A spasso sul cammino
di sant’Agostino
Un pellegrinaggio religioso,
utile a chiunque voglia prendersi una pausa introspettiva dalla convulsa vita
modea. Si snoda su 926 km in sette province lombarde. E si può fare
un’estensione di 605 km in Nord Africa, tra Tunisia e Algeria. Rigorosamente a
piedi. Ecco alcune tappe di un «Cammino» poco conosciuto.
«Il mondo è un libro. Chi non viaggia ne legge una pagina soltanto»,
affermò sant’Agostino. Scoprire altre terre aiuta a comprendere popoli con
specifiche usanze e tradizioni. Viaggiare apre la mente e il cuore, se solo si è
davvero disposti a interagire con le genti del luogo visitato.
Talvolta, abbiamo dell’atto del viaggiare un’idea
distorta, intendendo con ciò uno spostamento spazio-temporale ampio, che copre
parecchi chilometri, sino a raggiungere destinazioni definite esotiche. In
realtà, viaggiare significa scoprire anche quella parte di mondo vicina a noi,
in cui rientrano siti alle porte di casa, che spesso non sono considerati mete
degne di conoscenza. Per fortuna, negli ultimi anni, tante persone stanno
riscoprendo le bellezze paesaggistiche e artistiche dell’Italia. All’interno di
questo processo di valorizzazione del nostro straordinario patrimonio si
inserisce un interessante fenomeno, ovvero la ritrovata passione per i cammini
di fede: dal Cammino di sant’Antonio a quello di san Benedetto.
Tra questi, uno particolarmente interessante, è quello
di sant’Agostino. Il grande filosofo e padre della Chiesa, considerato il più
celebre tra i convertiti della storia cristiana.
Un cammino per
fermarsi
A differenza di altri cammini, quello
dedicato a sant’Agostino si dirama in una delle zone d’Italia più densamente
popolate, la Lombardia.
Il fatto che il percorso si snodi nel cuore
della più frenetica e trafficata regione del Nord Italia, tra sette province
(Milano, Pavia, Lecco, Como, Bergamo, Varese, Monza e Brianza), non deve
spaventare. Infatti, percorrendo il Cammino si scoprono tante zone
verdeggianti, dove la natura ha vinto sui tentacoli del processo di
cementificazione e dove ci si può rilassare, meditando, pregando, contemplando
il panorama. Questo è in effetti uno dei grandi pregi dell’itinerario, quello
cioè di far conoscere, in modo lento e calmo, angoli meravigliosi di una delle
regioni italiane ritenute più caotiche e urbanizzate.
Il Cammino di sant’Agostino permette di
osservare da un’altra prospettiva alcuni luoghi notevoli dal punto di vista artistico
e religioso.
L’itinerario collega cinquanta santuari
mariani, che testimoniano la profonda devozione dei lombardi verso la madre di
Gesù. All’origine di molti di essi si parla di veri e propri miracoli, come
quello avvenuto presso Imbersago (Lc) dove le invocazioni rivolte da una madre
a Maria permisero di liberare il figlioletto dalle fauci di un lupo. Sono essi
santuari, cappelle, o grotte naturali in cui scorre acqua benedetta e
taumaturgica.
Molti devoti che hanno compiuto il Cammino –
definito pellegrinaggio mariano – descrivono il circuito come «Rosario a cielo
aperto». Proprio come altri itinerari religiosi, invita a pregare, a osservare
con attenzione le persone, il paesaggio, e a percepire la realtà da una
prospettiva non materialistica.
Pur essendo un cammino in primis
religioso, chiunque, laico o non credente, lo percorra, regala a se stesso un
periodo di introspezione, di riflessione, per meditare sul senso della propria
esistenza, prendendo una sana pausa dai doveri sociali e familiari. In un
sistema complesso, veloce e convulso come quello in cui viviamo, fermarsi e
prendere del tempo per sé è fondamentale per capire dove ci troviamo e dove
vogliamo andare. La forza di un cammino come quello di sant’Agostino, deriva
anche da questo aspetto: dalla possibilità di concedersi del tempo per stare
con se stessi o coi propri cari, senza fretta, percependo con maggiore intensità
e lucidità aspetti intangibili dell’esistenza.
Il pellegrinaggio
della rosa
Ispirato a sant’Agostino, questo itinerario è
stato concepito per dare la possibilità a persone di tutte le età di
effettuarlo. Il percorso permette al pellegrino di visitare anche musei, ville
storiche, parchi. Il Cammino si può suddividere in quattro fasi, che, unite tra
loro, compongono simbolicamente una rosa: se si osserva il percorso da una
prospettiva aerea l’immagine del fiore è evidente (vedi cartina). Da
qui, l’altra denominazione di questo itinerario, detto appunto «della rosa».
