Si chiamava Moussa Ba. Era Senegalese. Aveva 28 anni. È morto, arso vivo nell’incendio scoppiato la notte del 15 Febbraio nella baraccopoli di San Ferdinando in Calabria. È la terza vittima in un anno in questa zona di braccianti.
Il “ghetto” di San Ferdinando non è degno di un paese civile, non è degno delle persone che sono costrette ad abitarlo!
La Conferenza Instituti Missionari Italiani (CIMI) esprime cordoglio ai famigliari della vittima, chiede che prontamente sia fatta luce sulle circostanze che hanno portato al rogo e alla morte di Moussa Ba.
Moussa Ba e tanti altri sono oggi i nuovi schiavi invisibili nelle campagne insieme ai contadini e come loro vengono affamati, schiacciati e ghettizzati dalla logica del profitto e dal controllo delle mafie.
Tra le autorità c’è chi in queste ora sta paventando lo sgombero di San Ferdinando. Crediamo che la soluzione non sia quella dell’invisibilizzazione del problema ma quella di trovare soluzioni e misure che favoriscano l’accoglienza diffusa e la integrazione dei lavoratori.
Commissione Giustizia e padre Della CIMI
17/02/2019