La «Minga» amazonica trifronteriza
La situazione
Il Vicariato Apostolico di Puerto Leuguizamo Solano, nella Colombia Sud orientale, si estende su una vasta regione con caratteristiche particolari: il suo territorio infatti è distribuito tra tre dipartimenti, Caquetá, Putumayo e Amazonas, e sta a ridosso delle frontiere con Perù ed Ecuador. In esso avviene il 2,5% delle relazioni commerciali, sociali, culturali e politiche tra i tre paesi latinoamericani. Infine si trova al centro del 6% dell’Amazzonia colombiana.
Queste caratteristiche rendono il Vicariato un luogo di particolare interesse per il mondo intero, non solo perché in esso si incontrano diversi popoli, ciascuno con la propria visione ancestrale del mondo, ma soprattutto perché è il cuore di una grande biodiversità, ricchezza di acqua e di potenziale energia. Allo stesso tempo il suo territorio, compreso tra i fiumi Caquetá, Putumayo e loro affluenti, è segnato da una grande vulnerabilità, perché isolato e generalmente trascurato dallo stato. Il fatto che le uniche vie di comunicazione tra la zona del Vicariato e il resto del paese siano fluviale o aerea, comporta diversi problemi: l’alto costo della vita famigliare, lo spostamento di molti in altre regioni, il non soddisfacimento dei bisogni di base della popolazione, come l’alloggio, l’istruzione, la sanità, l’occupazione, e la presenza di gruppi armati che si spostano liberamente tra i dipartimenti e, in certi momenti, tra Perù, Colombia ed Ecuador.
Ad aggravare la situazione concorre anche l’attività di estrazione, sfruttamento e traffico delle risorse naturali. L’estrazione del caucciù all’inizio del XX secolo, per esempio, ha prodotto gravi danni ambientali e socioculturali, come la schiavitù a cui è stata sottoposta la popolazione indigena della zona e addirittura l’estinzione di vari gruppi etnici.
La proposta: «Minga», lavoriamo insieme
In questo contesto, gli incaricati della pastorale sociale, educativa e indigena del Vicariato hanno organizzato un incontro di studio e lavoro a inizio novembre allo scopo di incrementare l’impegno per il territorio e di renderlo maggiormente visibile, di promuovere una riflessione che permetta agli operatori pastorali di appropriarsi del contesto sentendosi parte di un popolo multietnico e di crescere nella capacità di custodire la Casa comune, senza sempre aspettare iniziative o proposte che vengano da fuori. L’incontro si chiama «Minga», un termine indigeno che indica il lavoro fatto insieme per il bene comune. Da questo incontro è uscito il seguente documento programmatico.
Il Manifesto
Alla popolazione e a tutti coloro che servono l’Amazzonia e amano questa causa.
Convocati dal Vicariato Apostolico di Puerto Leguízamo – Solano, nel contesto della celebrazione del suo quinto anniversario, nei giorni 6-7-8 novembre 2017, i Vescovi e rappresentati delle equipe pastorali di Florencia, San Vicente del Caguán, Puerto Leguízamo – Solano (Colombia), San José del Amazonas (Perú) y San Miguel de Sucumbíos (Ecuador) insieme agli indigeni, contadini e alle istituzioni pubbliche e private per riflettere sulle opportunità e le sfide dell’Amazzonia nella tripla frontiera di Colombia/Ecuador e Perù.
Come comunità di fede che offre il suo servizio nell’evangelizzazione dei popoli amazzonici, prendendosi cura della causa comune
Costatiamo:
- Il forte impegno delle organizzazioni comunitarie per preservare, conservare e curare la vocazione di questo bioma amazzonico come regolatore del climatico mondiale
- La crescente coscienza della responsabilità ambientale e sociale che ha portato alla conformazione di iniziative di grande impatto come la Rete ecclesiale pan-amazzonia (Repam)
- L’assenza di politiche pubbliche a livello locale, regionale, nazionale e internazionale dirette alla cura, preservazione e conservazione dell’Amazzonia.
- L’esistenza di progetti economici disarticolati, come lo sfruttamento petroliero, minerario, boschivo, le monoculture, l’allevamento estensivo e la pesca eccessiva, senza uno sguardo ecologico-ambientale e privi di responsabilità verso la preservazione della selva a medio e lungo termine.
- La forte minaccia che mina la stabilità del sistema ecologico ambientale della nostra Amazzonia dovuta ad una deforestazione indiscriminata.
- La contaminazione dei grandi fiumi e suoi affluenti che vengono convertiti in depositi di scarichi solidi, chimici e residuali, minacciando seriamente e irreversibilmente tutti gli organismi viventi.
- L’impatto nocivo di agenti esterni sulla sopravvivenza e identità culturale delle comunità autoctone.
- Il narcotraffico e le miniere illegali (che) diventano una fonte permanente di degrado e distruzione dell’ambiente e delle relazioni familiari e comunitarie.
- La presenza insufficiente dello stato nei luoghi più isolati dell’Amazzonia che garantirebbe alla popolazione i suoi diritti fondamentali alla vita, educazione, salute e sicurezza.
Facciamo appello a
- Le autorità nazionali e internazionali,
- affinché garantiscano la cura e la protezione del bioma amazzonico e tutta la sua diversità; i diritti dell’Amazzonia devono essere tutelati e garantiti da ogni singolo paese e dal sistema globale;
- garantiscano che vengano consultati anticipatamente popoli indigeni in qualsiasi progetto che si pretenda sviluppare, soprattutto quelli di carattere estrattivo o le opere civili, proteggendo i popoli, i loro usi e costumi.
- Le autorità locali, affinché i loro piani di sviluppo abbiano uno sguardo veramente amazzonico, stabilendo alleanze che rafforzino le organizzazioni presenti nel territorio.
- Le organizzazioni indigene, contadine, urbane e di afro-discendenti, affinché cerchino consensi e impegni effettivi che generino condizioni per una vita degna, giusta e rispettosa dell’ambiente.
- Tutta la comunità,
- affinché si educhi ad un uso adeguato dei residui solidi contaminanti per diminuire l’impatto ambientale negativo.
- (si impegni) a sostituire l’uso dei pesticidi e di altri chimici agrari con pratiche agro-ecologiche che non colpiscano la flora e la fauna del territorio amazzonico
- Il mondo accademico, perché si coinvolga con decisione nei processi di ricerca scientifica, formazione e divulgazione della nostra realtà amazzonica per il beneficio di tutti.
- Gli agenti di pastorale, affinché assumano una voce più profetica e decisa nella difesa della pan-amazzonia.
Ci impegniamo a:
- Sintonizzarci con la proposta del Sinodo per l’Amazzonia convocata dal Papa Francesco per il 2019, partecipando attivamente nella sua preparazione, realizzazione e implementazione.
- Assumere, come discepoli missionari, uno stile di vita che metta in pratica la cura e la protezione della causa comune nelle nostre azioni quotidiane.
- Integrare nei piani pastorali un’azione evangelizzatrice che promuove la cura della vita in tutte le sue manifestazioni, ispirati dalla teologia della creazione.
- Stabilire in ogni chiesa locale un vincolo più stretto con la Repam
- Accompagnare le Comunità nella costruzione ed esecuzione di progetti produttivi sostenibili e confacenti all’ambiente amazzonico circostante.
- Dare vita ad azioni che si oppongano a tutto ciò che va contro la vita in Amazzonia.
Puerto Leguizamo, 8 novembre 2017