La prima fase è stata elaborata in maniera
circolare, in modo da permettere al viandante di ritornare esattamente al punto
di partenza, che è Monza. La lunghezza complessiva di questo primo tratto è di
circa 350 chilometri e indicativamente lo si può percorrere in una quindicina
di giorni. Fra le tappe di questo primo tratto segnaliamo Santa Maria delle
Grazie a Monza, il santuario della Madonna dell’Albero a Carimate (Co), la
Madonna del Bosco a Imbersago (Lc), il santuario della Madonna Addolorata,
chiamato popolarmente santuario della Rocchetta, ad Airuno (Lc) e il Domus
Sancti Augustini a Cassago Brianza (Lc), l’antico sito romano Rus Cassiciacum
in cui Agostino dimorò per alcuni mesi e dove si convertì alla fede cristiana.
Questo primo tratto del Cammino costituisce il fiore della rosa.
Il secondo tratto, che rappresenta la
cosiddetta «foglia orientale», parte da Milano e arriva a Monza diramandosi in
direzione Est per un centinaio di chilometri e toccando otto santuari mariani,
tra cui quello della Madonna delle Lacrime a Treviglio (Bg) e quello della
Madonna del Miracolo a Cassano d’Adda (Mi).
La «foglia occidentale» riguarda la parte
Ovest tra Monza e Milano, e fa tappa ad altri otto santuari. I pellegrini che
passano per questo tratto hanno l’opportunità di visitare il sito
dell’Esposizione Universale 2015 di Milano, grazie ai collegamenti tracciati ad
hoc. Tra essi, vi è il percorso che collega l’aeroporto di Malpensa con il
santuario di Busto Arsizio. In questo itinerario sono incluse anche le Vie
d’Acqua sempre legate all’area Expo 2015.
Tra i santuari segnaliamo quello della
Madonna Addolorata a Rho (Mi) e Santa Maria alla Colombara a Milano.
Il «gambo», quarto tratto del Cammino,
collega Monza, Milano e Pavia, e la lunghezza varia a seconda del tragitto che
si vuole percorrere. Il gambo è stato infatti arricchito di circa 154
chilometri, con un’estensione verso Genova, lungo la «via del sale». Si tratta
di un percorso molto suggestivo di 5 giorni che parte dalla basilica di San
Pietro in Cieldoro a Pavia, dove sant’Agostino è sepolto, e giunge alla chiesa
agostiniana della Consolazione di Genova.
Infine, per chi desidera scoprire «le radici»
di sant’Agostino può aggiungere una quinta fase recandosi nel Nord Africa,
toccando i luoghi africani del santo, che collegano Tunisi in Tunisia a Ippona
in Algeria in andata, e Ippona aTagaste in Algeria, per richiudersi a Tunisi,
al ritorno.
Questo tratto, della lunghezza di 605
chilometri, è molto impegnativo, quindi è necessario un buon allenamento
psicofisico, oltre che un’accurata pianificazione dell’itinerario. In Italia la
lunghezza complessiva del Cammino di sant’Agostino è di 926 chilometri.
Il Cammino di sant’Agostino è segnalato con
frecce stilizzate di colore giallo. In alcuni punti sono più visibili, in altri
meno. Questo tipo di segnaletica, che si trova un po’ precaria su pali o
alberi, è ancora provvisoria, in attesa di una marcatura più evidente, già
individuata in un logo in cui spicca una rosa stilizzata blu su sfondo giallo.
Tra i percorsi del Cammino ve ne indichiamo
tre, due di facile percorrenza, il terzo un po’ più impegnativo.
