Antropologi e missionari
Cara Missioni Consolata,
il dossier: «Antropologi e missionari» pubblicato sul numero della rivista di Maggio 2020, ha suscitato in me qualche perplessità nel leggere per esempio a pagina 35 le parole di papa Francesco riportate da Moiola: «Noi non facciamo proselitismo» e ancora nel messaggio rivolto ai cattolici cinesi: «devono promuovere il Vangelo, ma senza fare proselitismo».
Forse che l’annuncio del Vangelo non ha lo scopo di fare nuovi seguaci di Cristo?
Inoltre, a pagina 37, Raspo scrive: «Poi è arrivato il Concilio Vaticano II, il quale ci ha spiegato che ci si può salvare anche fuori dalla Chiesa».
Se ciò significa che basta essere battezzati e poi si può vivere il Vangelo in solitaria può anche essere. Per me sarebbe molto difficile, io ho bisogno dei Sacramenti che posso ottenere solo all’interno della Chiesa. Ma se si vuol dire che tutte le religioni si equivalgono allora ho forti dubbi, mal si concilierebbe tale affermazione con le parole di Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14, 1-6).
Mi pare che papa Benedetto XVI a Ratisbona ribadisse fermamente il primato del Cristianesimo e perciò fu attaccato duramente al di fuori e anche dentro la Chiesa.
Se poi l’infinita misericordia di Dio permetterà a tutti di salvarsi, dipenderà solo ed esclusivamente da Lui, ma non penso si possa affermare.
Forse ho capito male io frasi estrapolate dal contesto, ma la lettura del dossier mi ha istillato dei dubbi. Ringrazio per la cortese attenzione e invio cordiali saluti
Mariagiulia
05/06/2020¢
Gentile Mariagiulia,
le sue osservazioni meriterebbero una risposta più esaustiva di quella che possa darle qui. Mi permetto di chiarire alcuni punti.
Proselitismo
Nel suo significato letterale di cercare e formare seguaci di una religione (o anche di ideologie, movimenti, ecc), il termine può sembrare bello e neutrale. Ma nel contesto del linguaggio della Chiesa di oggi, è inteso come un’azione intensa per avere convertiti a tutti i costi, un’azione mossa dall’ossessione del numero, del prestigio, del successo «dell’impresa», dimenticando che il cammino di ognuno è personale, e che la vera conversione la opera solo lo Spirito, come e quando vuole Lui. Il missionario, il testimone deve solo agire come il suo Maestro, anche «insistendo a tempo e fuor di tempo», ma nel rispetto assoluto dei tempi di Dio e della libertà di ognuno. L’Amore non può essere un obbligo, ma solo un dono.
Salvezza fuori della Chiesa
Gesù è venuto perché tutti siano salvati, giungano alla conoscenza della Verità e partecipino alla Vita divina nel «banchetto» finale del Regno di Dio. La Chiesa, comunità dei credenti e discepoli di Gesù, è al servizio di questo progetto universale di salvezza, per aiutare tutti gli uomini a conoscere e amare Dio come rivelato da Gesù. Il punto non è dire che «tutte le religioni si equivalgono», ma che in ogni religione c’è già una rivelazione fondamentale di Dio e, per chi non conosce Gesù, quella è la strada per vivere il progetto di Dio sull’uomo. Il progetto di salvezza di Dio non è cominciato solo con la venuta storica di Gesù nel mondo, ma nel momento stesso in cui ha creato l’uomo. Per questo ogni uomo ha in sè la capacità di ascoltare Dio e vivere una vita bella che dia gloria a Lui, essendo fatto a «sua immagine e somiglianza».
L’annuncio del Vangelo si inserisce nella vita e nella cultura di ognuno come liberazione da tutto quello che impedisce di conoscere davvero il volto di Dio e la rivelazione dell’Amore infinito del Padre in Gesù incarnato, crocifisso e risorto. È anche la nascita di un popolo nuovo che cammina verso il Regno con Gesù «Via, verità e Vita».
Primato del Cristianesimo
La lectio magistralis di papa Benedetto XVI a Ratisbona, ha suscitato reazioni tumultuose nell’Islam e in altri ambienti. Ma dire che ha ribadito il «primato del Cristianesimo» sulle altre religioni, non mi sembra del tutto corretto. Credo piuttosto che la lezione del papa abbia sottolineato le caratteristiche uniche e peculiari del Cristianesimo, senza con questo voler diminuire l’importanza delle altre religioni, che sono comunque vie di incontro con Dio per almeno sette persone su dieci in tutto il mondo. E non mi pare coerente con quello che conosciamo e crediamo di Gesù Cristo, pensare che Dio salvi una sola parte dell’umanità.
