Mama Fatuma, una donna musulmana alle prese con la poligamia

Fatuma è
musulmana, madre di dodici figli e moglie di Said, che dopo 25 anni di matrimonio
sposa una seconda donna. Padre Francesco Beardi ci offre un suggestivo ed
emblematico racconto tratto liberamente da un romanzo della scrittrice
senegalese Mariama Ba. Ci ha detto l’autore di queste pagine: «Ho scritto
l’articolo perché è interessante l’approccio verso l’islam nell’Africa francofona,
espresso da una scrittrice africana. Il romanzo, essendo stato tradotto in
swahili, parla anche al Tanzania, Kenya, Uganda, Congo».

È una musulmana piacevole,
intelligente e pia. Tutti i venerdì prega in moschea e ogni giorno legge il
Corano. Si chiama Fatuma, sposata con Said, una figura di spicco nella società
locale africana. Nonostante cognate e suocera «Voglio molto bene a mio marito – confida Fatuma -, tanto da
ridimensionare la mia antipatia verso la sua famiglia, specialmente le donne…».

Fatuma pazienta con le sorelle di Said, che invadono la sua casa
mangiando a sbafo. I loro bambini, maleducati, ballano sui sofà indossando le
scarpe, e le mamme non dicono «beh». Sopporta persino gli sputi con cui
insudiciano i tappeti. Per non parlare della madre di Said. La suocera spesso
visita la nuora, accompagnata sempre da amiche diverse: entra in casa per
mostrare loro il successo del figlio Said, e si vanta della bellezza
dell’abitazione, quasi fosse sua. Nonostante tutto Fatuma ama e rispetta Said.
Da 25 anni vive con lui, e gli ha partorito ben 12 figli.

Una delle figlie, Aisha, mentre si sta preparando per l’esame di
maturità liceale, sovente rincasa con delle compagne di classe. Una di loro è
Amina, tacitua, scontrosa, ma bella. Un giorno Amina incomincia ad indossare
abiti costosi. Sorridendo ironicamente dichiara ad Aisha: «Questi vestiti me li
ha comprati un vecchio». Poco dopo, la notizia-bomba: Amina sposa il vecchio.
Specialmente i genitori bramano il matrimonio della figlia, perché il vecchio è
ricco. Il cuore umano, insondabile da sempre sotto molti aspetti, ora si misura
con il parametro denaro! Fatuma domanda ad Aisha: «Quando sarà il matrimonio?».
«Domenica prossima, ma senza festa, perché Amina non può reggere la derisione
delle amiche».

Come seconda moglie

«La sera del matrimonio di Amina – racconta Fatuma – mi sorprende
il fatto che tante persone vengano a casa mia, senza essere state invitate…».
Tra loro c’è l’iman della moschea e Shukuru, il fratello maggiore di Said.
«Dov’è tuo marito Said?».
«È uscito questa mattina e non è ancora rientrato».

L’imam e il cognato sogghignano, mentre cresce il disagio di
Fatuma. Dopo aver sorseggiato il tè, l’iman annuncia: «Oggi, signora Fatuma, suo
marito Said ha sposato una seconda moglie. Veniamo proprio ora dalla moschea,
dove si è celebrato il rito».

Subito Shukuru aggiunge: «Sorella Fatuma, Said ti ringrazia molto.
Allah gli ha donato una seconda moglie, e non può certo rifiutare tale regalo.
Said si congratula con te, poiché hai vissuto con lui 25 anni con la deferenza
che una moglie deve al marito. Tutta la parentela ti ringrazia, specialmente
io, fratello maggiore di Said».

Fatuma resta di sasso. Ma cela il suo imbarazzo, nonché la sua
collera. Abbozza persino un sorriso e prega di salutare Said, «il marito
diventato amico». E lei, la seconda moglie, chi è? Amina, la ragazza spigolosa,
ma affascinante.

«Mamma, piantalo!»

La figlia Aisha è più adirata della madre, alla quale non fa
sconti: «Mamma, piantalo subito, separati! Non voglio che tu litighi con un
uomo e con una ragazza della mia età».
Al che Fatuma replica: «Devo proprio romperla con il marito, dopo
aver vissuto con lui un quarto di secolo e aver partorito 12 figli? Devo poi
allontanarmi dal tradimento subito?».

Dopo una lunga e dolorosa riflessione, Fatuma decide di restare
dov’è, perché… «Non ho mai pensato che si possa trovare gioia al di fuori del
matrimonio».
I figli contestano la decisione della madre, e Aisha rincara la
dose: «Mamma, i tuoi guai non sono ancora finiti, vedrai!».
Ma tant’è. Intanto gli sforzi degli amici stretti di Said di farlo
ritornare a casa, almeno per un po’, falliscono. Ogni volta che Said menziona
Fatuma ed esprime il desiderio di rivedere i suoi 12 figli, quella ragazza-moglie
sviene seduta stante. Said scompare per sempre. Così l’esistenza di Fatuma muta
radicalmente. Secondo la legge islamica, è obbligata a vivere nella poligamia e
a dipendere economicamente da «ciò che resta».
Ma per lei non resta mai nulla. «Non è facile la poligamia! Le donne che vivono nel matrimonio
poligamico ne conoscono le amare conseguenze: falsità e martirio. Tutto ciò
indurisce il cuore».

