Storie di civismo e di mal d’Africa

testo di Sante Altizio |


I giornalisti, quelli bravi, raccontano la realtà. Chi andando in giro per l’Italia a scovare (anche nei tempi avversi del Covid) esperienze di r-esistenza civica, chi andando in giro per l’Africa a scovare i meccanismi del neocolonialismo.

Coscienza civica e dove trovarla

Ormai abbiamo capito che la pandemia non ci ha resi migliori e forse è stato un po’ naïf augurarselo. Certo, quando tutto sembra andare male, ha senso sperare che il futuro possa essere radioso dopo una notte buia e tempestosa.

C’è, però, un libro, uscito in giugno con Neos Edizioni e firmato da Gloria Schiavi e Luca Rolandi, che ha il merito di mostrare come la speranza abbia i suoi fondamenti, anche molto concreti. Il libro si intitola Coscienza civica e dove trovarla. Storie da un’Italia che r-esiste, e accende i riflettori su un mondo che, durante i vari lockdown più o meno rigidi di questo ultimo anno e mezzo, sarebbe potuto scomparire e che, invece, ha trovato la forza di resistere. E non solo di resistere, ma addirittura di crescere.

È il mondo delle associazioni, dei movimenti di base, di quei gruppi espressione di «coscienza civica», di attenzione al territorio, alle persone che lo abitano, all’ambiente, ai fenomeni globali.

L’editore racconta così la sua pubblicazione: «Si tratta di un libro inchiesta che racconta trenta storie di cittadinanza attiva e di partecipazione “dal basso”, trenta casi esemplari di coscienza civica, trenta iniziative sparse su tutto il territorio nazionale, da Torino a Roma a Lecce, da Milano a Rimini ad
Accumoli, messe in campo da comuni cittadini che hanno avviato cambiamenti all’interno delle loro realtà e che si battono per il bene comune nelle forme più diverse».

Il sociologo Franco Garelli, al quale è stata affidata la prefazione, le ha definite «storie di ordinario civismo», e di questo infatti si tratta.

Gloria Schiavi e Luca Rolandi sono giornalisti capaci, e hanno costruito un giro d’Italia che apre il cuore alla speranza.

Le trenta storie raccontate sono poco note, ma potenti. Parlano di obiettivi importanti raggiunti nonostante da febbraio 2020 mezzo mondo tenga il fiato sospeso e le porte più o meno serrate. Parlano di «piccole rivoluzioni nate dal basso, magari per rispondere alle difficoltà – dice Neos -. Buone pratiche operose e silenziose, che spesso cadono nell’indifferenza dei media. Questa raccolta di casi e testimonianze vuole portare in primo piano e dare dignità documentaria a quegli alveari innovativi che crescono in Italia: una risorsa di energia costruttiva che mette in moto cambiamenti concreti ed innesca altre azioni positive».

Mal d’Africa

Sollevando lo sguardo al mondo, vale la pena segnalare l’ultima uscita nella collana Orizzonti Geopolitici di Rosenberg & Sellier. Si tratta di Mal d’Africa, volume scritto da Angelo Ferrari e dal compianto Raffaele Masto.

Chiunque abbia l’intenzione di capire lo stato dell’arte del «continente nero» non può fare a meno di misurarsi con questo testo che è a metà strada tra un saggio e un reportage.

Ferrari e Masto sono due firme di gran livello. Il primo è responsabile del desk esteri dell’agenzia Agi, il secondo, che, purtroppo, ci ha lasciati nel maggio del 2020, è stato, per «Radio Popolare», uno dei più attenti osservatori sul campo delle «cose africane»
(cfr Librarsi di giugno).

La forza di Mal d’Africa è l’assenza di retorica e di parole d’ordine. C’è in esso, piuttosto, una lettura attenta della realtà, complessa, ricca di distinguo, che il continente sta vivendo.

La tesi che sottende al lavoro di Ferrari e Masto è questa: sebbene il Pil africano sia quasi ovunque in crescita, la percentuale di abitanti che sopravvivono con meno di 2 dollari al giorno continua a essere enorme. E questo perché l’Africa continua a essere vista (e usata) dai potenti di turno come un serbatoio dal quale attingere materie prime a basso costo e al quale vendere prodotti finiti a costi molto più alti.

L’Africa esporta materie prime e importa prodotti finiti pagando il dazio due volte.

La trasformazione avviene altrove, il lavoro è eseguito altrove. Nessuna ricaduta economica sul territorio. E senza ricadute, nessuna speranza di creare un’economia capace di formare una borghesia con potere d’acquisto, una classe dirigente non corrotta, uno sbocco reale di progresso diffuso.

Con modalità profondamente diverse rispetto al passato, il colonialismo è tornato di gran moda (ammesso che sia mai finito per davvero). La Cina, prima di tutto, poi Russia, Turchia e i paesi del Golfo Persico sono i nuovi attori che hanno scelto l’Africa come terra di conquista economica.

A loro si sommano quelli «storici»: Francia, Stati Uniti, Germania, Italia.

L’Africa è un forziere straordinario, in grado di sostenere a basso costo le nostre catene produttive e agroalimentari. Prendiamo il fenomeno del land grabbing: faccio un accordo (farlocco, che dura un’eternità) con un governo (che corrompo), nel quale si stabilisce che un pezzo di terra (tendenzialmente enorme) diventa mio e ci coltivo ciò che voglio o vi estraggo qualche minerale prezioso. Il frutto di quel raccolto, ovviamente, prende la strada del mio paese.

