Somalia ed Eritrea: sempre più amiche

Le dinamiche complesse e non sempre chiare nel Corno d’Africa

Il presidente della Somalia Hassan Sheikh Mohamud, maggio 2023. (Photo by Hassan Ali Elmi / AFP)
Somalia, Eritrea
Enrico Casale

 

Somalia ed Eritrea sono sempre più amiche. La loro alleanza si è fatta, negli ultimi anni, sempre più solida, suggellata da un ottimo rapporto personale tra i due presidenti, l’eritreo Isaias Afwerki e il somalo Hassan Sheikh Mohamud.

Domenica scorsa i due leader si sono visti ad Asmara, la capitale eritrea, per una sessione di colloqui bilaterali. Questa è stata la seconda visita del presidente Mohamud in Eritrea quest’anno e la sesta da quando è salito al potere nel maggio 2022.
Il ministro eritreo dell’Informazione, Yemane Meskel, ha scritto su X che l’incontro di è stato «ampio» e nel corso di esso i due leader hanno discusso di questioni regionali, inclusa la lotta della Somalia contro i militanti di al-Shabaab, milizia jihadista legata ad al-Qaeda che da anni controlla ampie porzioni del territorio somalo. Nel loro incontro, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa somala Sonna, sono anche stati affrontati «importanti temi regionali e globali», senza però fornire ulteriori dettagli.

Al di là dei contenuti specifici dell’incontro del fine settimana, Eritrea e Somalia hanno interessi comuni a livello regionale che stanno rafforzando la loro amicizia. Il primo e, forse, il più importante di questi interessi è il contenimento dell’influenza etiope nel Corno d’Africa. Negli anni scorsi, il presidente eritreo Isaias Afewerki ha stretto i rapporti con il premier etiope Abiy Ahmed. Il riavvicinamento ha portato a un miglioramento dei rapporti tra i loro due Paesi, rapporti che erano stati molto testi a partire dalla guerra tra Eritrea ed Etiopia combattuta dal 1998 al 2000. Il sodalizio tra il presidente eritreo e il premier etiope ha portato le truppe eritree a schierarsi a fianco di quelle di Addis Abeba nella guerra civile che si è combattuta in Tigray (2020-2022). La pace tra il Fronte popolare di liberazione del Tigray e il governo federale etiope siglato a Pretoria ha imposto un cessate-il-fuoco tra le parti, ma le truppe eritree, schierate sul confine, hanno continuato e continuano a occupare porzioni di territorio etiope (quelle rivendicate dal 2000 al termine della guerra tra Asmara e Addis Abeba).
È chiaro che l’Eritrea ha interesse a mantenere alta la pressione sull’Etiopia per poter continuare a occupare queste aree.

In questa crisi, la Somalia ha svolto un ruolo che, per molti versi, rimane misterioso. Di sicuro c’è che molti soldati somali sono stati inviati ad addestrarsi in Eritrea. Fonti citate dai media somali hanno testimoniato che molti di questi militari sono poi stati impiegati nei combattimenti in Tigray e alcuni di essi sarebbero morti. Tesi negata dalle autorità di Mogadiscio. È però un fatto che reparti somali sono ancora in fase di training nelle caserme eritree.
D’altra parte anche la Somalia ha interesse a tenere alta la tensione con l’Etiopia. L’accordo firmato recentemente tra Addis Abeba e il Somaliland, che prevede che quest’ultimo ceda un porto all’Etiopia in cambio di un possibile riconoscimento diplomatico di Hargeisa (capitale del Somaliland), ha scatenato una crisi tra l’Etiopia e la Somalia. Il presidente Hassan Sheikh Mohamud e il suo premier Hamza Abdi Barre hanno dichiarato che l’intesa è una aperta violazione della sovranità della Somalia e hanno dichiarato nullo l’accordo. La tensione con l’Etiopia è cresciuta, nonostante truppe etiopi siano in Somalia a fianco di quelle somale per contrastare la milizia fondamentalista al-Shabaab.
La visita di Hassan Sheikh Mohamud ad Asmara rischia quindi di buttare benzina sul fuoco in un contesto già caldo, non solo per i cambiamenti climatici.

Enrico Casale

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Enrico Casale
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