraio non piove. Neanche una goccia sull’Africa australe. La siccità si è diffusa lentamente. I raccolti sono stati bruciati. I bacini idrici si sono svuotati e anche le centrali idroelettriche sono ferme o viaggiano a ritmo ridotto. La siccità in Zambia, Zimbabwe e Malawi, i Paesi più colpiti, è un problema ricorrente, ma quest’anno le tre nazioni si sono trovate a far fronte a condizioni particolarmente dure, le più dure da 40 anni.
Le cause principali della siccità sono legate a fenomeni climatici globali come El Niño, che altera i modelli di pioggia, e al cambiamento climatico, che sta aumentando la frequenza e la gravità delle siccità. L’insicurezza alimentare è una delle conseguenze più gravi, con milioni di persone che si trovano a fronteggiare la fame e la malnutrizione. Inoltre, l’impatto economico è significativo, con perdite agricole, aumento dei prezzi degli alimenti e pressioni sulle risorse idriche che aggravano le già fragili economie.
In Zambia, la siccità, secondo i dati forniti dall’autorità governativa, ha colpito più di 6 milioni di persone, di cui la metà bambini. La carenza di piogge ha avuto un impatto significativo sulla produzione agricola, soprattutto nelle regioni meridionali, in particolare sulla coltivazione del mais, che è un alimento base per gran parte della popolazione. La mancanza di acqua ha anche influito sulla produzione di energia, poiché il Paese dipende fortemente dall’energia idroelettrica. La diga di Kariba, una delle principali fonti energetiche del Paese, ha visto un drastico calo dei livelli d’acqua, portando a interruzioni di corrente e razionamenti. L’azienda elettrica nazionale ha chiesto all’autorità dell’energia di poter aumentare le bollette del 156%.
Anche lo Zimbabwe è stato duramente colpito, con conseguenze devastanti sull’agricoltura e sulla sicurezza alimentare. Il Paese, già afflitto da una decennale crisi economica, ha visto un ulteriore peggioramento della situazione a causa della scarsità di acqua. La siccità ha colpito duramente la produzione agricola, in particolare le coltivazioni di mais, portando a carenze alimentari diffuse. Ciò ha causato un forte aumento dei prezzi alimentari che ha spinto l’inflazione alimentare sopra al 60%. Circa 2,7 milioni di persone nelle aree rurali sono minacciate dalla fame. Anche in Zimbabwe la scarsità d’acqua ha anche compromesso la produzione di energia idroelettrica rendendo più cara la bolletta.
Pure in Malawi, la siccità ha compromesso la produzione di mais, che è la principale fonte di cibo e reddito per la maggior parte della popolazione. Ciò ha portato a un aumento della fame e della malnutrizione, soprattutto nelle aree rurali. Inoltre, la siccità ha colpito la disponibilità di acqua potabile e la capacità del Paese di generare energia elettrica, poiché gran parte della sua elettricità proviene da impianti idroelettrici. Circa 9 milioni di persone necessitano ora di assistenza, la metà sono bambini.
I governi di Zambia, Zimbabwe e Malawi, insieme alle organizzazioni internazionali, stanno cercando di affrontare la crisi con varie strategie. Il Programma alimentare mondiale e l’Unicef stanno intervenendo con aiuti alimentari e supporto nutrizionale, soprattutto per i bambini più vulnerabili. Tuttavia, la frequenza crescente di questi eventi climatici estremi suggerisce che la siccità diventerà una sfida sempre più ricorrente, richiedendo soluzioni a lungo termine e un supporto internazionale più consistente per rafforzare la resilienza delle comunità locali.
Enrico Casale