Il Madagascar avrà un presidente francese?
Giovedì 16 dovrebbe tenersi il primo turno delle elezioni presidenziali in Madagascar. Il condizionale è d’obbligo, in quanto un collettivo di dieci candidati dell’opposizione chiede di rinviarle, perché non ci sarebbero le condizioni. Il secondo turno è previsto per il 20 dicembre.
Il caso è scoppiato a giugno, quando indiscrezioni giornalistiche hanno rivelato che il presidente Andry Rajoelina, candidato alla rielezione, ha ottenuto la nazionalità francese. Per le leggi malgasce perde quella del suo paese, per cui non potrebbe ricandidarsi. Rajoelina era già stato presidente dal 2009 al 2014, prendendo il potere con un colpo di stato, e poi dal 2019 a oggi.
Si è così innescato un braccio di ferro che vede contrapporsi il presidente e i dieci candidati del «collettivo 10». Questi denunciano che l’Alta corte costituzionale e il Consiglio elettorale nazionale indipendente (Ceni) sarebbero asserviti allo stesso Rajoelina.
Da ottobre, contro la celebrazione delle elezioni, il collettivo sta animando manifestazioni che sono state represse dalle forze di sicurezza. Alcune decine di manifestanti sono state feriti e altri arrestati.
Il 9 novembre, la presidente dell’Assemblea nazionale, Christine Razanamahasoa, che sta tentando una mediazione tra le parti, appoggiata da una parte della società civile, leader religiosi e sindacati ha chiesto ufficialmente una sospensione dell’appuntamento elettorale. Rajoelina l’ha subito accusata di voler fare un golpe istituzionale ed è andato avanti con la campagna elettorale.
Oltre a quelli del «collettivo 10», c’è un altro candidato, Siteny Randrianosoloniaiko, intenzionato a restare nella corsa elettorale.
Stando così le cose, se i malgasci andranno al voto, sarà molto probabilmente il presidente in carica Rajoelina a vincere. Anche se francese.
Marco Bello