MESSAGGIO DEI CAPITOLARI PER I CONFRATELLI
IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA CONSOLATA 2017
“Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città, salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui”. (Atti 1,12-14)
Rileggere questo brano degli Atti degli Apostoli ci aiuta a raccontarvi l’esperienza vissuta in questo XIII Capitolo Generale e a condividerla con voi in occasione della festa della Consolata, madre di Gesù e madre nostra.
Siamo “entrati in città”,
non certo Roma, ma ogni città o villaggio dove noi siamo ai quattro angoli del mondo. Siamo entrati aprendo “il libro della missione” per ascoltare ed imparare dai cammini dei diversi continenti dove siamo presenti. Per “fare memoria” di come Dio, proprio in questo oggi, compie meraviglie attraverso la testimonianza e la dedizione di tanti missionari. Siamo entrati nella vita delle periferie di città anonime, attraversate da disagio e solitudine, serbatorni di scarti umani e di esclusione; dentro le foreste e le savane immense, sopra le montagne e lungo i fiumi, dentro la vita di popoli e comunità con cui camminiamo e lottiamo, soffriamo e ridiamo, cantiamo e piangiamo, preghiamo e speriamo imparando a conoscere, insieme, l’amore di Dio e a celebrarlo.
Siamo “saliti al piano superiore”
per vedere “la città di Gerusalemme”, cioè l’umanità, con gli occhi del Dio di bontà, lento all’ira, ricco di grazie e misericordia, e per lasciarci evangelizzare dai poveri e dalla realtà. Siamo saliti in alto per poter ascoltare nuovamente la chiamata di Gesù a “stare con Lui”, (Marco 3,13-14), per “alzare la testa e vedere che la nostra Liberazione è vicina” (Lc 21,28) e non lasciarci quindi scoraggiare dalle enormi difficoltà della vita e dalle tristezze dell’orizzonte del mondo. E per imparare da Lui a fare missione, con i suoi stessi atteggiamenti (Fil 2,5), di bontà e misericordia, lungo le strade, nei villaggi e nelle città, visitando la gente, accoglienti e premurosi nell’annunciare la misericordia di Dio per tutti contro ogni pregiudizio e divisione.
Siamo stati “assidui e concordi nella preghiera”
per cogliere il passaggio di Dio che in questi giorni “ci ha visitato” e ci ha fatto sentire la sua presenza in vari modi, specialmente nella fraternità tra di noi e nell’“attento discernimento circa la situazione dei popoli in mezzo ai quali svolgiamo la nostra azione di evangelizzazione” (Papa Francesco a noi).
In modo particolare, Dio è “passato in mezzo a noi” nelle due giornate trascorse insieme alle suore missionarie della Consolata e un gruppo di laici missionari a loro legati, e dedicate all’ascolto della vita e dell’insegnamento della Beata Irene Stefani, Nyaatha, umile missionaria del Vangelo, che “tutto faceva per Gesù” per essere carità e donare consolazione. E poi è “passato tra noi” in Papa Francesco che ci ha ricordato che “è molto più importante renderci conto di quanto siamo amati da Dio, che non di quanto noi stessi lo amiamo” e ci ha detto: “Non stancatevi di portare conforto a popolazioni che sono spesso segnate da grande povertà e da sofferenza acuta… Lasciatevi continuamente provocare dalle realtà concrete con le quali venite a contatto e cercate di offrire nei modi adeguati la testimonianza della carità che lo Spirito infonde nei vostri cuori (cfr Rm 5,5),” e imprimete “un nuovo impulso all’animazione missionaria” riqualificando “lo stile del vostro servizio missionario”.
Tutto questo abbiamo vissuto in compagnia di Maria, capace di “conservare e meditare tutto nel suo cuore,” per imparare da Lei a seguire suo Figlio Gesù (discepoli) e come Lei diventarne testimoni (missionari).
Cari confratelli,
Maria, non poteva lasciarci soli perché, come ci ricorda il nostro Beato Fondatore, è la “nostra Madre Tenerissima” che “ci ama più della pupilla dei suoi occhi”, e per questo ha vissuto con noi questo tempo di grazia, il kairos, tempo dello Spirito, vento di nuova Pentecoste per tutto l’istituto.
Lo Spirito Santo ci fa entrare nel mistero del Dio vivente e ci spinge ad aprire le porte per uscire, per annunciare e testimoniare il Vangelo, per comunicare la gioia della fede, dell’incontro con Cristo.
Lo Spirito Santo è l’anima della missione. Quanto avvenuto a Gerusalemme quasi duemila anni fa non è un fatto lontano da noi, è un fatto che ci raggiunge, che si fa esperienza viva in ciascuno di noi. La Pentecoste del cenacolo di Gerusalemme è l’inizio, un inizio che si prolunga e oggi coinvolge anche il nostro Istituto.
Cari confratelli,
non eravamo soli, “in quel piano superiore” in attesa dello Spirito Santo. Oltre a Maria, al Beato Giuseppe Allamano, alla Beata Irene Stefani e a tutti i confratelli che “hanno reso feconda la storia del nostro Istituto col sacrificio della vita” (Papa Francesco a noi), c’eravate anche voi che con la preghiera ci avete sostenuto e incoraggiato.
La nostra speranza non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo posto la nostra fiducia (cfr. 2 Timoteo 1,12) e per il quale “nulla è impossibile” (Luca 1,37). È questa la nostra speranza che ci permetterà di continuare a scrivere altre pagine di una grande storia nel futuro, al quale dobbiamo tenere rivolto lo sguardo, coscienti che è verso di esso che ci spinge lo Spirito Santo per continuare a fare grandi cose con noi.
In occasione della festa della nostra Madre Consolata, chiediamo a tutti di rinnovare l’impegno di mettere la missione al cuore della nostra vita, così come il nostro Fondatore ci invita a fare anche oggi: “datevi con tutto il cuore e con tutte le forze all’opera di evangelizzazione. È per questo speciale fine, per farvi santi, che sceglieste la via della missione” (Giuseppe Allamano, Lettera ai missionari del Kenya, 2 ottobre 1910).
I vostri confratelli partecipanti al XIII Capitolo Generale
* L’immagine della Consolata in questa pagina fu dipinta nella Corea de Sud e offerta a Papa Francesco in occasione dell’Udienza concessa ai capitolari IMC/MC il 5 giugno 2017.