Apocalypse now?

testo di Gigi Anataloni, direttore di MC |


Nel tempo dopo Pasqua il breviario offre a chi prega l’ufficio delle letture un testo estremamente intrigante: l’Apocalisse, con i suoi angeli, cavalieri e dragoni che riversano sulla terra pestilenze, terremoti e altri terrificanti disastri che falcidiano il mondo. Il tutto accompagnato da una constatazione ripetuta più volte: invece di ravvedersi, gli uomini «bestemmiarono il Dio del cielo».

Con questo non voglio avvallare le interpretazioni punitive di questi nostri giorni sostenute da visionari, predicatori e «influenzatori» più o meno credenti. Un dio che manda disastri per punire gli uomini, non è il mio Dio, perché non è quello di Gesù Cristo. Però Gesù ci ha ammoniti più volte e ci ha invitati a «leggere i segni dei tempi» (cfr. Mt 16,1-4) almeno quanto sappiamo interpretare le previsioni meteorologiche.

E di segni, in questi ultimi anni, ne abbiamo avuti molti. Due i più evidenti: il cambiamento climatico e, ora, questa pandemia che ha trovato tutti impreparati, anche i grandi «re nudi» della politica, dell’economia e della scienza.

In questi mesi molte voci, a cominciare da quella di papa Francesco, hanno incoraggiato con parole e gesti significativi a vivere questo tempo come tempo di grazia, come opportunità per ripensare il nostro modo di vivere e le nostre relazioni con noi stessi, con gli altri e con il creato. Creato che da tempo aspetta con impazienza che ci svegliamo e ritroviamo la nostra vera umanità (cfr. Rm 8,19).

Molti hanno colto questa opportunità e ovunque troviamo persone che hanno tirato fuori il meglio di sé mettendosi al servizio degli altri, a volte fino a sacrificare la vita.

Ma le notizie quotidiane ci hanno fatto vedere anche la faccia degli uomini che «bestemmiano». Dall’indifferenza e ostilità verso i migranti, ai traffici loschi su mascherine e forniture sanitarie; dalle speculazioni finanziarie al prospero traffico di armi; dalla violenza fanatica dei jihadisti a quella senza scrupoli dei mafiosi e dei narcos; dall’ininterroto traffico di persone allo sfruttamento dei poveri e degli impoveriti; dall’alienazione spirituale offerta dai moderni santoni all’uso massiccio dei social per alimentare sfiducia, menzogne e odio… una lista che potrebbe riempire tutta la pagina.

«Niente di nuovo sotto il sole», ma che tristezza vedere tante «bestemmie». Soprattutto ora che la situazione ci domanda una rinascita di autentica umanità, una nuova solidarietà, un «I care» che prediliga i più poveri e vulnerabili e tutto il creato.

Dall’Apocalisse di Giovanni, scritta per rivelare l’infinito amore di Dio alla comunità cristiana di fine I secolo perseguitata soprattutto a Roma, non ricaviamo un messaggio di paura, ma di speranza: la vittoria non è della «morte», ma della Vita, il futuro è di coloro che scelgono di vivere secondo lo stile dell’Agnello, Gesù, che ha «consegnato» la sua vita per noi, «servo per Amore».


Per i nostri cari, vittime del Covid-19

Carissimi missionari, parenti, amici e benefattori tutti,

in questi giorni di quarantena forzata, […]  mi fermo con l’immaginazione davanti alle bacheche delle nostre case dove sono esposti i necrologi dei nostri missionari morti qui in Italia a causa del coronavirus.

Un numero considerevole, un mistero doloroso, mai successo prima, un primato che ci spezza il cuore. Ci conforta il ricordo di questi missionari pienamente identificati con il carisma ad gentes, autori di pagine straordinarie di amore per la gente e di dedizione alla missione e all’Istituto. […]

Voglio ricordare anche tanti amici e benefattori che sono morti a causa della pandemia, uomini e donne che, con la preghiera e il sacrificio, hanno accompagnato e sostenuto l’Istituto nelle varie attività di evangelizzazione.

In questi giorni difficili, nel dolore per la perdita dei nostri cari, dobbiamo sostenerci a vicenda e trovare consolazione nella certezza della fede e nello spirito di famiglia che tanto voleva il nostro Fondatore.

Allora, in risposta al dolore per questi numerosi lutti e nello spirito di famiglia che ci caratterizza, voglio invitare tutte le nostre comunità a celebrare il 16 giugno 2020 (giorno in cui facciamo memoria del nostro amato padre Fondatore) una messa straordinaria con l’intenzione speciale di ricordare tutti i nostri cari […] vittime del coronavirus: missionari, missionarie, famigliari, amici e benefattori.
(sarà possibile seguire le celebrazione in streaming connettendosi a www.consolata.org)

La Consolata ci aiuti a vivere l’insegnamento del beato Allamano che diceva: «La comunità sarà sempre formata dai vivi e dai defunti, né questo vincolo si scioglierà più, neppure in paradiso».

A tutti e a ciascuno: coraggio e avanti in Domino!

padre Stefano Camerlengo
superiore generale Imc / Roma, 05/05/2020

1ª fila da sinistra: Mons Silas Njiru | p. Antonio Roberti | p. Fedele Crippa | p. Francesco Pavese | p. Gabriele Goletto
2ª fila: Giovanni Medri | p. Giovanni Viscardi | p. Lorenzo Cometto | p. Mario Baseggio | p. Silvestro Bettinsoli
3ª fila: p. Virgilio Panero | Suor Pier Giacomina Bagnati | Suor Giulia Vanzetto

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