Per un goccio di troppo

Viaggio nel mondo dell’alcol (prima puntata)

Una pubblicità suadente e patinata spinge per il consumo di alcolici. Nella rete rimangono impigliate persone
sempre più giovani. Oggi si comincia a bere già alle scuole medie.
Anche per questo, gli eventi correlati al consumo di alcol – incidenti stradali, aggressioni, violenze sessuali – sono in costante aumento.

A guardare le immagini che ci vengono continuamente proposte dalla pubblicità, dalla televisione e dal cinema, bere fa status, rende più affascinanti, più allegri, più inseriti. Quindi, l’abitudine a bere non solo è socialmente più accettata rispetto al passato, ma addirittura esaltata, anche quando essa si tramuta in eccesso. Ma qual è il risvolto della medaglia? Sempre più spesso i telegiornali ci parlano di incidenti stradali (le cosiddette «stragi del sabato sera»), ma anche di violenze alla persona, e, novità degli ultimi anni, di ricorsi al pronto soccorso di giovani, che – alla ricerca dello «sballo» – si ritrovano intossicati dall’alcol, dopo una serata in discoteca.
Il problema sta proprio nel drastico abbassamento dell’età del consumo, che spesso inizia già nelle scuole medie.
A prescindere dal fatto che l’alcol è tossico ad ogni età, i dati (leggere box) risultano particolarmente allarmanti per la popolazione giovanile. Bisogna infatti considerare che il cervello umano completa la sua maturazione tra i 20 ed i 21 anni. Durante il processo di maturazione, i neuroni sono particolarmente sensibili e la loro fisiologia può venire alterata e deviata da forti stimoli estei, quali sono quelli apportati da alcol e droghe. Sia l’alcol che le droghe sono sostanze psicoattive, stupefacenti, capaci di interferire – anche a basse dosi -con il processo di maturazione cerebrale. Durante tale processo, si consolidano le relazioni tra neuroni (sinapsi) e la persona sviluppa sempre più la sua personalità e la sua capacità di ragionamento. È evidente che un cervello in maturazione bombardato da sostanze psicoattive non potrà avere un normale sviluppo fisiologico e subirà facilmente delle deviazioni dalla sua naturale evoluzione. Tutto ciò comporta un’alterata percezione del proprio essere e del mondo esterno, che si traduce in una distorsione cognitiva, la quale può permanere per moltissimo tempo, se non per tutta la vita, condizionando il comportamento della persona.

ALCOL e GUIDA
Per quanto riguarda i danni sociali provocati dall’alcol sui giovani non ci sono molte informazioni, tuttavia sappiamo che il 6% degli studenti tra i 15-16 anni ha dichiarato di essere stato coinvolto in risse ed il 4% di avere avuto rapporti sessuali non protetti, a causa del consumo di alcol. Quest’ultimo, inoltre, è certamente all’origine della crescente mortalità giovanile per incidente stradale: in più del 40% dei sinistri e del 46% di morti d’età compresa tra i 15-24 anni. Se pensiamo che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani, è chiaro il pericolo rappresentato dall’abuso giovanile di alcol. Nel 2005, in Italia, sono morti per incidente stradale 1.490 giovani, pari al 27,5% del totale dei decessi e 97.718 sono stati feriti (31,1% del totale). Sempre nel 2005 l’ebbrezza alcolica è stata la causa del 70% degli incidenti dovuti ad uno stato psicofisico alterato del conducente, mentre le infrazioni accertate dalla Polizia stradale nel 2006, per guida in stato di ebbrezza sono state 24.803. Secondo il XVII rapporto Aci-Censis del 2010, per i giovani di 18-29 anni, la guida sotto l’influsso di alcol e/o di droghe rappresenta il problema principale (61,6%), più dell’eccesso di velocità (57%). Il 47,1% dei giovani intervistati ha ammesso di mettersi alla guida, senza preoccuparsi di avere bevuto, in quanto «non è un bevitore abituale». Inoltre, da questa indagine è emerso che il 3,4% dei giovani, contro lo 0,7% di chi ha più di 30 anni, non si preoccupa di limitare il consumo di alcolici prima di mettersi alla guida di un veicolo.

