Cari Missionari

Celebrazione della messa per il centenario di mons. Aldo Mongiano che è nato il 1/11/1919

Giovane mamma

Suona il campanello e vado a vedere chi c’è.

Trovo una giovane mamma che dal viso sembra molto preoccupata. Tra le braccia, avvolto in un pezzo di stoffa, porta il suo bambino. Non ci vuole molto a capire che il piccolo è denutrito. Mi chiede di aiutarla.

Guardo l’orologio, sono circa le 09.45. Alle 10 precise devo essere in classe. Ho solo un’ora alla settimana di lezione da dare in seminario, e al martedì. Proprio di martedì e a quest’ora doveva venire?

Di corsa l’accompagno in cucina e dico al cuoco di occuparsene e che ritornerò più tardi.

Le mie lezioni sono sulla spiritualità e il carisma dei missionari della Consolata secondo l’insegnamento e il pensiero del nostro fondatore il beato Giuseppe Allamano, affinché i giovani prendano il suo spirito ed entusiasmo missionario e siano degni del nome che porteranno: Consolata, diventando dei veri consolatori delle anime e dei corpi.

Durante la lezione la mia mente corre al volto di quella mamma. I suoi occhi erano lucidi, quasi di lacrime, ma non piangeva. Non mi ha detto molte parole, non riusciva. Mi aveva fatto vedere il volto del bambino con delicatezza e gentilezza quasi per dirmi: «Ho fatto tutto il possibile, ho dato tutto quello che potevo e che possedevo. Ho dato il mio amore. Ora non so cosa fare».

Ma io, come posso aiutarla? Che cosa posso fare?

Terminata la lezione vado in cucina dove hanno preparato una pappetta per il piccolo e dato qualcosa alla madre.

Dopo pranzo porto la mamma al Holy Cross Hospital tenuto dalle suore qui a Morogoro. Mi dicono subito che il piccolo deve essere ricoverato e naturalmente assistito dalla mamma. Tiro un respiro di sollievo. Non sapevo proprio cosa fare.

Dopo due giorni, vado a trovarli. La mamma (nella foto) mi abbozza un sorriso di ringraziamento per il bambino che aveva iniziato le cure.

Mentre esco per lasciare l’ospedale, vengo chiamato in amministrazione. Vogliono sapere chi pagherà il conto, anche per la mamma venuta in ospedale senza una moneta e nemmeno un cambio per se stessa. Chiedo l’ammontare fino a quel momento e saldo il conto. Per le cure successive pagherò più avanti. Dopo una settimana, ritorno all’ospedale e la suora mi dice che il bambino è stato dimesso. La mamma non abita molto lontano e deve venire regolarmente per il controllo, le cure e la crescita del bambino. Per le spese non devo pensarci. Ci pensano loro.

Durante il ritorno mi vengono in testa tante domande e tanti perché. Perché è venuta in seminario? Chi l’ha mandata? Come ha fatto a venire? E poi: come si chiama? E il bambino? Da dove viene, dove vive? Di che religione è?

Torno indietro per avere informazioni. Quando ho pagato non ho voluto la ricevuta, ma che la dessero alla mamma. Così non so nemmeno i loro nomi.

Andando verso l’ospedale altri pensieri mi passano per la mente. Mi chiedo il perché voglio sapere chi è, cosa fa, da dove viene, ecc… Forse che Gesù chiedeva informazioni e dati anagrafici alle persone che aiutava e guariva?

Faccio ancora inversione di marcia e mi dirigo decisamente verso il seminario.

Però ho chiesto al Signore una cosa. Lui dopo le guarigioni diceva: «Va e non peccare». Oppure: «La tua fede ti ha salvato». Ebbene, desidero, o Signore, che quella mamma sappia che è stata aiutata da gente che lo fa per il Tuo amore. Ora fa che quella mamma diventi una persona che ti ama.

Fratel Sandro Bonfanti
Morogoro, Tanzania


«Top 200» edizione 2019

Per il decimo anno consecutivo Wal-Mart mantiene il primo posto, per fatturato, nella graduatoria mondiale delle multinazionali. Lo rende noto Top 200, edizione 2019, il dossier curato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, sulle prime 200 multinazionali del mondo. Wal-Mart è la più grande catena di supermercati: 11.200 in tutto il mondo sparsi nei cinque continenti. Con 2 milioni e 200mila dipendenti, di cui 1 milione e mezzo negli Stati Uniti, Wal-Mart è anche ai primi posti in termini di multe per violazione dei diritti dei lavoratori. Dal 2000 a oggi, solo negli Stati Uniti, ha collezionato multe per un miliardo e mezzo di dollari.

