Tanzania: Cambio di guardia a Manda, una missione di frontiera

Testo e foto di Jaima C. Patias |


Padre Antonio Zanette e padre Vedastus Kwajaba, due generazioni, due culture, due continenti diversi ma un’unica passione: la prima evangelizzazione. Nella savana del Tanzania la missione continua.

Padre Zanette

A gennaio le piogge cadono abbondantemente nella regione di Dodoma, nella Tanzania centrale. Partendo da Iringa, dopo aver percorso 130 chilometri lungo l’asfalto dove il controllo della velocità è rigoroso, la macchina con trazione integrale ne percorre altri 70 in terra battuta. La terra sabbiosa e bagnata aiuta a ridurre il tonfo delle gomme nelle buche. Dopo 7 ore di viaggio siamo nel villaggio di Manda, la più recente missione affidata ai missionari della Consolata nel paese. La regione conta circa 40.000 abitanti, tra cui 4.000 cristiani, cattolici e anglicani. La sede della parrocchia si trova a 30 chilometri da Llangali (o Hangali), al confine con il Parco Nazionale Ruaha.

Tutto inizia nel 2003, quando padre Antonio Iseo Zanette, parroco nella vicina missione di Sanza, comincia a fare visite periodiche ai residenti di Manda dove soggiorna presso una famiglia. Nel 2010, il missionario intensifica la sua presenza. Nel maggio dello stesso anno riceve una lettera di mons. Yuda Thadei Ruwaichi, allora vescovo di Dodoma, nella quale il prelato scrive che il 21 luglio creerà una nuova parrocchia. I missionari della Consolata, in realtà, non hanno ancora assunto ufficialmente la cura pastorale della regione. Comunque, seguendo il suo piano, il vescovo crea la parrocchia di Manda dedicata alla Consolata e padre Zanette, nel vigore dei suoi settant’anni, è nominato amministratore parrocchiale.

La nuova parrocchia

Padre Vedastus Kwajaba

Nel mese di agosto del 2010 il missionario inizia a risiedere a Manda. «Non c’era niente qui. Siamo partiti da capo», ricorda. «I cristiani avevano scelto un posto che secondo me non era l’ideale per costruire la missione. Così ci siamo guardati intorno, ed eccoci qui. Noi siamo per la missione ad gentes e questo è un luogo di prima evangelizzazione». In otto anni, molte persone sono diventate cattoliche. Con l’aiuto di benefattori sono stati costruiti il centro catechistico, la falegnameria con magazzino, la casa dei padri e la casa delle suore, la chiesa parrocchiale consacrata nel 2015, la scuola materna e il centro di salute. Tutto vicino al villaggio. Nelle comunità sono state costruite anche cappelle e asili per i bambini. Qui l’evangelizzazione e la promozione umana vanno insieme come voleva il beato Allamano.

Un altro importante lavoro sociale sono gli otto pozzi artesiani che forniscono acqua alla popolazione.

Dal 2011, sono arrivate anche le missionarie della Consolata. Le suore Luisella Berzoni, Catherine Thaara Njiru, Teodora Mbilinyi e Ernestina Ternavasio si occupano di scuola materna, catechesi nella scuola, visite alle famiglie, formazione dei catechisti, del gruppo dell’Infanzia missionaria, dell’accompagnamento dei giovani e delle donne cattoliche e della supervisione del centro di salute. Suor Luisella conferma che «Manda è una missione di prima evangelizzazione. Il seme della Parola di Dio è già nelle persone e ora è necessario sviluppare e formare una Chiesa adulta con basi cristiane. La gente sta vedendo che la Chiesa cattolica richiede molto e va in profondità per poter evangelizzare. Per noi, la missione richiede grande pazienza».

La comunitàdi Manda ringrazia.

Le sfide della missione

Padre Zanette spiega che nella stagione delle piogge da dicembre ad aprile è impossibile visitare le 21 comunità comprese nel territorio della missione. «Le strade scompaiono. Dobbiamo aspettare la stagione secca. In alcuni luoghi i cristiani riparano la strada e poi facciamo le visite pastorali». Poi, fino al mese di luglio, la popolazione lavora tutto il giorno nei campi che sono lontani dal villaggio. Con questo, il tempo utile per l’evangelizzazione nell’anno è di sei mesi. Solo nella stagione secca è possibile visitare ogni comunità almeno una volta al mese.

A Manda lavora anche padre Piero Cravero e padre Vedasto Kwajaba è appena arrivato come nuovo parroco. Tra sfide e speranze, la missione continua.

Padre Cravero spera di «intensificare l’evangelizzazione con un programma di visite domenicali nei quattro villaggi più importanti». Secondo lui le celebrazioni, la catechesi, l’accompagnamento dei catecumeni e la formazione sistematica per i catechisti, sono le azioni indispensabili.

La messa domenicale del 21 gennaio segna l’addio di padre Zanette, trasferito a Morogoro. La celebrazione fatta con grande gioia e devozione riunisce un gran numero di cristiani del villaggio e delle 21 comunità. Tutti vogliono salutare il missionario pioniere. Sono presenti anche le missionarie della Consolata, il superiore regionale della Tanzania, padre Cyprian Brown, e io stesso in veste consigliere generale.

«Oggi mi è stata data la responsabilità di continuare il servizio di padre Zanette», dice padre Kwajaba. «È una grande responsabilità lavorare in questa missione che ha molti bisogni dal punto di vista dell’evangelizzazione e della promozione umana. Con la grazia di Dio, il mio sogno è coinvolgere tutte le forze pastorali in questo compito».

Il catechista Damian Mwinje è venuto da Chifufuka, un villaggio di 14.000 persone. A Chifufuka i cattolici sono circa 400. L’anno scorso sono stati battezzati 17 tra bambini e adulti. Attualmente ci sono 38 catecumeni. «Padre Zanette è stato un grande leader. Era un vero pastore per noi. Anche con le difficoltà delle strade lui ha sempre visitato le comunità. Ci ha insegnato a organizzarci e preparare la gente per i sacramenti», dice il catechista. A Chifufuka padre Zanette «ha costruito la chiesa, la scuola e creato quattro piccole comunità».

Attraverso il cortile della missione passano molte persone, in particolare le donne cariche di fardelli di legna da ardere e prodotti del campo. In gran numero, bambini e giovani garantiscono la continuità di un popolo pieno di vita. Senza elettricità, la notte arriva portando oscurità e silenzio. Il nuovo giorno inizierà presto con il canto degli uccelli che invitano alla preghiera e al lavoro.

Jaime Carlos Patias
Consigliere generale dei missionari della Consolata

Durante la celebrazione del passaggio di consegne.
Missionarie e missionari della Consolata a Manda.
L’ospedale di Manda in cui servono le missionarie della Consolata.
Il centro catechistico di Manda.
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