Vecchio continente nuova missione


Iniziamo in questo numero una serie di brevi articoli per raccontare la nostra (come vissuta e sentita da noi missionari della Consolata) missione nel vecchio continente. Come è oggi, e come sogniamo che sia domani.

2016_04 MC Hqsm_Pagina_81L’Europa, un tempo bacino di vocazioni missionarie e deposito di risorse per la cooperazione, ha cambiato volto. Non siamo semplicemente passati da un tempo di vacche grasse a uno di vacche magre: il cosiddetto «vecchio continente» è diventato qualcosa d’altro. Sono cambiati i contesti culturali, sociali e religiosi, e questa mutazione (ancora in atto) è stata talmente veloce da coglierci impreparati. Cambiano le istituzioni, fra cui anche la Chiesa, e oggi, ci dicono le statistiche, il Vangelo trova più facilmente casa altrove. In alcuni dei nostri paesi siamo ancora pieni di diocesi, vescovi, strutture, ma le chiese si svuotano, e al di fuori di esse non si vede un grandissimo fermento ecclesiale, soprattutto fra i più giovani. L’inarrestabile fenomeno migratorio sta cambiando in maniera irreversibile le nostre città e i nostri paesi. Di questi tempi, per trovare non cristiani, non dobbiamo più andare in Agrica o nell’estremo Oriente: li troviamo «comodamente» dietro l’angolo. Sono coloro che vengono da altre culture e tradizioni, ma anche gli stessi europei che, per mille ragioni diverse, hanno abbandonato la Chiesa e, spesso, anche la pratica personale della fede.

Di fronte a questa lettura della realtà, pur superficialmente tratteggiata, anche i missionari della Consolata si stanno interrogando sul ruolo da assumere oggi in Europa. Appare chiaro che esso non può essere uguale a quello di un tempo. La missione di una volta non esiste più; facciamo fatica a rendercene conto, ma questa è la realtà. Oggi, la media dei missionari europei è avanti negli anni, e la maggior parte delle nostre attività si svolge in altri contesti. Cambia, in modo significativo, anche la nostra geografia vocazionale. Infatti, sono ormai parecchi i confratelli provenienti da altri continenti, in particolare da quello africano, che lavorano oggi in Europa.

A partire da questo mese, vi racconteremo come stiamo provando ad assumere le esigenze di questa nuova missione, con profonda attenzione ai tempi che viviamo, e nella fedeltà al nostro carisma. La chiamata ad annunciare il Vangelo è per sempre; cambiano gli stili, si modificano i contesti, ma il mandato missionario alla testimonianza e all’annunzio resta invariato. Per questo motivo, da qualche tempo, abbiamo intensificato la riflessione sulla nostra missione in Europa, partendo da quanto già facciamo in alcune realtà ad gentes che ci vedono impegnati in Italia, Spagna e Portogallo.

Il primo obiettivo che ci siamo dati consiste nello stabilire una concordanza sui criteri comuni che fanno di noi dei missionari della Consolata ovunque siamo e da qualsiasi parte del mondo proveniamo. Questo è il primo fondamentale passo per arrivare alla redazione del «Progetto missionario del Continente Europa», che stiamo preparando per vivere con maggior entusiasmo ed efficacia la nostra missione al servizio delle chiese locali. Vorremmo farlo in modo originale e creativo, mettendo in gioco le caratteristiche proprie del nostro carisma, il bagaglio di esperienza missionaria maturata in altre aree del mondo e il ricco patrimonio della convivenza interculturale che, se ben vissuta, può diventare oggi uno strumento potente di evangelizzazione.

Ugo Pozzoli


Questi brevi articoli sono pubblicati in contemporanea su Antena misionera in Spagna e Fatima missionaria in Portogallo.