Come missionari siamo pienamente coscienti di essere mandati da Gesù come itineranti e pellegrini in questo mondo per testimoniare con azioni di amore gratuito e con l’annuncio della sua Parola che Lui è «il Signore» di tutto e di tutti, e che il suo Vangelo è una forza che trasforma la nostra vita già qui ora, in questo mondo. Ma senza l’ansia dei numeri e del successo, perché è lo Spirito di Dio che converte i cuori, ed è come il vento «che soffia quando e dove vuole».
Preghiera e Preghiere
Cari Missionari,
la vicenda di Re Salomone, che parte alla grande (e con una gran bella preghiera che fa gioire Dio) ma finisce male, mi ha sempre colpito e mi torna sempre in mente quando vien fuori un dibattito su come ci si deve relazionare a Dio e sul giusto equilibrio tra formulazioni canoniche e libertà d’espressione.
Sarebbe bello sentire su questo il nuovo biblista, al quale faccio tanti complimenti perché si sta dimostrando un degnissimo erede del grande don Paolo Farinella, ma la Chiesa ci ha sempre insegnato che è Dio a salvare, non le nostre odi, i nostri inni, la nostra poesia, i nostri virtuosismi letterari e canori.
Meglio una preghiera grezza, rivolta a Dio da un uomo modesto ma fedele, che un testo da Premio Nobel scritto da un artista della penna ma per il quale fedeltà (quella fedeltà che neppure Salomone volle mantenere) non fa rima con creatività e originalità. Cordialmente
Luciano Montenigri
16/06/2020
Su questo, Gesù ci ha dato un consiglio prezioso: «Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole» (Mt 6,6-7).
Di covid e di «Pane»
Cari Missionari,
la preghiera non deve essere la lista della spesa, d’accordo, ma le liste della spesa non sono tutte uguali.
L’emergenza da coronavirus ha cambiato anche molte abitudini alimentari, per cui quello della spesa è diventato un momento molto più impegnativo, ci sono stati dei mesi in cui dovevamo stare attenti a quante volte uscivamo e a che cosa compravamo anche per giustificare il nostro allontanamento da casa – anche di poche centinaia di metri – agli uomini e alle donne della polizia, dei carabinieri, dell’esercito.
Abbiamo dovuto dare la precedenza alle cose veramente essenziali, quelle che ci consentivano un minimo di sicurezza e tranquillità, lasciando perdere il superfluo. Peccato che qualcuno che sta molto in alto e che, forse per questo, si è sentito più alto, non abbia capito che il Pane più importante di tutti e la Carne più importante di tutte andavano garantiti (sia pure con tutte le misure precauzionali imposte ai supermercati e a tutti gli esercizi dove si vendono gli altri pani e le altre carni).
Con stima
Agatino Zumpanesi
16/06/2020
Caro signor Agatino,
anzitutto comincerei a ringraziare che nel nostro paese abbiamo avuto tanti «qualcuno in alto» che si sono preoccupati più delle persone che del potere economico, come invece abbiamo visto fare, e continuiamo a vedere, in altri paesi. E questo è stato bello e importante per tutti noi, pur con i mille difetti e lacune che ben conosciamo.
La decisione di sospendere le celebrazioni delle sante messe, in particolare quelle domenicali, durante la Quaresima e il tempo pasquale, è stata sofferta e difficile da accettare. Lo scrivo a ragion veduta, perché ho vissuto questo sulla mia pelle, sia come viceparroco che come persona che si è fatta ben 63 giorni di quarantena, dopo un attacco iniziale della Covid-19 curata con tre pastiglie di paracetamolo.
In questo lungo periodo credo di aver capito sulla mia pelle una verità che avrei già dovuto sapere molto bene: che Gesù è «il Pane vivo» (cfr. Gv 6,35-59) non solo nell’Eucarestia, ma anche nella sua Parola. L’ascolto profondo della Parola di Gesù è un autentico incontro con Lui. È vero nutrimento per la vita, per essere partecipi già qui e ora della vita dell’Eterno. «Ascoltare la sua Parola» non è soltanto udire, ma è lasciare che il «seme entri nella terra, metta radici e porti frutto» (cfr. Mc 4,1-20; Gv 12,24), è accogliere Gesù stesso nella propria vita. «Prendi e mangia», dice la voce dal cielo al profeta Ezechiele (cfr. Ez 3,1-2), non una pagnotta di pane, ma il rotolo del libro (o il libricino dalle mani dell’angelo, cfr. Ap 10,8-11).
Se durante questo tempo di Covid ci siamo solo lamentati per la mancanza della Messa e non abbiamo colto l’opportunità di «mangiare» il piccolo libro «dolce nella bocca» e «amaro nelle viscere», forse abbiamo sprecato un prezioso tempo di grazia.
