Il futuro del fotogiornalismo
Les Rencontres d’Arles, in Provenza, e il Cortona on The Move, in Toscana, sono sicuramente fra i festival di fotografia più importanti sul panorama internazionale. Ogni anno aprono i battenti a luglio e propongono mostre e incontri legati alla fotografia che si protraggono fino a ottobre.
Entrambe le cittadine durante gli eventi vengono letteralmente invase da autori, editori, photo-editor e appassionati di fotografia che possono incontrarsi e scoprire progetti e storie appassionanti.
Durante entrambi i festival c’è stata una particolare attenzione al reportage. Tutte le mostre sono state curate meravigliosamente e in generale il livello di tutti gli autori è altissimo, nel reportage vogliamo segnalare alcuni lavori che hanno maggiormente colpito la nostra attenzione.
L’italiano Gabriele Galimberti ospite con il suo «Ameriguns» al Cortona on The Move ha colpito e spiazzato con i suoi ritratti scattati da New York a Honolulu a orgogliosi possessori di armi da fuoco che non hanno lesinato quando si è trattato di mostrare la loro collezione. Una piaga aperta, quella della armi da fuoco negli Stati Uniti, che in un reportage d’autore come quello di Gabriele trova una grande espressione.
C’è poi Lucas Foglia, anche lui ospite a Cortona, fotografo National Geographic, che con il suo progetto tutt’ora in corso, «Constant Bloom» ha voluto mostrare la migrazione umana paragonandola alla migrazione delle farfalle. Un lavoro delicato per pensare a come, da sempre, i popoli si muovano varcando confini, umani e naturali.
E ad Arles trova posto un’impressionante mostra sulla fotografa di guerra (ma non solo) Lee Miller, autrice della famosa fotografia che ritrae la Miller stessa nella vasca da bagno di Hitler nei giorni immediatamente successivi alla caduta del regime. Un contemporaneo, Alexander Chekmenev , invece ci porta con ritratti meravigliosi e tremendi direttamente al cuore del conflitto Ucraina e Russia. Una fotografa del passato e uno del presente ci raccontano di come la guerra ci riguardi da sempre, e seppur con volti e storie diverse, sia in fondo sempre lo stesso ingiustificato massacro.
Lavori straordinari, autori contemporanei e del passato che ci mostrano come l’arte e l’estetica possano contribuire a rendere grande una storia. Arles e Cortona diventano cuore pulsante di una fotografia che – seppure da sola non può cambiare il mondo – si propone almeno lo scopo di aiutare a comprenderlo.
A novembre è stata poi la volta di Paris Photo Fair. Giunta ormai alla sua ventiquattresima edizione, è la più grande fiera di fotografia in Europa che ha uno sguardo aperto su tutto il mondo. La fiera, che ha come motto la celebrazione della cultura dell’inclusione, ha saputo ancora una volta e, come sempre, accompagnare esperti, professionisti del settore della fotografia e dell’editoria o semplici amatori, alla scoperta di un intero mondo dalle molteplici capacità espressive.
Larga attenzione è stata dedicata ai temi sociali, includendo di fatto il reportage fra le materie di cui si può e si deve parlare, celebrando anche la narrazione dei destini umani come arte.
Una speciale menzione al lavoro di Laia Abril, «On Rape»: la fotografa e artista si è concentrata sulla violenza sulle donne partendo da una serie di ritratti concettuali che accompagnano il visitatore in un percorso emozionante e doloroso ma necessario. L’artista vuole così sottolineare quale aspetto tremendo possa assumere la misoginia invitando a non distogliere lo sguardo ma anzi a farsi anche noi, tutti, testimoni di ciò che ancora oggi accade nel mondo.
La fotografia dunque resta ancora un mezzo potente di incontro, di testimonianza, di denuncia e da Cortona a Parigi, passando per Arles, si mostra viva e potente come non mai.
Valentina Tamborra