nuove strade | perché giunga a tutti | il dono della bellezza che non si spegne»
(Francesco, preghiera finale dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium).
Mi piace questo invito alla «santa audacia». Ne abbiamo proprio
bisogno, perché nel vivere la nostra fede ci siamo davvero appiattiti. Chiamati
alle vette, pensiamo invece che le belle colline su cui viviamo siano anche
troppo impervie per le nostre deboli gambe.
È coraggioso che Francesco metta insieme gioia, bellezza e audacia,
tre dimensioni dell’essere cristiani che sembrano sparite dal nostro dizionario
e da tutto quello che esprime la nostra fede. Basti pensare a molte delle
chiese costruite alla fine del secolo scorso, spesso livellate da
un’architettura populista incolore che non ha più neppure l’eco della giorniosa
bellezza e dello slancio audace delle chiese gotiche. Specchio di una fede che
ha perso il sapore, che non osa più.
Gioia «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro
che si incontrano con Gesù». Sono le prime parole della lunga esortazione.
Quante volte ci è stato detto che noi cristiani non siamo più tali perché non
abbiamo gioia, anche se diciamo di credere nella Risurrezione. Ci siamo ridotti
come i discepoli di Emmaus in fuga da Gerusalemme. Viaggiamo nella vita a capo
chino, quasi vergognandoci di quello cui crediamo, abbagliati dalle mille luci
della ribalta del mondo. «Non ci ardeva il
cuore in petto?», domandano a se stessi i discepoli dopo l’incontro con Gesù.
Il cuore che arde, pieno di gioia:
quante volte sentiamo davvero la gioia di essere di Cristo? Quante volte questa
gioia si riversa nelle nostre relazioni, negli incontri, nel lavoro, nella
scuola, nel tempo libero?
Bellezza Abituati a una bellezza che si ottiene tramite lunghi trattamenti
di make-up, estenuanti esercizi di fitness, diete specializzate e
ritocchi al computer, ci siamo dimenticati che bellezza è semplicità,
innocenza, purezza e soprattutto verità. Come Dio, semplicità e bellezza
assoluta: «Dio è Amore». E basta. Eppure noi stessi abbiamo opacizzato questa
bellezza con il nostro essere cristiani pieni di contraddizioni e paure, con la
nostra mediocrità e con i nostri scandali. Noti e ben pubblicizzati sono quelli
della Chiesa gerarchica, ma i cristiani ordinari sono davvero immuni dal dare
scandalo?
Aprirsi alla bellezza è accettare la sfida della verità, dell’amore e
della libertà. «Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile,
onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri
pensieri» (Fil 4,8).
Audacia È chiamata al coraggio e alla creatività, alla sobrietà generosa
(l’unica cosa che si può sprecare è l’Amore!) e all’uscire verso gli altri,
alla fiducia piena di speranza e al camminare insieme. È osare la pace. È
praticare l’accoglienza, non solo quando c’è abbondanza, ma anche quando
bisogna stringersi un po’ e si deve condividere dallo stesso magro piatto.
Audacia è il coraggio di confrontarsi con la Parola per decodificare
le menzogne sublimate a verità dagli urlatori di tuo, dai magnati rifatti e
ritoccati o dai guru della pubblicità. Audacia è il dire no alla pressione del
gruppo, della gang, della curva, degli amici, della moda, del politicamente
corretto, del sentito dire. Audacia: per reinvenatare il proprio essere
cristiani a immagine di Cristo.
Bellezza, gioia e audacia: che queste tre parole diano sapore al nostro «pellegrinare»
nel 2014.
Gigi Anataloni