Lista della spesa
Cari Missionari,
se Gesù nel Vangelo ci insegna a chiedere al Padre nostro il pane quotidiano, è bene che, almeno per quel che riguarda il pane e le altre cose fondamentali per una buona alimentazione che è un dovere oltre che un diritto, la preghiera somigli alla lista della spesa.
Il problema è che, oltre al pane, nella nostra lista figurano spesso cose che, oltre a pregiudicare i nostri equilibri psico-fisici, hanno un effetto estremamente negativo sulla vita e sulla salute di tante altre persone, soprattutto nei paesi della fascia tropicale.
Ben venga la richiesta di evitare il più possibile «Bacco, Tabacco e Venere», ma anche un certo tipo di caffè, un certo tipo di olio (a cominciare da quello di palma…), di cioccolato, di banane, di ananas, di soia, perché anch’essi riducono l’uomo e le foreste in cenere e gli oceani, i laghi e i fiumi e persino i ghiacciai in immense ed esiziali discariche.
Distinti saluti
Carlo Erminio Pace
16/06/2020
Tutto condivisibile. Aggiungerei che dalla lista della spesa occorrerebbe escludere anche i pomodori raccolti a Mondragone, la frutta del saluzzese, le uve del foggiano, le pesche dell’Emilia, la carne del Brasile, i vestiti dal Bangladesh, i prodotti elettronici dalla Cina, i fiori dal Kenya, il petrolio da … la lista potrebbe essere senza fine, inclusiva di mascherine a guanti ritenuti così essenziali di questi tempi. Troppe cose che usiamo o consumiamo ogni giorno, e ci sembrano essenziali, perfino i social, hanno un retroterra di ingiustizia, sfruttamento, speculazione e guadagni ottenuti a tutti i costi, senza scrupoli e nel disprezzo dell’ambiente oltre che delle persone.
Grazie don Mario
Buongiorno,
leggiamo sempre con molto interesse la rubrica «4 chiacchiere con i perdenti», e volevamo ringraziare particolarmente il suo autore Mario Bandera per il racconto su padre Damiano e i lebbrosi di Molokai che ci ha molto stupito e commosso.
Cordiali saluti,
Famiglia Belga
13/06/2020
Le migrazioni fra noi
«Le migrazioni fra noi» è il titolo di un dossier pubblicato dal Centro nuovo modello di sviluppo. Ventinue infografiche che hanno per tema le migrazioni, e come obiettivo la lotta contro i luoghi comuni.
La democrazia è uno dei beni più preziosi, ma per funzionare correttamente ha bisogno di cittadini bene informati. Se invece siamo male o per niente informati, diventiamo facili prede di forze che hanno interesse a strumentalizzarci trasformando la democrazia in una farsa. Peggio ancora, in una forma di tirannia veicolata dall’ignoranza dei più.
Il tema delle migrazioni è uno di quelli che conosciamo di meno, ma che più suscita reazioni emotive. Il che spiega perché alcune forze politiche, ansiose di lasciare tutto com’è pur facendo finta di voler cambiare tutto, cercano di ottenere consenso presso l’elettorato additando gli immigrati come i responsabili di tutti i nostri mali. Del resto, da quando mondo è mondo, il potere ha sempre cercato di distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità, incolpando i più deboli dei mali commessi da lui.
Il dossier è stato prodotto proprio per fornire al pubblico del materiale informativo, al tempo stesso rigoroso e di facile lettura grazie all’uso di grafici e immagini.
Il dossier si chiude con un invito. Quello a operare una sanatoria, per regolarizzare i circa 600mila clandestini esistenti sul nostro territorio. Sarebbe di grande beneficio per tutti, perché la clandestinità, oltre a condannare i clandestini alla perdita di dignità, alimenta il lavoro in nero, il caporalato, l’economia criminale. E questo sì, ci fa davvero del male.
Francesco Gesualdi
02/07/2020
Premio «Giornalismo a testa alta» a Simona Carnino (e a MC)
Dedicato alla memoria del reporter e inviato di guerra Mimmo Càndito, scomparso il 3 marzo 2018, il 1° Premio «Giornalismo a testa alta» nella categoria «Opere», va a «Viaggiare bagnati. L’epopea dei migranti centroamericani al tempo di Trump» di Simona Carnino, per rigore, completezza, carica emotiva. Pubblicata su «Missioni Consolata» (dossier in MC 07/2019, ndr), l’indagine affronta le sfaccettature del fenomeno migratorio nel Centro America con rigore di analisi, completezza nella raccolta dei dati e diversificazione delle fonti.
L’autrice racconta storie senza condiscendere alla retorica o alla spettacolarizzazione.
In coerenza con il giornalismo di Càndito, Carnino sperimenta in prima persona ciò di cui scrive: la narrazione è il risultato di un lavoro antecedente di studio e approfondimento del tema.
Associazione Premio Mimmo Càndito per un giornalismo a testa alta
www.premiomimmocandito.org