La Conferenza episcopale cattolica dell’Africa australe (Sacbc), che comprende Sudafrica, Botswana e Eswatini, ha condotto una visita nel regno di Eswatini (o eSwatini, ex Swaziland), vista la situazione dopo i disordini che hanno causato decine morti e danni materiali nel giugno e luglio scorsi. La visita di «solidarietà e pastorale» scrivono i vescovi, è stata guidata dal presidente della Sacbc monsignor Sithembele Sipuka e si è svolta tra il 6 e il 12 ottobre.
La delegazione della Sacbc è stata accolta dal governo di Eswatini e le è stato possibile incontrare diversi gruppi sociali del paese. Oltre al governo, la delegazione si è intrattenuta con diversi enti cattolici, con il Consiglio delle chiese, con molti gruppi della società civile e con singoli individui che hanno condiviso la loro visione sul paese.
Come risultato della visita i vescovi della Sacbc hanno riscontrato un desiderio, da parte di molti settori, di considerare una modifica dell’attuale forma di governo. Le ragioni sono molteplici. Ma la cosa importante – riportano i vescovi – è che occorre dare attenzione a questa richiesta, se non si vuole fare sprofondare il paese in ulteriori disordini che causerebbero morti e perdite economiche.
La delegazione è ottimista sul fatto che tutte le parti consultate, governo incluso, si sono dette disponibili al dialogo e al negoziato. La preoccupazione resta nel fatto che non tutti sembrano concordi sulle modalità con cui impostare i negoziati.
Inoltre, ricordano i vescovi, molte persone hanno espresso il desiderio di recuperare quel rapporto simbiotico tra il re di Eswatini e il suo popolo, che pare sia andato perduto.
I vescovi concludono con la richiesta fatta al primo ministro della necessità che tutti siano coscienti della gravità del momento storico che il paese sta passando e della necessità di implementare misure che aiutino nella costruzione di una società giusta e pacifica.
Testo completo sul sito della Conferenza episcopale cattolica dell’Africa australe