Al 13° posto della graduatoria delle multinazionali, troviamo un’altra impresa del commercio, che benché più piccola è senz’altro più nota in Europa. Si tratta di Amazon, il cui patron, Jeff Bezos, per il secondo anno consecutivo si è collocato al primo posto della graduatoria stilata da Forbes sulle persone più ricche della terra. E neanche lui passa per essere un buon datore di lavoro. Nichole Gracely, una giovane statunitense che ha lavorato vari mesi come stagionale in un centro logistico di Amazon, ha detto che è meglio essere disoccupata e senza casa piuttosto che lavorare alle dipendenze di Amazon.

Non sappiamo come se la cavino i lavoratori delle altre catene commerciali, ma di sicuro sappiamo che i supermercati costituiscono il gruppo di imprese più numeroso fra le top 200: ben 35 per un fatturato complessivo di 4mila miliardi di dollari e 11 milioni di dipendenti. Solo il settore energetico (le terribili multinazionali del petrolio) riesce ad andare più su con un fatturato complessivo di 4.192 miliardi. Ma al terzo posto troviamo le imprese finanziarie a confermare come banche, assicurazioni e fondi di investimenti rappresentino la spina dorsale del capitalismo moderno. Ed è proprio a questi soggetti che Top 200 riserva alcuni approfondimenti. In particolare «Banche sporche di catrame», richiamandosi alla ricerca condotta da Banking on climate change, mette in evidenza che dal 2015, l’anno in cui venne firmato l’accordo di Parigi, le principali 33 banche mondiali hanno impegnato il 7% di risorse in più a vantaggio delle imprese che estraggono combustibili fossili. Poi non c’è da stupirsi se le emissioni di anidride carbonica hanno continuato a crescere: del 1,6% nel 2017 e del 2,7% nel 2018. Al primo posto per finanziamenti concessi c’è JPMorgan Chase, la banca internazionale guidata da Jamie Dimon, anche presidente della Business Roundtable che nell’agosto 2019 ha fatto credere al mondo che d’ora in avanti il capitalismo terrà conto degli interessi sociali e ambientali, non dei profitti degli azionisti.

E sempre parlando di finanza, un altro servizio si concentra sulle banche con l’elmetto, quelle, cioè, che sostengono le imprese di armi. Fra le banche europee al secondo posto troviamo Unicredit con 4 miliardi di finanziamenti, superata solo da Lloyds Bank. Fra i clienti di Unicredit c’è Northrop Grumman, che è coinvolta nella produzione di armi nucleari. Fra i clienti di Lloyds c’è General Dynamics, anch’essa coinvolta nella produzione di armi nucleari e fornitrice di armi a Egitto e Arabia Saudita. Armi controverse inviate a paesi controversi, laddove per armi controverse si intendono sia quelle illegali che quelle che provocano effetti indiscriminati e sproporzionati. Sotto questa categoria sono ricondotte le armi nucleari, le mine antiuomo, le armi incendiarie. Per paesi controversi si intendono quelli autoritari con un basso tasso di libertà e rispetto per i diritti umani. Un’ulteriore dimostrazione che, al di là delle politiche d’immagine, pur di fare soldi le imprese non si fanno scrupolo a finanziare operazioni di morte e di aggressione contro le persone e la natura. Solo la vigilanza e l’agire critico potranno salvarci. Buona lettura su www.cnms.it

Francesco Gesualdi
21/10/2019


Grazie

Cari missionari,
sono vostra abbonata da non so più quanto tempo. Avevo visitato a Milano la mostra «coca e maloca». Lì presi una copia omaggio della rivista. E, a casa, dopo averla letta, subito decisi di abbonarmi.

Mi piace sempre molto essere portata in giro per il mondo dai vostri articoli e dossier. Mi fanno conoscere popoli nelle loro realtà. Grazie davvero. E se, come dice qualche lettore, «vi schierate», io ne sono contenta, perché siete sempre dalla parte degli oppressi e dei poveri (o meglio impoveriti dal nostro capitalismo senza cuore).

Mi piacciono anche molto gli articoli di Rosanna Novara Topino e sono entusiasta di quelli di Franco Gesualdi: finalmente riesco a leggere articoli che parlano di economia (fino a ora non ci ero mai riuscita, smettevo dopo poche righe). Questi riesco non solo a leggerli ma a capire qualcosa di economia, di Europa, Bce, spread, eccetera eccetera. Fantastico! Grazie a tutti e cordialissimi saluti.

