Il clima secondo Francesco
«Settembre 2023 è stato il settembre più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 16,38°C, 0,93°C al di sopra della media di settembre del periodo 1991-2020 e 0,5°C al di sopra della temperatura del settembre più caldo precedente, nel 2020. […] Settembre 2023 è stato anche il settembre più caldo mai registrato per il continente europeo, con 2,51°C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020 e 1,1°C in più rispetto al 2020, il precedente settembre più caldo». Così scrive il bollettino di Copernicus, l’organizzazione scientifica di monitoraggio della Terra dell’Unione europea, uscito lo scorso 5 ottobre.
Nei giorni in cui Copernicus rilasciava il suo drammatico rapporto, papa Francesco presentava la Laudate Deum, l’esportazione apostolica che può essere vista come una prosecuzione ideale dell’enciclica Laudato si’ del 2015. Si tratta di un testo – 73 punti divisi in 6 capitoli – in cui il pontefice non solo esterna le sue preoccupazioni sulla crisi climatica, ma sferza il comportamento dell’uomo. Scrive Francesco al punto 2: «Con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti».
L’esortazione non dimentica il Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop 28), in programma a Dubai (Emirati arabi uniti) dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. «Se c’è – si legge al punto 58 – un sincero interesse a far sì che la Cop 28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica».
Il papa esorta i potenti senza fare sconti. «Speriamo – scrive al punto 60 – che quanti interverranno siano strateghi capaci di pensare al bene comune e al futuro dei loro figli, piuttosto che agli interessi di circostanza di qualche Paese o azienda». E alla società nel suo insieme dice: «Non ci sono – scrive al punto 70 – cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali, senza una maturazione del modo di vivere e delle convinzioni sociali, e non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone». Ma non dimentica chi sta muovendosi nella direzione giusta. «Gli sforzi delle famiglie per inquinare meno – dice al punto 71 -, ridurre gli sprechi, consumare in modo oculato, stanno creando una nuova cultura. Il semplice fatto di cambiare le abitudini personali, familiari e comunitarie alimenta la preoccupazione per le responsabilità non assolte da parte dei settori politici e l’indignazione per il disinteresse dei potenti».
Non tutti concordano con le riflessioni del papa. Ad esempio, lo scorso 5 ottobre il quotidiano La Verità riportava in prima pagina questo titolo a cinque colonne: «L’esortazione del Papa pare scritta da Greta». Secondo i due articolisti, l’esortazione apostolica di Francesco è «un manifesto green che trasforma in dogma la tesi dell’origine antropica dei cambiamenti climatici». Il giorno seguente, sullo stesso giornale e sempre in prima pagina, Franco Battaglia, professore noto (in Italia) per il suo negazionismo nei confronti dell’emergenza climatica, scriveva: «La Laudate Deum è una collezione di errori». E sabato 7 ottobre La Verità svelava: «La Laudate Deum crea sconcerto nella Segreteria di Stato vaticana».
Ennesima conferma che, assieme alla temperatura della terra, cresce anche la presunzione dei negazionisti.
Paolo Moiola