L’Italia era il primo partner
europeo dell’Iran. Per obbedire all’embargo, ha ridotto progressivamente un
legame commerciale molto importante.
Divenendo complice di un’enorme ingiustizia.
Razie
Amani è una giornalista e docente universitaria iraniana. Ha studiato in Italia
e insegna la lingua italiana in un ateneo di Teheran.
Professoressa Amani, qual è
l’attuale situazione economica dell’Iran dopo le sanzioni inteazionali?
«A causa delle sanzioni l’economia
dell’Iran ha subito forti e innegabili conseguenze negative. Un aumento
drastico dei prezzi e di conseguenza il calo notevole di potere di acquisto
della moneta. I settori economici più toccati sono quello petrolifero e
bancario, ma in generale un po’ tutti. La mancanza di alcuni prodotti pesa
maggiormente. È il caso dei medicinali e dei farmaci indispensabili
(soprattutto per malattie considerate gravi o croniche) e dei pezzi di ricambio
(per le attrezzature ospedaliere, per le auto eccetera), perché la mancanza
incide direttamente sulla produzione e sui costi. In generale, l’embargo va a
colpire soprattutto i più deboli, la fascia medio-bassa della popolazione che
ora si vede costretta al “minimo indispensabile”. Questa è la ragione
principale per la quale la gente non accetta le accuse delle potenze straniere
e i loro ragionamenti; essa si sente vittima diretta e innocente di una
punizione e una pressione economica ingiuste che vorrebbero costringere l’Iran
a cambiare la sua politica estera e intea. Nulla di quello che viene detto
contro l’Iran risulta credibile agli occhi del più semplice cittadino iraniano,
anche quello meno allineato con le politiche dei suoi governanti. In sintesi,
le sanzioni stanno pesando molto sulle spalle della gente, danneggiano
l’economica e le imprese, mettono in seria difficoltà la vita di tutti, ma non
piegano gli Iraniani, anzi li rafforzano».
Come reagisce
la popolazione?
«La popolazione reagisce con
attenzione e intelligenza. Ha una capacità straordinaria di valutare la
situazione politica dell’Iran e del mondo; ha anche la capacità critica di
giudicare la condotta del governo e dello stesso presidente ma non si lascia
ingannare facilmente dalla macchina propagandistica delle potenze occidentali
obbedienti agli Stati Uniti. Sente sulla propria pelle l’arroganza e
l’ingiustizia dei paesi ostili all’Iran e delle ragioni vere di questa ostilità
costruita artificiosamente».
La rielezione di Obama a presidente
degli Stati Uniti ha aperto nuove prospettive per l’Iran?
«Nessun
cambiamento serio. Forse un tono meno aggressivo ma sicuramente un paese come
l’Iran, preso di mira, è difficilmente ingannabile dalle parole e dai media,
siano nazionali che inteazionali. Gli Iraniani sono cittadini di un Paese
culturalmente molto elevato e colto: essi subiscono anche l’ingiustizia
dell’Occidente e ne sono consapevoli; con questo non voglio dire che in Iran
non ci sono opposizioni, dissidenze o persone che vorrebbero un approccio più
morbido del governo con gli Usa e con l’Occidente in generale, ma la
maggioranza ha compreso gli inganni dialettici e gli scopi reali della propaganda
occidentale e si fa poche illusioni. Tuttavia nessuno rinuncia a sperare in una
chiarificazione internazionale e in una pacificazione. Questo è sicuro…»
Lei è vissuta in Italia e ne conosce bene la cultura e la lingua. Quali
sono le relazioni con il suo paese, dopo le sanzioni?
«Le relazioni economiche
Iran-Italia hanno subito anch’esse conseguenze molto negative. E pensare che
l’Italia rappresentava il primo partner economico europeo dell’Iran! Non so se
tale situazione è rimasta immune dalle sanzioni occidentali. Esse, certo,
danneggiano l’Iran, ma anche l’Italia che, purtroppo, deve obbedire. Anche a
costo della bancarotta».
