Addio Yacouba Sawadogo, argine al deserto
Il 3 dicembre scorso, all’età di 77 anni, è morto Yacouba Sawadogo. Agricoltore burkinabè, Sawadogo è diventato famoso per avere applicato alcuni metodi di lotta contro la desertificazione a partire dagli anni Ottanta.
Nella provincia Yatenga, nel nord del Burkina Faso, gli effetti dell’avanzata del deserto e dell’inaridimento dei suoli costringono, ancora oggi, i contadini a lasciare i campi.
Una grande siccità tra il 1980 e l’83 aveva colpito duro, e fatto migrare molte persone verso sud. Yacouba Sawadogo decise di attaccare il problema. Recuperando tecniche ancestrali, come lo zai e le dighette anti erosive, migliorandole e lavorando duramente, è riuscito, in alcuni decenni, a ricreare una foresta di circa 40 ettari. Quest’area si trova a Gourga, il suo villaggio, non lontano da Ouahigouya, capoluogo della provincia.
Iniziò a intervenire per la preservazione del suolo contro l’erosione, e per produrre cibo (miglio e sorgo sono i cereali coltivati in queste zone). In seguito piantò alberi, e favorì la presenza di uccelli e piccoli animali, creando così un polo di biodiversità del Sahel.
Yacouba decise poi di curare le persone, utilizzando essenze ed erbe da lui coltivate, e fu riconosciuto come curatore tradizionale dal ministero della Sanità del Burkina Faso.
Scoperto da una Ong, il suo lavoro è stato presentato negli Usa, e in seguito, nel 2010, Mark Dodd ne ha fatto un documentario: «L’uomo che fermò il deserto».
Yacouba ha vinto il «Right livelihood award», noto come il premio Nobel alternativo, nel 2018, e, poco dopo, l’Onu lo ha insignito del premio «Campioni della terra».
Al di là delle onorificenze , Yacouba si è preoccupato di fare in modo che il suo lavoro non venga perso. Per questo ha formato uno dei suoi figli e ne ha fatto studiare un altro.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Yacouba Sawadogo nel 2016, e raccontare la sua storia in questo articolo su MC.
Con Yacouba Sawadogo se ne va un grande uomo, che senza proclami altisonanti, ha reso migliore il pianeta.
Marco Bello