Decrescita 5: Cliente chiama produttore

Strumenti/ I gruppi di acquisto solidale
I gruppi di acquisto nascono da una consapevolezza e
criticità nei consumi. Puntano a maggiore tutela ambientale e appoggio a
filiere agropastorali. Consumatore e produttore condividono decisioni sul
prodotto finale. Intanto la rete organizzativa è in continuo miglioramento. Ce
ne parla l’esperto Andrea Saroldi.

A raccontarci in maniera chiara ed esaustiva come funzionano
i Gruppi di acquisto solidale (Gas) è Andrea Saroldi, di professione impiegato,
che da anni se ne occupa in modo proattivo. «Intoo al 1994, insieme ad alcuni
amici avevo fondato un gruppo dal nome Cocorico (Consumatori, coscienti,
riciclanti, compatibili): persone attente a scambiarsi le informazioni su come
praticare uno stile di vita più rispettoso, un modo di consumare più
consapevole e compatibile con l’etica e nei confronti dell’ambiente. In questo
contesto abbiamo conosciuto i primi Gas, allora nascenti.  La prima rete nazionale dei Gas è nata nel
1997. Oggi, 2013, i Gas censiti in Italia sono circa 1.000, quelli effettivi
almeno il doppio, il che significa almeno 200.000 persone coinvolte insieme a
diverse migliaia di produttori. Una volta all’anno è organizzato un convegno a
loro dedicato in cui esperienze, evoluzioni e prospettive si incontrano e si
confrontano». 

Come e in che misura rientrano i Gas nell’ambito della
decrescita?

«Nel 1994 il concetto di “decrescita” non era ancora
diffuso e sicuramente non si poneva come orientamento. Si parlava di sobrietà e
di comportamenti equi e solidali. L’attuazione dei Gas confluisce naturalmente
in quello che è il pensiero portante della decrescita. Le idee e le motivazioni
sono le stesse; fanno riferimento a un pensiero ecologico derivante dagli anni
’70 e alla consapevolezza che una dimensione dello sviluppo così come oggi
attuata non può funzionare. I pensieri di fondo sono gli stessi ma i Gas hanno
un taglio più organizzativo e pratico».

Qual è il meccanismo che fa funzionare i Gas?

«Il meccanismo di base è semplice: alcuni cittadini si
organizzano a livello volontario per acquistare dal produttore della stessa
zona, senza passare attraverso l’intermediario commerciale. Il produttore manda
un listino di prodotti a cui segue un ordine complessivo e la spedizione della
merce. Ciò che si verifica è il rapporto a tu per tu tra cliente e produttore».

Quali sono gli articoli che si acquistano principalmente
all’interno di un Gas?

«Si inizia con le cose più semplici: prodotti alimentari
a lunga conservazione, a seguire prodotti freschi, detersivi per la casa,
articoli tessili fino ad arrivare all’acquisto delle energie alternative. Oggi
i Gas si sono evoluti nella direzione di un miglioramento della propria rete
organizzativa che, nell’ottica di una maggior tutela ambientale, appoggia la
filiera agroalimentare e, di comune accordo con il produttore, prende decisioni
sia sul “cosa” sia sul “come” coltivare. È un fenomeno innovativo che apre una
finestra sul domani: non più consumatori alla mercè dei produttori e dei
distributori ma consumatori critici e partecipi».

Quali sono le motivazioni che spingono
le persone ad avvicinarsi a un Gruppo di acquisto solidale. Si può evidenziare
anche una convenienza economica?

«I primi Gas nascevano soprattutto nella testa e poi
nelle azioni di persone impegnate a livello sociale, ambientale ed etico. Oggi
c’è meno intellettualismo ma molta volontà di esser consapevoli e di mangiar
sano e gustoso, scegliendo i prodotti giusti. Trasversale a ogni epoca c’è il
desiderio di fare aggregazione (in particolar modo a livello metropolitano), di
consumare con criticità, di instaurare un rapporto diretto tra produttore e
consumatore, di essere protagonisti delle proprie scelte alimentari e non. Per
quantificare il risparmio economico sui prodotti acquistati bisogna prima
considerare l’alto livello qualitativo dei prodotti trattati. In generale la
convenienza economica è assicurata per quel che concee il settore biologico
ed energetico. Nel caso del biologico, ad esempio, c’è un risparmio del 40%.
Inoltre, un prodotto acquistato tramite canali commerciali tradizionali passa
attraverso parecchi intermediari, mentre, nel caso dei Gas, la distribuzione
diretta aiuta nel poter concordare prezzi favorevoli. Il
discorso economico non è mai comunque il fattore determinante di chi decide di
avvicinarsi ai Gas.
Alla base delle scelte personali c’è sempre un anelito al buen vivir,
viver bene e meglio».

 


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Breve trattato sulla decrescita serena, Serge Latouche
(Bollati Boringhieri, 2008)
La scommessa della decrescita, Serge Latouche (Feltrinelli, 2009)
Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie
sulla decrescita
, Serge Latouche (Bollati Boringhieri, 2012)
Prosperità senza crescita. Economia per il pianeta
reale
, Tim Jackson (Edizioni Ambiente, 2011)
La decrescita felice. La qualità della vita non
dipende dal Pil
, Maurizio Pallante (Edizioni per la decrescita felice)
Meno è meglio. Decrescere per progredire, Maurizio
Pallante (Bruno Mondadori, 2011) 

SITI

www.retegas.it Rete nazionale dei gruppi di acquisto
solidale
www.unisf.it Università del saper fare
www.decrescitafelice.it Sito del Mdf
www.cohousingnumerozero.org Co-housing nunero zero
www.mdftorino.it Circolo di Torino della Mdf
www.beacon.it/wordpress/sabrco-gas Cronistoria Gas
www.retecosol.org Rete di economia solidale
www.ilcambiamento.it
http://scollocamento.ilcambiamento.it


HANNO CONTRIBUITO A QUESTO DOSSIER

Gabriella Mancini, torinese, giornalista e script editor,
da tempo collaboratrice di MC, è autrice di questo dossier.
Luca Cecchetto, torinese, sistemista informatico. Si
occupa di questioni relative alla decrescita. È il marito di Gabriella.
Foto di: Co-housing «numero zero», Marta e Giorgio di Lo
Puy, Gabriella Mancini.
Coordinamento editoriale: Marco Bello, redattore di MC.

 

Gabriella Mancini

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