«Gli italiani, in generale,
bombardati anche loro dai mass-media non hanno una giusta visione dell’Iran e
degli iraniani, ma questo non rappresenta solo una realtà italiana: riguarda
tutto l’Occidente. Vi sono, tuttavia, italiani informatissimi con i quali ho
avuto la fortuna e il piacere di parlare e scambiare le idee, che conoscono il
mio paese per quello che realmente è. Per la sua incomparabile civiltà e
storia, per la sua gente, rivoluzionaria nel cuore e nella mente, e per le sue
caratteristiche religiose e culturali».
Qual è il ruolo
dei media in relazione all’embargo e all’informazione sull’Iran?
«È stato un ruolo fondamentalmente
distruttivo, se intende quello dei media occidentali mainstream. Si sa che sono
loro che formano la cosiddetta “opinione pubblica” che, in sé, non esiste
autonomamente. È stato fondamentale per rendere passiva, anzi accondiscendente
alle sanzioni, l’opinione pubblica occidentale, senza che ne capisse neppure le
raioni al di là del solito spauracchio delle “armi chimiche” e della “bomba
nucleare”».
L’attuale
guerra in Siria che scenario disegna nei confronti dell’Iran?
«L’Iran è al centro di questa
guerra proprio perché ne è l’obiettivo direi esclusivo. Tuttavia è considerato
anche l’avversario principale e più forte capace di frenare quest’aggressione
internazionale contro la Siria. Di difendere il governo siriano in se stesso
all’Iran può interessare poco; ma vedersi arrivare fuori della porta di casa
quelli che già si sentono “padroni” dell’intera area… renderebbe preoccupato
chiunque. E del resto anche la Russia e la Cina avvertono questo pericolo e
sentono che questa è la vera intenzione degli americani e dei loro alleati.
L’aggressione alla Siria è solo l’inizio perché è vista come una dei componenti
del “Fronte trilaterale della resistenza islamica” composta da Hezbollah, dalla
Repubblica Islamica dell’Iran e, appunto, dalla Siria, contro Israele e
l’imperialismo in generale. Questo dovrebbe apparire chiaro anche a una certa
fascia della popolazione dei paesi arabi, ma i suoi governanti non le danno
spazio per capire a che gioco si sta giocando ai danni dell’intero Islam, e non
solo di quello sciita».
Rimaniamo in
tema di fede religiosa. Come vede l’elezione del nuovo Papa, Francesco?
«È sicuramente un evento molto
importante nella storia della Chiesa cattolica e forse incisivo anche per
l’intero mondo cristiano; ovviamente quello autentico e sincero; e questo, sia
per le dimissioni storiche e senza precedenti del precedente Papa sia per ciò
che dice e promette il nuovo Papa Francesco. Un nome molto amato da tutti
cristiani, al di là delle appartenenze nazionali o di altra natura, ma che
rende più difficile il compito di colui che sembra voler essere vicino a una
certa visione spirituale e a una condotta coerente. Sembra una bella figura che
ispira sincerità». •
• Angela Lano, E dopo la primavera, arrivò l’inverno, Dossier Missioni Consolata,
gennaio 2013.
• Marco Perissinotto – Hamid Masoumi Nejad, Iran, un viaggio in Persia tra Oriente e
Occidente, Edizioni Polaris, Firenze 2013.
• Alì Reza Jalali, La Repubblica Islamica dell’Iran tra
ordinamento interno e politica internazionale, Irfan Edizioni, Roma 2013.
• Matteo Bressan, Hezbollah, Datanews, Roma 2012.
• Giorgio Frankel, L’Iran e la bomba, Edizioni Derive e Approdi, Roma 2010.
• Wael Hallaq, The Origins and Evolution of Islamic Law, Cambridge University Press, 2005.
• Gilles Kepel, Jihad, ascesa e declino, Carocci editore, Roma 2001.
• Henri Laoust, Gli scismi nell’Islam, Ecig, Genova 1990.
• Joseph Schacht, An Introduction to Islamic Law, Oxford
University Press, 1964.
• Fulvio Grimaldi, Target Iran, documentario (in Dvd).
Abbiamo scelto una
traslitterazione scientifica parziale per non appesantire con inserzioni
grafiche la lettura.
Angela Lano, giornalista e
scrittrice, orientalista per studi e passione, da molti anni viaggia in Medio
Oriente. Collaboratrice di MC, vive a
Salvador Bahia, Brasile.
Angela Lano