Gabriella Pagani
26/10/2019


Domande

Buon giorno, sono un vostro abbonato da tanti anni e sono contento della vostra rivista per l’attenzione all’uomo. Oggi ho due richieste da fare.

  • Nei giorni scorsi, parlando con un amico che vive in Cameroun, ho sentito parlare del genocidio che sta avvenendo in quel paese tra gli anglofoni e i francofoni anche a causa dell’ingerenza del governo francese. Cosa si può conoscere su questo argomento?
  • A proposito dell’agitazione del mondo sul problema dei cambiamenti climatici (vedi Greta e movimenti vari) e del Sinodo sull’Amazzonia ho l’impressione che non si abbia il coraggio (in particolare negli ambienti cattolici) di proporre un cambiamento del nostro stile di vita con proposte serie e pratiche (vedi proposte degli anni Novanta del movimento Bilanci di Giustizia).

In attesa di leggere una risposta saluto e auguro buon lavoro.

Daniele Engaddi
14/10/2019

Siamo coscienti della realtà dell’Ovest anglofono del Camerun. Ne abbiamo segnalato diverse volte la situazione sulle nostre pagine di Facebook. La rivista Africa, associata con noi alla Fesmi, scrive: «I separatisti sono [accusati di] ribellione [perché] hanno fatto una campagna per la creazione di uno stato indipendente chiamato Ambazonia, composto dalle regioni anglofone del Nord Ovest e del Sud Ovest del Camerun, lamentando la loro emarginazione per decenni da parte del governo centrale e dalla maggioranza di lingua francese.

La crisi anglofona è iniziata nel 2016, quando avvocati e insegnanti hanno scioperato contro il tentativo di imporre il francese nelle scuole e nei tribunali delle regioni del Nord Ovest e del Sud Ovest. Dallo scoppio della crisi, sono oltre 500mila gli sfollati» (Africa, 29/08/2019).

Noi non ignoriamo il problema, e speriamo di dedicarci un servizio presto. Intanto suggeriamo di seguire riviste sorelle come Nigrizia e Africa, molto specializzate sull’Africa.

Su cambiamenti climatici credo di poter dire che l’enciclica «Laudato si’» di papa Francesco sia uno dei documenti più coraggiosi sull’argomento. E il Sinodo sull’Amazzonia ne è una conferma. Sul tema torneremo in gennaio 2020  con un ampio dossier sul Sinodo, per non farlo dimenticare quando già non se ne parlerà più.

 


Auguri al vescovo più vecchio d’Italia

Il 1° novembre 2019 mons. Aldo Mongiano, missionario della Consolata, vescovo di Roraina in Brasile dal 1975 al 1996, e già missionario in Mozambico, ha celebrato i suoi 100 anni nella chiesa del beato Giuseppe Allamano a Torino, presente una bella delegazione da Roraima, guidata dal vescovo Mário Antônio da Silva che rappresentava anche la Conferenza Episcopale Brasiliana.


Una casa per ricominciare

Un progetto di solidarietà degli Amici Missioni Consolata a favore di chi ha perso la casa durante il ciclone Idai nella diocesi di Tete in Mozambico.

Nel marzo scorso il ciclone Idai ha colpito il Mozambico e la regione di Tete, già danneggiata dalla piena del fiume Revubwe che ha portato via tutto nella zona di Nkondezi: ponti, campi, case e persino cimiteri. Attualmente più di 500 famiglie, circa 4.000 persone, vivono in tende nel campo di Chimbondi in condizioni molto precarie. Ricevono aiuti alimentari e poco altro.

Subito dopo la sua consacrazione episcopale (maggio 2019) il nuovo vescovo di Tete, Diamantino Antunes, missionario della Consolata, ha visitato le famiglie nel campo di accoglienza assicurando loro l’aiuto della Chiesa.

Con le autorità locali è stato fatto un un piano per trasferire le famiglie che vivono nelle case distrutte o danneggiate e costruire per loro delle case nuove in muratura in luoghi più sicuri.

Si può aiutare e sostenere il progetto:

  1. con donazioni a «AMC-progetto case Tete» usando il ccp che ricevete con la rivista o con versamento bancario a MISSIONI CONSOLATA Onlus (dati dettagliati a pagina 83)
  1. visitando la Mostra di Solidarietà dell’Immacolata 2019 allestita nella parrocchia Maria Regina delle Missioni, Via Cialdini 20(a Torino, tram: 9 – 16; bus: 55 – 56 – 65; metro fermata Bernini) da mercoledì 4 a domenica 8 dicembre 2019 orario 9,30-13,00 / 15,00-19,00
Nuove case a Tete
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