È una lunga vita quella di don Aldo Benevelli, 93 anni, una vita nella quale ha fatto moltissimo tenendo come punto di partenza la sua Cuneo, dove doveva essere uno degli ultimi fucilati dai nazisti se non fosse riuscito a fuggire quando già condannato dalla Gestapo.
Prete, partigiano, combattente e pacifista. È lui che nel 1966 diede vita alla LVIA – Associazione Internazionale Volontari Laici: una novità per l’epoca, quando gli unici a svolgere azioni umanitarie in Africa erano i missionari. LVIA è un’associazione ispirata ai valori del Vangelo e della Cristianità, per operare nel mondo in modo laico.
In questi 50 anni di esistenza di LVIA, sono quasi 700 i volontari, donne e uomini che hanno operato con LVIA nei Paesi più poveri. Le attività realizzate non sono semplicemente “progetti” ma relazioni, condivisione di idee e risorse, impegno al nord e al sud per la costruzione di un mondo più giusto e di una cultura di pace e solidarietà.
Il Presidente LVIA, Ezio Elia
«LVIA tutta intera si unisce ai parenti e a tutti gli amici nella preghiera e nel dolore per la scomparsa di Don Aldo Benevelli, il nostro fondatore.
Come logiche conseguenze del suo coraggioso impegno civico nella Resistenza e della sua profondissima fede cristiana nacquero da don Aldo moltissimi frutti tra cui l’associazione LVIA. Essa nacque dal volontariato di alcuni giovani che cinquant’anni fa don Aldo seppe convogliare nella costruzione di una delle prime ong di area cattolica finalizzata alla solidarietà e cooperazione internazionale attraverso la realizzazione di concreti progetti di sviluppo. Una piccola ma solida risposta concreta come servizio di pace alla grande chiamata che proprio cinquant’anni fa fece Paolo VI con la Populorum Progressio.
Per LVIA don Aldo non fu solo un ottimo aggregatore di persone e maieuta di tante vocazioni all’impegno e alla solidarietà, al dialogo tra culture e religioni, ma fu anche il Presidente/direttore dell’Associazione dalla nascita fino al 1996, gestendo dunque in prima persona la quotidianità di LVIA nelle piccole e grandi scelte.
Seppe gestire il non facile passaggio di testimone ai successivi presidenti espressi dalla base associativa restando, con discrezione, a fianco di LVIA senza mai venir meno ad un prezioso ruolo di critica costruttiva, fino a poter consegnare, un anno fa, alla “sua” LVIA, il premio dell’Università della Pace.
Il motto da lui scelto per l’anello dei volontari “Ut non perdam”, tratto dal cap. 6 del vangelo di Giovanni sta a significare “Affinché nulla e nessuno vada perduto” in senso di profonda vicinanza con gli ultimi. Queste parole sono ormai incise sulle tessere dei nostri soci, scolpito nei nostri cuori e ci unisce ora nella comunione della preghiera e del ringraziamento.
Con questo arrivederci ti assicuriamo, don Aldo, che il servizio di pace LVIA continuerà ad impegnarsi per produrre frutti di giustizia».