L’ALCOLEMIA
Come tutte le sostanze psicoattive, anche l’alcol influenza la capacità di attenzione, di concentrazione ed i tempi di reazione agli stimoli. Esiste una stretta correlazione, dimostrata da numerosi studi epidemiologici, tra la concentrazione ematica dell’alcol (alcolemia o BAC) e gli effetti tossici e comportamentali, che si traducono in disabilità seguita molto spesso da sinistri. Il rischio d’incidente stradale aumenta in modo esponenziale, all’aumentare dell’alcolemia. Posto pari ad 1 il rischio d’incidente in condizioni di sobrietà, tale rischio diventa 11 volte superiore con un’alcolemia compresa tra 0,5-0,9 g/l. Gli effetti dell’alcol interessano particolarmente il campo visivo, i tempi di reazione, la capacità di concentrazione e la capacità di giudizio. Il campo visivo è lo spazio fisico, che l’individuo percepisce e normalmente  corrisponde ad un’angolazione di circa 180°. Dopo l’assunzione di bevande alcoliche, si ha una riduzione della visione laterale (visione a tunnel) e una ridotta capacità di adattamento alla visione nottua. L’alcol inoltre rende difficoltosa la cornordinazione dei movimenti ed aumenta i tempi di reazione, per cui i movimenti e gli ostacoli sono percepiti con notevole ritardo. Per di più, l’alcol determina uno stato di benessere, di sicurezza e di euforia che porta a sopravvalutare le proprie capacità e ad affrontare rischi, che in condizioni di sobrietà non si sarebbero mai corsi. Oltre a tutto questo, l’alcol riduce la vigilanza ed induce sonnolenza. Un altro fattore che, associato al consumo di alcol, aumenta il rischio d’incidente stradale è l’età: il rischio d’incidenti stradali gravi dovuti all’alcol è più alto nei giovani, che negli adulti, forse anche perché meno esperti sia nel bere, che nel guidare. Con un’alcolemia elevata, ad esempio 1 g/l, automobilisti di 35-54 anni hanno un rischio d’incidente stradale 3-4 volte più elevato di un conducente sobrio, quelli di 25-34 anni hanno un rischio 6-7 volte superiore, mentre quelli di 18-24 anni hanno un rischio 15 volte superiore al normale.

ALCOL e LAVORO
Un altro tipo d’incidente, che può essere correlato al consumo di alcol, è l’incidente sul lavoro. Ogni anno infatti vengono denunciati dall’Inail circa 940.000 infortuni sul lavoro e di questi una percentuale oscillante tra il 4% e il 20% è riconducibile all’alcol, cioè 37.000-188.000 incidenti sul lavoro in Italia, ogni anno sono alcol-correlati. In ambito lavorativo, il consumo di alcolici provoca un notevole aumento dei rischi. Con un’alcolemia di 0,5 g/l (il valore soglia, raggiunto il quale è proibito guidare), il rischio d’incidente sul lavoro è doppio, ad 1 g/l è 6 volte superiore alla norma, con 2 g/l è 30 volte superiore. A causa del consumo di alcol aumenta non solo il rischio di infortuni sul lavoro, ma anche di malattia, in quanto si determina un potenziamento degli effetti dell’esposizione professionale a certi agenti chimici (solventi in particolare) e neurotossici (piombo), a danno del fegato e del sistema nervoso centrale. Questo comporta che le assenze dal lavoro dei consumatori di alcolici sono mediamente 3-4 volte superiori rispetto a quelle degli altri lavoratori. L’alcolismo inoltre può essere causa della perdita del posto di lavoro per licenziamento (l’alcolismo risulta la causa del 40% dei cambiamenti dei posti di lavoro). L’uso di alcol si associa anche a gravi incidenti domestici.

ALCOL e VIOLENZA
Un altro aspetto, che va preso seriamente in considerazione è quello del legame tra consumo di alcolici e violenza interpersonale. Secondo i dati foiti dall’Oms, ogni anno in Europa (il continente con il maggiore consumo di alcolici) si hanno circa 73.000 morti e 2.000.000 di ricoveri conseguenti ad atti di violenza. Di questi, il 40% sarebbe riconducibile al consumo di alcol. Negli Stati Uniti, le statistiche indicano che l’86% dei casi di omicidio, il 37% delle aggressioni ed il 60% delle violenze sessuali sono alcol-correlati. In Europa, inoltre, si stima che tra i 4,7 e 9,1 milioni di bambini vivano in famiglie con problemi di alcolismo e che il 16% dei minori subisca abusi ed incuria. Anche l’aumento del numero delle separazioni e dei divorzi tra coniugi può essere correlato, sia pure (ovviamente) in modo non esclusivo, all’abitudine di bere alcolici in modo eccessivo.
(fine prima puntata)

Rosanna Novara Topino

Rosanna Novara Topino