Vescovo di Parma, missionario per il mondo

San Guido Maria Conforti (1865-1931)

Il card. Angelo Rocalli vedeva in lui «l’espressione episcopale più distinta in Italia di quel felice movimento missionario suscitato dall’enciclica Maximum Illud di papa Benedetto XV; rappresentante di quella completezza del ministero sacro delle anime che associa il vescovo al missionario: vescovo di Parma, ma missionario per il mondo». La sua canonizzazione è fissata per il 23 ottobre 2011.

Era un intrico di vie che chiudevano il duomo di Parma come in una ragnatela. Il piccolo Guido Maria Conforti lo percorreva ogni mattina per recarsi a scuola. Spesso, nel tragitto, compiva una piccola sosta per entrare nella chiesa della Pace, dove un grande crocifisso dominava l’abside. «Io guardavo lui, e lui guardava me – scriverà piu tardi – e mi pareva mi dicesse tante cose».
Gioo dopo giorno l’immagine di quel crocifisso misterioso trovava uno spazio sempre maggiore nel cuore di Guido, fino a conquistarlo interamente. Entrato in seminario, il desiderio di dedicare la vita alle missioni si faceva sempre più insistente. Ma la salute cagionevole gli impedì di realizzare questo sogno. Diventato prete, il Conforti decise di dar vita a una famiglia missionaria.
Aveva 28 anni quando acquistò una casa in Borgo Leon d’Oro, dove poter radunare una piccola comunità per aspiranti al sacerdozio e alla vita missionaria. Monsignor Conforti, vicerettore in seminario e canonico del duomo, era prete da cinque anni.
Correva l’anno 1895 quando, agli inizi di novembre, un gruppo di ragazzi entrò nella casa: iniziava così la giorniosa avventura di quello che sarebbe diventato l’Istituto saveriano per le missioni estere. II giorno di nascita della nuova congregazione missionaria sarà ufficialmente stabilito, con il Decreto di approvazione emanato dalla Santa Sede, il 3 dicembre del 1895, festa di san Francesco Saverio, patrono dell’Istituto.

I primi due saveriani a partire per le missioni furono destinati alla Cina: era il 1899. Essi seguivano mons. Fogolla, vescovo francescano, che poi morirà martire e sarà beatificato nel 1946.
Dal «cenacolo» di Parma si staccava così il primo drappello di missionari al quale, nell’arco di pochi anni, si sarebbero uniti altri gruppi di saveriani, tutti con la stessa meta: la Cina. Per oltre mezzo secolo i figli di mons. Conforti ebbero come campo di apostolato quella terra.
Ben presto il fondatore si rese conto della necessità di un luogo piu vasto, dove poter accogliere i giovani che chiedevano di far parte della famiglia. L’eredità lasciatagli da suo padre si rivelò provvidenziale per la costruzione, a Parma, del vasto edificio che, in seguito, diverrà la casa madre dei saveriani.
Ma le vie dell’uomo non sono le vie di Dio. L’istituto saveriano contava solo sette anni di vita, quando un inatteso avvenimento venne a sconvolgere i progetti del fondatore: la nomina del canonico Conforti ad arcivescovo di
Ravenna.
Poi, nell’autunno del 1907, papa Pio X poneva amorevolmente sulle spalle del fondatore una nuova croce: la nomina a vescovo di Parma. Il mite Conforti, dalla salute fragile, ma dal carattere adamantino, era chiamato dal Signore ad essere pastore di due greggi: da quel giorno avrebbe dovuto aver cura dei fedeli della diocesi di Parma
e della famiglia saveriana.

Terminata la prima guerra mondiale, mons. Conforti decise di aprire una seconda casa dove poter ospitare i giovani che, sempre piu numerosi, facevano domanda di entrare a far parte della sua famiglia missionaria. Nel 1919 un piccolo gruppo di saveriani fondò a Vicenza la prima «casa apostolica». Tra loro si distingueva la dolce figura d’un missionario reduce dalla Cina, padre Pietro Uccelli, il cui ricordo tra la popolazione del vicentino è ancora vivo oggi, nutrito di affetto e venerazione.
Lo sviluppo della congregazione registrò negli anni successivi una fioritura di altre case di formazione in Italia, fino a raggiungere in breve una ventina di comunità. Nell’autunno del 1928 mons. Conforti ebbe la gioia di raggiungere i suoi figli in Cina. Un viaggio assai faticoso, che finì per minare in maniera irrimediabile la salute, gia così fragile, del fondatore.
II 25 ottobre 1931 mons. Conforti ordinò diaconi otto giovani saveriani. Dopo la cerimonia si sentì male: era in corso un’emorragia cerebrale che l’avrebbe presto portato alla paralisi. Per giorni la gente accorse all’episcopio per chiedere notizie: tutta Parma era in trepidazione. Il 4 novembre il vescovo chiese il viatico. Volle che lo rivestissero con il rocchetto e la stola, e gli mettessero l’anello episcopale al dito. Nel pomeriggio il male si aggravo. I presenti lo sentirono sussurrare: «Vedrò Dio, il mio salvatore!». La mattina seguente, un giorno di pioggia, le condizioni dell’infermo peggiorarono. Alle 13.55 dolcemente spirò.
Il popolo di Parma, alla notizia della morte di mons. Conforti, non ebbe esitazioni; tutti erano concordi nel dire: «È morto un santo!».

Negli anni ‘50, quando la rivoluzione comunista di Mao Tsedong in Cina si abbatté sulla chiesa come una bufera, i missionari vennero imprigionati; molti di essi subirono processi infamanti e battiture e, infine, furono tutti espulsi (1952-53). Cacciati dalla Cina molti figli del Conforti si dispersero nei tre continenti, dando vita a nuove missioni in vari paesi dell’Asia, America Latina e Africa.
Fu proprio dal continente africano che venne la prova necessaria e definitiva della santità del Conforti: nel 1965, Sabina Kamariza, una ragazza del Burundi, colpita da un tumore al pancreas, data per spacciata dai medici e ormai in fin di vita, guarì improvvisamente, dopo una novena di preghiere a mons. Conforti. La consulta medica dichiarò all’unanimità (cinque su cinque) tale guarigione «estremamente rapida, completa e duratura, inspiegabile in base alle nostre conoscenze scientifiche».

di Ettore Fasolini

Dati biografici

30-3-1865 nasce a Casalora di Ravadese (PR).
1872-1876 frequenta le elementari a Parma.
1876-1881 entra in seminario; legge una biografia di Francesco Saverio, che diventa suo l’ideale e darà il mome ai suoi missionari, detti appunto «saveriani».
1888 è ordinato sacerdote.
3-12-1895 inaugura il «Seminario emiliano per le missioni estere», riconosciuto, 3 anni dopo, come «Congregazione di S. Francesco Saverio per le missioni estere».
3-3-1899 saluta i primi saveriani partenti per la Cina.
1902 viene ordinato vescovo di Ravenna, ma dopo due anni rinuncia per motivi di salute.
1907 ristabilitosi, è nominato coadiutore del vescovo di Parma, con diritto di successione.
1912 consacra mons. Luigi Calza 1° vescovo saveriano e vicario apostolico di Chengchow (Cina).
1921 approvazione definitiva delle Costituzioni.
1928 settembre-dicembre: visita i missionari in Cina.
5-11-1931 muore a Parma.
17-3-1996 è proclamato beato.
23-10-2011 canonizzazione.

Ettore Fasolini

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