Don Ciotti: mettere vita nella vita

Incontro con i giovani alla Certosa di Pesio ricordando il beato Allamano

Testo di Ludovico Chiappari, foto di Ludovico Chiappari e Daniele Giolitti |


L’invito ad andare alla Certosa di Pesio il 18 febbraio per partecipare all’incontro con i giovani che Don Luigi Ciotti terrà in occasione della Festa del Beato Allamano, arriva inaspettato, ma decido di andare.

Il viaggio in una domenica completamente nebbiosa, non promette nulla di buono. Nebbia, nebbia e nebbia fino a Chiusa Pesio dove piano piano fa capolino un raggio di sole, per arrivare alla Certosa dove il sole splende creando un paesaggio davvero pittoresco con il contrasto della neve.

Non ero mai stato alla Certosa di Pesio e davvero non sapevo cosa aspettarmi!

La Certosa

Il primo impatto è stato per me davvero bellissimo perché come sono arrivato ho visto un grande numero di giovani, di animatori e ragazzini che parlavano, cantavano e per me, animatore di gruppi giovanili di oratorio e di estate ragazzi, è stato davvero una forte emozione.

Poi è venuto ad accogliermi p. Daniele Giolitti, il superiore della Certosa di Pesio. Gentilissimo, allegro, pieno di vitalità che cercava di stare dietro a tutto e a tutti: i ragazzi dei gruppi di Asti che facevano il ritiro, i visitatori della Certosa, l’organizzazione del pomeriggio con Don Ciotti. Il tutto sempre con il sorriso nonostante le corse che faceva a destra e a manca.

Ho iniziato così ad esplorare la Certosa di Pesio. E sono rimasto davvero stupito e ammirato da quanta storia racchiuda questa costruzione da quando è stata fondata a quando è passata nelle mani dei Missionari della Consolata in poi. Nelle cappelline, nel chiostro, nei vari passaggi si respira ancora un’aria di passato colmo di spiritualità. E anche se c’erano circa 80 ragazzini che correvano per la caccia al tesoro, per preparare la messa, per cantare tutto era in una sorta di aurea.

Don Ciotti e il beato Allamano

Dopo il pranzo finalmente alle due e mezza l’atteso incontro con Don Lugi Ciotti che arriva scortato dai suoi 4 uomini di guardia (visto che ha già avuto molte minacce di morte), ma che già dal primo sorriso dimostra la sua semplicità e disponibilità.

Dapprima il saluto di padre Daniele e poi una breve presentazione della vita di don Ciotti da parte di padre Ugo Pozzoli (responsabile Missioni Consolata Onlus a Torino) e di padre Michelangelo Piovano (superiore dei missionari della Consolata in Italia).

Appena Don Ciotti parla, il suo carisma esplode e cattura l’intera platea di giovani! Racconta della sua vita, delle sfide che quotidianamente lo interpellano, delle difficoltà e dei sogni che vive ogni giorno. E parla del beato Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari e delle missionarie della Consolata con il quale sente molta sintonia di pensiero e di cuore.

Invita noi animatori e giovani a credere ai sogni, a non lasciarci vivere, a fare “squadra”, a non essere isole nel mondo, ma collaborare, coordinare, condividere la vita quotidiana fra noi, con gli altri per lottare e prenderci cura delle persone che hanno più bisogno da quelle più vicine a noi a quelle più lontane (citando proprio il beato Allamano). Ci invita a non farci fagocitare dall’indifferenza e dai nuovi padroni che spesso noi giovani abbiamo e cioè internet, cellulare, social che, pur se importanti, rischiano di isolarci.

Dobbiamo creare nuovamente relazioni personali, viso a viso, per riuscire insieme a modificare le cose e illuminare la vita delle tante situazioni belle e di bene, che ci sono nel mondo ma di cui nessuno parla. Ci invita ad essere, in modo particolare, per la nostra nazione l’Italia, dei «cittadini responsabili» che hanno il coraggio di dire le cose che non vanno ma sempre collaborando con le istituzioni, non limitandoci solo alle lamentele ma attivandoci. Ci racconta molti aneddoti della sua vita e di grandi figure che ha conosciuto e che hanno lottato e pagato spesso con la vita per cambiare il mondo. Ci parla di papa Francesco e di nuovo del beato Allamano. Risponde alle domande che alcuni giovani fanno sempre con il sorriso e grinta. L’incontro termina alle 17.00 circa con la santa messa animata con canti bellissimi dai gruppi di giovani.

Squarcio di sole nella nebbia

Alle 18 si finisce e si è pronti per ritornare a casa.

Che dire è stata davvero una giornata indimenticabile che racconterò in parrocchia al mio Don, ai miei amici animatori, ai miei animati, al gruppo di coordinazione giovanile zonale che spero di portare presto in Certosa. Questa giornata mi ha permesso di conoscere un luogo di spiritualità nel quale ci si sente davvero come a casa propria! È stato davvero bello scambiare idee con altri animatori e giovani che come me si danno da fare per tentare di portare avanti un cammino di fede personale e per i ragazzi più piccoli di loro. L’incontro con don Ciotti ha dato una carica e nuova linfa vitale da trasmettere a tutti noi.

Un grazie grande a padre Daniele e ai giovani che hanno animato la giornata.

Sono le 18, 15 mi preparo per tornare a casa. C’è di nuovo la nebbia che avvolge la Certosa e la strada, ma questa volta so che davvero tra la nebbia si apre sempre uno squarcio ed esce il sereno.

È questo il messaggio che mi ha lasciato la Certosa e che porterò ai miei amici!

Ludovico Chiappari

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