I cinesi, sovente, fanno arrivare in Africa dalla madre patria anche la manodopera, per tenere i costi vicini allo zero.

C’è questo, ma anche molto altro, in Mal d’Africa: dalle ipocrisie occidentali, alle responsabilità di una classe dirigente africana senza scrupoli. E un occhio attendo alle persone, al miliardo di cittadini africani che subiscono questo meccanismo disumano e che spesso, se possono, tentano la via dell’emigrazione verso quei luoghi che sono all’origine della loro fuga. E lo fanno sapendo che sarà un viaggio illegale e molto pericoloso, nel quale perdere la vita è una possibilità concreta, da mettere in conto.


Adotta un libro

Per chiudere, una nota leggera: Effatà Editrice ha varato l’iniziativa «Adotta un libro! Un libro in omaggio per salvarlo dal macero». Chi acquista un libro dal catalogo dell’editore cattolico di Cantalupa (To), potrà scegliere uno dei volumi pubblicati negli ultimi anni che non hanno trovato «casa» e sono destinati alla distruzione.

Per info: www.editrice.effata.it

Sante Altizio




Ven, 1 ottobre 2021

Bar 1,15-22; Sal 78; Lc 10,13-16

Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Ogni sacerdote è per sua natura missionario. Non tutti potranno andare in missione, ma tutti dovrebbero desiderarlo. L’apostolato missionario è un grado superlativo del sacerdozio.

La vocazione missionaria è sublime, perché è la continuazione della missione stessa di Gesù Cristo, degli apostoli e dei grandi missionari.




Gio, 30 settembre 2021

Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-12

I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore

L’invito a pregare il signore della messe perché mandi operai nella sua messe è spesso usato come slogan per le giornate vocazionali. Il tema infatti si presta; solo che a volte dimentichiamo che non si tratta semplicemente di riempire i seminari – della serie “più siamo meglio è” – ma di formare quel tipo di operai che il Signore descrive: agnelli in mezzo a lupi, predicatori senza mezzi, pellegrini soggetti al buon cuore della gente, medici delle anime disposti anche al rifiuto. Tanti o pochi.

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Sant’Alfonso diceva: “Chi prega si salva, chi non prega si danna”. Io mi permetto di dire: “Chi prega risponde alla vocazione. Chi non prega non le risponde e rischia perfino di perderla”.




Mer, 29 settembre 2021 – ss. Arcangeli MICHELE, GABRIELE e RAFFAELE (f)

Dn 7,9-10.13-14 opp. Ap 12,7-12a; Sal 137; Gv 1,47-51

Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Essere santo non basta, neppure basta essere buono. Occorre saper rispettare le regole della cortesia e delle convenienze sociali.




Mar, 28 settembre 2021

Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56

Il Signore è con noi

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Chi non ha la forza di volontà, non sarà mai un buon missionario: correrebbe il rischio di non compiere i doveri del suo stato.




Lun, 27 settembre 2021

Zc 8,1-8; Sal 101; Lc 9,46-50

Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso nel suo splendore

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Tante volte vogliamo offrire a Dio molte delle nostre cose, ma riserviamo per noi quello che Dio apprezzerebbe di più e sappiamo cos’è.




Dom, 26 settembre 2021 – XXVI DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

I precetti del Signore fanno gioire il cuore

Grande apertura mentale e ancor più grande senso di responsabilità personale. Si potrebbe sintetizzare così il messaggio del Vangelo odierno. La missione porta a contatto con l’umanità più variegata, che riserva sempre sorprese interessanti, soprattutto nel senso di sintonie inaspettate con il Regno e i suoi valori anche in contesti che sembrerebbero lontani. Il missionario allora dev’essere ancora più attento e responsabile, anche un po’ “spietato” verso se stesso: ne va della sua testimonianza.

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

L’obbedienza è la furbizia dei santi ed è la bacchetta magica che trasforma tutto in oro. E’ la strada che conduce in cielo.




Sab, 25 settembre 2021

Zc 2,5-9.14-15a; Cant. Ger 31,10-12b.13; Lc 9,43b-45

Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Quando noi ci sforziamo di fare il primo passo, subito Dio ci aiuta a farne tre o quattro, facendoci avanzare nella via del bene come giganti.




Ven, 24 settembre 2021

Ag 1,15b-2,9; Sal 42; Lc 9,18-22

Spera in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Molte volte pensiamo di praticare la carità, mentre invece è solo finzione.




Gio, 23 settembre 2021

Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9

Il Signore ama il suo popolo

Il breve accenno al tetrarca Erode ci ricorda che quanto narrato nei Vangeli si è svolto in una cornice reale, con personaggi storici, luoghi, eventi registrati dai cronisti del tempo. Gli Evangelisti hanno sì una finalità teologica, ma i loro scritti non appartengono al genere letterario della fiaba o del mito. Nondimeno ciascuno di noi può specchiarsi in quei personaggi e riflettere su come si posizioni rispetto alle vicende narrate, che intendono raggiungerlo laddove si trova, personalmente.

Da Punti Luminosi, un pensiero al giorno del Beato Giuseppe Allamano

Dobbiamo pregare sempre, giorno e notte. Ossia dobbiamo essere rivestiti della preghiera, come il corpo è rivestito dagli abiti.