«Non sono un giocattolo»

«Taxi, taxi, in fretta!». La gola di Fatuma è secca come una
foglia morta. Il cuore è impazzito e la fa sussultare. «Taxista, più veloce!
Corri, corri…».

Arriva all’ospedale, ma il marito Said è già morto. Il dottore
spiega: «È stato un infarto fulmineo, mentre era in ufficio. I massaggi al
cuore e la respirazione artificiale sono state armi inefficaci contro la volontà
di Dio…».

La morte di Said gremisce la casa di Fatuma di molti conoscenti.
Lei indossa un velo nero sul capo e sopporta l’andirivieni della gente. Grida e
lamenti funebri eccessivi acuiscono il dolore della vedova. Secondo i costumi
locali, Amina, da cinque anni con Said, partecipa al funerale. La presenza
della seconda moglie irrita la prima. Dopo la sepoltura, i partecipanti al rito
salutano i familiari del morto, porgono condoglianze alle vedove e tessono le
lodi del marito: «Said, amico dei giovani e dei vecchi. Said, vero fratello,
marito premuroso, musulmano fedele. Allah abbia misericordia di lui!».

Il lutto dura 40 giorni. Però Shukuru, il fratello maggiore di
Said, è già nella stanza di Fatuma per dichiarare: «Appena terminato il lutto
ti sposerò. Voglio proprio che tu sia mia moglie».

Fatuma da 30 anni è avvezza al silenzio di fronte agli uomini. Ma
quel giorno la sua voce esplode rabbiosa e carica di scherno. «Shukuru, tu
dimentichi che anch’io ho un cuore e un’intelligenza. Io non sono un giocattolo
da passare da una mano all’altra. Tu non capisci che cosa significhi per me
“sposarsi”. È un atto di fiducia e di amore. È un dono reciproco tra chi
sceglie e chi è scelto». Fatuma sottolinea con forza la parola «scelta». Shukuru
ammutolisce. Se ne va colmo di rancore.

Il ladro della figlia

Aisatu, un’altra figlia di Fatuma, è rimasta incinta fuori del
matrimonio. All’inizio non lo ammette.

«Come immaginare che mia figlia giochi
licenziosamente con un ragazzo? Come accettare questa realtà che mi colpisce
come un fulmine a ciel sereno?».

Fatuma è affranta. La domanda è: «Chi? Chi è
il ladro? Perché un giovane di condotta lasciva è un ladro!».

Delusa, la mamma scruta la figlia, sempre
dolce e pronta ad aiutarla in casa. Alla fine Aisatu rivela il nome del suo
amante: è Iba, studente universitario. Si sono conosciuti durante la
festicciola di compleanno di un amico. Poi Iba ha cercato Aisatu a scuola, e
quel giorno la figlia non è tornata dalla madre per mezzogiorno. Il ragazzo ha
accolto la ragazza con gioia e gentilezza nella sua stanza dell’università… Iba
ha saputo che Aisatu è incinta. Però ha rifiutato l’aiuto di chi si prestava a
farla abortire.

«Mamma – dichiara Aisatu -, Iba verrà a
spiegarti tutto ciò che desideri sapere».

Ed eccolo Iba a tu per tu con Fatuma. È un
ragazzo che veste normalmente. Ma i suoi occhi sono un fascino. Il sorriso
riscalda il cuore. Questo giovane, tentatore di Aisatu, incanta la madre
dicendo: «Signora Fatuma, da tempo desideravo incontrarla. Aisatu mi ha
raccontato molte cose di lei e dei suoi parenti. Sua figlia è il mio primo
amore, e sarà l’unico. Chiedo scusa per quanto è capitato. Se lei è d’accordo,
sposerò Aisatu. Mia madre si prenderà cura di nostro figlio, mentre noi
proseguiremo gli studi. Grazie di tutto…».

Davanti agli occhi di Fatuma, madre
intelligente, premurosa e credente, sta nascendo una nuova famiglia. «Allah
benedica il cammino che Aisatu e Iba hanno intrapreso insieme. Salaam
aleikum
! La pace sia con voi!».

Francesco Beardi

Ndr: il titolo originale del
romanzo di Mariama Ba in lingua francese è Une si longue lettre. In
Swahili: Barua ndefu kama hii. In Italiano: Cuore Africano (Edito
da Sei nel 1981). Mariama Ba (1929-1981) è stata una figura di spicco tra gli
intellettuali africani che hanno sviluppato il dibattito sulla condizione
femminile nel continente.

Francesco Beardi

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