Messaggio finale del COMIGI 2018 |
Terminato il Convegno Missionario Giovanile (Comigi), dal 28 aprile al 1 maggio a Sacrofano, i trecento partecipanti ritornano a casa col sogno di una Chiesa libera.
I giovani lo hanno scritto di proprio pugno nelle conclusioni: «Alla vigilia di un Sinodo che papa Francesco non vuole sia sui giovani ma dei giovani, vorremmo dire che se il mondo continuerà a tacere noi grideremo! E cominceremo a farlo nella Chiesa, che vorremmo più povera, più vicina alla gente, inclusiva, meno paternalistica, più misericordiosa e responsabilizzante».
Giovanni Rocca, 23 anni, Segretario nazionale di Missio Giovani, ha consegnato ai suoi coetanei un mandato: «porto via con me un sogno immenso: che da questo convegno possiamo uscire con le maniche rimboccate. Non più da spettatori ma da protagonisti. Ragazzi, abbiamo idee grandi, forti, ben chiare e definite, nulla ci impedisce di realizzarle. Spetta a noi ora!».
I ragazzi delle diocesi italiane che hanno seguito i quattro giorni di relazioni, laboratori, animazione missionaria, hanno scritto che sognano «una Chiesa coinvolgente, flessibile, dinamica, nomade e meno gerarchica».
Sono stati giorni intensi questi, fatti di lectio e relazioni anche da parte dei vescovi (mons. Arturo Aiello, vescovo di Avellino e mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, hanno trasmesso il loro messaggio incoraggiante), ma soprattutto sono stati giorni di incontri, scambio, musica, balli, preghiere.
I ragazzi hanno ascoltato il gruppo rock dei Medison, hanno parlato pubblicamente delle proprie esperienze di vita: sul palco sono saliti Clementa della Guinea Bissau, Barth dalla Repubblica Democratica del Congo, Emma e Sara da Treviso ed altri che hanno raccontato storie di amore condiviso; hanno preso aperitivi con i missionari (padre Claudio Marano ad esempio, ha raccontato cos’è stata la sua vita a Bujumbura, in Burundi).
Sui fogli si leggono desideri come questo: «che la Chiesa sia più umile, che non rinneghi se stessa e annunci al mondo la verità, che sappia sporcarsi le mani agendo concretamente. Che si lasci guidare dallo spirito santo, che ci garantisca di vivere come figli di Dio» e questi desideri verranno recapitati in qualche modo al sinodo.
Il Comigi – evento della fondazione Missio che si tiene ogni tre anni – è stato «la riconferma che siamo qui, ci siamo per davvero- ha detto Rocca-
Siamo pronti a dimostralo coi fatti, con la nostra presenza. La frustrazione e la rabbia resteranno sepolte sotto le macerie del muro del timore che abbiamo abbattuto mettendoci in gioco. Offrendo tutto noi stessi all’altro».
Giovanni Rocca ha parlato dei suoi progetti per «la costruzione di un futuro migliore. Progetti dei quali credevo capaci solo persone lontane da me come Maria e Giuseppe, ma ho scoperto in questi giorni, che entrambi avevano timore di fronte all’incertezza dell’avvenire».