Nata nel 1997, Rádio
Santa Clara è un’emittente Am di Floriano. I proprietari sono i frati minori,
che dall’Italia arrivarono nella città del Piauí nel 1967. Subito molto attivi
nel campo educativo e sociale, i francescani divennero ben presto
un’istituzione radicata e rispettata.
Floriano (Piauí). Davanti al mixer siede Paulo Henrique, tecnico del suono. «Frei
Erivelton non c’è» ci dice. I locali sono quelli di Rádio Santa Clara, una delle principali emittenti della città, «la prima
nel cuore della gente» (a primeira no coração do
povo), se vogliamo dare credito allo slogan.
Paulo
ci suggerisce di cercare il direttore, frei Erivelton Pereira de Passos, al convento
francescano, nel bairro Ibiapaba, non lontano
da qui.
L’entrata del convento, stretto tra la chiesa e la scuola
appartenenti allo stesso ordine francescano (Ofm), si trova davanti a una
piazzuola di palme e fiori sul cui selciato risalta una grande scritta: Paz e Bem, il saluto dei francescani.
Frei Erivelton è minuto e scattante. È brasiliano, ma parla un
ottimo italiano, perché la storia dei frati di Floriano è una storia italiana
che inizia nell’Irpinia, a metà degli anni Sessanta. I francescani di quella
regione decidono di aprire una missione nel Piauí, uno degli stati più
arretrati del Brasile.
Il primo ad arrivare nella città di Floriano è frei Antonio Curcio
nel 1967. L’anno seguente dall’Italia arrivano altri quattro confratelli, tra
cui frei Vincenzo Cardone. Saranno questi due frati – attraverso la fondazione «Nostra
Signora delle Grazie» (Nossa Senhora das Graças) – l’anima della missione francescana.
Subito dopo la costruzione del convento e della chiesa, frei
Antonio dà inizio alla sua opera più ambiziosa. In un paese dove l’istruzione
pubblica è troppo spesso scadente, nel 1969 fonda una scuola, il Colégio Industrial São Francisco de Assis, che guiderà fino alla sua scomparsa (avvenuta nel giugno 2012)1. L’istituto diventa ben presto uno
dei migliori della regione e oggi conta circa 600 alunni tra scuola primaria e
secondaria2.
Non è certo da meno frei Vincenzo (Vicente), attivissimo nel campo
sociale. Promuove ad esempio il sindacato dei lavoratori rurali e
l’associazione dei piccoli produttori agricoli. E, nel 1995, acquista
un’emittente locale, la futura Rádio Santa Clara.
Quando lo incontrammo, pochi mesi prima della sua scomparsa
(avvenuta nel luglio 2014), il francescano di Pietrelcina (il paese di Padre
Pio), già indebolito dalla malattia e dal peso dei suoi 88 anni, ci raccontò
delle difficoltà burocratiche che l’acquisto aveva comportato e dei costi per
mantenerla, ma era convinto della bontà dell’operazione. «Non abbiamo dati
ufficiali – ci spiegò -, ma secondo le nostre rilevazioni alcuni programmi sono
stati seguiti da un pubblico di 5mila persone». E aggiunse: «Ad un certo
momento mi si è anche presentata la possibilità di avere un’emittente
televisiva locale, ma non essendo sicuro delle forze disponibili ho desistito.
Però ammetto di averci pensato. Bisogna accompagnare i tempi».
Racconta frei Erivelton: «Rádio Santa Clara è nata ufficialmente
l’11 agosto del 1997. Fra’ Vicenzo aveva capito le potenzialità del mezzo per
la diffusione del messaggio cristiano e dell’evangelizzazione. Possiamo
raggiungere facilmente migliaia di persone, diceva. E aveva ragione: questa è
una radio Am e dunque può arrivare lontana. Fino a 100 chilometri da Floriano».
In un paese dove le antenne paraboliche si trovano anche nei
luoghi più impensati, chiediamo a frei Erivelton se la radio sia ancora uno
strumento di comunicazione diffuso. «Secondo una recente inchiesta, su 100
persone 95 vedono la televisione ma di queste 80 ascoltano anche la radio. E questa
è una buona notizia. Quanto a internet, essa è ancora sotto il 50%, anche per
problemi di collegamento. Di certo però la radio non può rimanere da sola,
slegata dai nuovi mezzi di comunicazione. Per questo anche Rádio Santa Clara ha
una pagina web e usa internet per trasmettere in streaming».
L’emittente mette in onda musica, informazione, sport e
intrattenimento. «Abbiamo – spiega il direttore – quasi 17 ore di
programmazione dal vivo. La radio inizia a trasmettere in diretta alle 5 del
mattino con le notizie giornalistiche».
Un’attività impegnativa che richiede un organico adeguato. «A Rádio
Santa Clara lavorano 15 persone: 7 persone fisse più 8 collaboratori. Non
abbiamo professionisti veri e propri, ma soltanto persone appassionate3».
Domandiamo al direttore se esista qualche programma particolare. «Forse
“Siga bem caminhoneiro”, un programma dedicato ai camionisti, una categoria molto
importante in un paese come il Brasile, enorme e privo di ferrovie».
A
chiusura della nostra conversazione chiediamo a frei Erivelton un giudizio sul
Brasile. «Rimaniamo la nazione delle disparità in cui molti hanno niente e
pochi hanno tutto. E ciò è legato (anche) a un problema di mentalità: a troppi
va bene o non importa che le cose siano così. Il futuro nasce dal cambiamento
di questa mentalità. Prima la gente si conformava alla situazione (“è sempre
andata così”), adesso invece reagisce. Sicuramente non dobbiamo illuderci, ma
pian piano le cose stanno cambiando».
Magari
una radio serve anche per questo: ad aiutare le persone a cambiare mentalità.
Paolo Moiola