Il primo itinerario che segnaliamo parte dal santuario della Madonna di Czestochowa a
Valgreghentino e giunge al santuario della Madonna Addolorata ad Airuno. Questo
tragitto è breve, lungo circa cinque chilometri, e attraversa una zona del
lecchese poco trafficata, con tratti di campagna. Può essere una bella
passeggiata di una giornata, contemplando il panorama e meditando. Si parte
dalla frazione di Valgreghentino, chiamata Dozio, posizionata su un colle. Qui
sorge una piccola chiesa dedicata alla Madonna Nera di Czestochowa. Si tratta
di un sito votato all’eremitaggio e alla preghiera già in tempi antichi, in cui
sorgeva un tempietto dedicato all’arcangelo Michele, poi ricostruito nel
Cinquecento e consacrato a San Martino. Solo tra il 1976 e il 1977, su impulso
dell’allora parroco don Alfredo Zoppetti, fu eretta l’attuale chiesa. Il luogo è
molto suggestivo e invita alla riflessione, a cominciare dall’altare esterno al
santuario, in cui vi è un bel mosaico della Vergine di Czestochowa. Dalla
frazione di Dozio si raggiunge il santuario della Madonna Addolorata ad Airuno
percorrendo in parte strade asfaltate, in parte vie sterrate e poi
acciottolate. La passeggiata si dirama tra una splendida vegetazione, i cui
colori cambiano a seconda della stagione. In primavera si scorgono le bacche
rosse del pungitopo, tra alberi di robinia, castagni, e poi la viola mammola,
il ginestrino, e la margherita dei campi. Lungo il percorso s’incontrano sette
cappelle di origini settecentesche, i cui affreschi (protetti da una rete)
raffigurano i diversi momenti della passione. Per raggiungere il santuario
della Madonna Addolorata si può continuare lungo la via oppure ascendere la
Scala Santa, con 130 gradini di granito, ai cui lati si elevano tredici edicole
della Via Crucis.
Dalla Scala Santa si giunge alla
Cappella-Sepolcro, dove è conservata la statua del Cristo morto. Salendo ancora
qualche gradino si arriva al santuario chiamato, fino alla metà del XVIII
secolo, Santa Maria della Pace o «della Rocca». All’interno troviamo dipinti e
affreschi raffinati, tra cui spicca nel presbiterio una struggente Pietà.
Notevole è anche il maestoso altare
marmoreo, risalente al XVIII secolo. All’esterno del santuario, sul lato
sinistro, si trova un bel porticato, che conduce a una radura boschiva perfetta
per distendersi e pregare. Da questo punto si ammirano le vette del Resegone,
della Grigna e della Valcava, nonché la vallata sottostante lambita dal fiume
Adda.
Il secondo percorso che segnaliamo è quello che parte dal santuario di Santa Maria
Nascente a Sabbioncello di Merate e giunge alla Madonna del Bosco a Imbersago,
luogo caro a papa Giovanni XXIII (a cui è dedicata un’enorme statua proprio
sotto la Cripta del santuario). Il percorso è di circa sette chilometri e
attraversa la frazione di Cassina Fra’ Martino e poi Arlate, paesino dove si
erge una bella chiesa romanica.
Tra i santuari più frequentati della
Brianza, Madonna del Bosco che ha origini molto antiche. Qui il 9 maggio 1617,
apparve a tre pastorelli la madre di Gesù, raggiante di luce, sulla cima di un
castagno. Miracolosamente, in primavera, i ricci del castagno maturarono
annunciando la presenza di Maria. Molto suggestiva è «la Cappella del Miracolo»,
situata nella Cripta sotto il santuario, dove sgorga acqua benedetta.
Infine, il terzo percorso parte dal santuario della Madonna della Neve a Pusiano e giunge alla Rus Cassiciacum, Domus Sancti Augustini, ovvero Cassago Brianza. La lunghezza è di circa 22 chilometri e per
un tratto si costeggiano il lago di Pusiano, e poi quello di Annone. Cassago
Brianza costituisce il cuore del Cammino, poiché è qui che Agostino si convertì
definitivamente al cristianesimo dopo una giovinezza travagliata. A Cassago si può passeggiare nel Parco
archeologico dedicato al Santo: qui si osservano diversi reperti legati alle
vicende storiche del sito a partire dell’età romana. Si ammirano la fontana di
sant’Agostino e una grande pala bronzea in cui sono raffigurati Agostino e la
madre Monica.
Per conoscere in dettaglio il percorso e le
tappe è stato creato un sito web www.camminodiagostino.it,
con mappe, informazioni sui vari itinerari e sui luoghi in cui trovare
ospitalità. Sono inoltre segnalati i siti dove i pellegrini possono vidimare la
«Credenziale del Cammino». Vengono poi dati consigli legati alla dotazione
logistica, nonché all’abbigliamento. Per approfondire ulteriormente, si può
consultare la guida curata da Renato Oaghi, intitolata Il cammino della rosa edita
dall’Opificio Monzese Pietre Dure (2015).
Chi
desidera assistenza e una preparazione spirituale prima o durante il Cammino può
rivolgersi alla comunità dei Padri Baabiti di Monza, presso il convento in
piazza Carrobiolo, dove padre Michele Triglione sarà disponibile a fornire indicazioni.
S.C.T.
Silvia C. Turrin