La Consolata da trecento anni patrona di Torino

Filatelia religiosa

Nella ricorrenza dei 300 anni dalla proclamazione della Madre di Dio
Consolatrice e Consolata a patrona della Città di Torino, è stato programmato
nel 2014 un ricco calendario di iniziative. Tra le altre la grande mostra «300
anni patrona: la Consolata e la sua città», la solenne cerimonia istituzionale,
nella Sala Rossa di Palazzo di Città (il palazzo civico) con le autorità civili
e religiose: evento questo ricordato anche con un annullo commemorativo dalle
Poste Italiane (1) e una
mostra di filatelia religiosa sulla Vergine e i santi sociali piemontesi nel
corridoio degli ex voto del Santuario. (2)

Il culto della Consolata affonda le sue radici nella
storia della chiesa torinese sin dal X secolo. La tradizione della venerazione
dell’immagine della Consolata è descritta dal testo «il necrologio di
Sant’Andrea», in cui si racconta la storia del «cieco di Briançon» che
raggiunge il luogo della visione e sotto le macerie ritrova miracolosamente
intatta l’icona della Madonna con il Bambino riacquistando definitivamente la
vista (3). Era il 20 giugno
del 1104. Nel 2004, in occasione dei festeggiamenti per i 900 anni di presenza
dell’icona (anche se l’attuale, è stato appurato, non è quella originale ma un
probabile dono del 1483 del cardinale Domenico Della Rovere – vedi articolo
su MC 10/2014
) il Santuario aveva promosso un annullo filatelico (4) con l’immagine della corona e con il simbolo MC (Maria
Consolata); all’epoca il nostro gruppo filatelico aveva predisposto una «busta
erinnofila» (5) con una proposta
di francobollo dedicato alla Consolata ma l’iniziativa non ha avuto seguito.

Con l’inaugurazione della nuova chiesa (1704) e l’assedio
di Torino da parte dei Francesi del 1706, l’immagine della Consolata è
diventata la figura centrale della devozione cittadina. Dalle prediche del
beato Valfrè, (6) ai piloni votivi
fatti collocare attorno alla città da Vittorio Amedeo II, dalle funzioni
continue nel Santuario e dall’altare dedicato alla Consolata allestito in
piazza San Carlo, alle migliaia di volantini con l’immagine della Consolata
distribuiti dal beato Valfrè (7) e
appesi sulle porte delle case e dei palazzi, si è messa in atto una vera e
propria «occupazione territoriale» dell’effige mariana. A seguito della
liberazione della Città dall’assedio, avvenuta proprio alla vigilia della festa
della Natività di Maria, il Consiglio comunale nella prima seduta nel 1706
decide di proclamare la «Santissima Vergine Maria Avocatta e Protetrice»,
devozione certificata poi da una più specifica deliberazione «… Questo Conseglio tutt’unanime e concorde, memore delle
complicate, singolari e recenti gratie che la Beatissima Vergine della
Consolata s’è compiaciuta compatir a questo publico e divoti che alla medesima
hanno racorso… l’ha elletta et ellegge per singolar protetrice di questa Città
e publico et ha ordinato e ordina che la Città vada in corpo ogni anno nel
giorno che si solenisa la sua festa nella detta luoro chiesa a venerarla e
darli un publico contrassegno et atestato della gratitudine che la Città sempre
conservarà a una tanta Protetrice» (8). Era il 21 maggio del 1714 e da quella data è stata
stabilita la centralità della festa del 20 giugno (ricorrenza del presunto
ritrovamento dell’antica immagine miracolosa da parte del cieco di Briançon).

Giova ricordare che il corpo del santo Cafasso (9) è sepolto nel Santuario della Consolata, come risulta
dalla grande vetrata che lo ritrae tra i suoi carcerati e che il beato Giuseppe
Allamano, nipote del Cafasso, è stato rettore del Santuario sin dal 1880 per
quasi 50 anni; ne ha curato la ristrutturazione e l’ampliamento e con la sua
azione pastorale il santuario ha riacquistato importanza quale centro della
devozione mariana in Torino e nel Piemonte (10).

Angelo Siro

Sintetizzato
dall’autore da suo più ampio articolo
pubblicato sulla rivista Filatelia Religiosa Flash e inserito nel sito
www.filateliareligiosa.it

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Angelo Siro