Lettere
Non si gioca con le parole
Solo adesso ho letto il numero di maggio-giugno 2010 di Missioni Consolata. Sono rimasto sbalordito leggendo, all’interno dell’articolo «Mexico, lindo y querido» di Paolo Pagliai, a pag.33, questa frase: «…sono le donne che lottano… per i propri diritti sessuali e riproduttivi; sono gli omosessuali che a Città del Messico conquistano, metro a metro, il riconoscimento di una società storicamente maschilista e omofoba». Il riconoscimento dei diritti degli omosessuali è un discorso complesso, perché nessuno di noi nega i diritti di queste persone, però il tono usato non è certo quello di chi considera comunque l’omosessualità un disordine. Per il resto, l’espressione «diritti sessuali e riproduttivi» è un eufemismo, tra l’altro ipocrita perché abilmente mascherato, per definire il diritto all’interruzione di gravidanza. Se io fossi a favore dell’aborto, non leggerei certo Missioni Consolata, leggerei l’Unità o La Repubblica e sono convinto che la stragrande maggioranza dei lettori della rivista la pensi come me. Ma, al di là delle nostre opinioni, che cosa ne penserebbe il canonico Allamano? Si aggioerebbe anche lui oggi, riconoscendo l’esistenza di questi fantomatici diritti civili, o riterrebbe ancora, contro ogni relativismo e aggioamento ideologico, che la vita umana nel grembo materno è sacra e che comunque non si gioca sulle parole, ingannando i lettori?
Franco E. Malaspina
Milano, 3/9/2011
Chiediamo scusa per la lunga frase che non abbiamo vagliato a sufficienza e usa termini che sembrano approvare pratiche certamente non accettate da una rivista come la nostra. Grazie per la sua segnalazione.
Padre Piero Moruzzi – 25° della morte
La piccola comunità parrocchiale di Antognano (Lugagnano Val D’Arda, Piacenza) con l’Amministratore Parrocchiale Don Angelo Ferrari, domenica 21/08/2011 ha ricordato il 25° anniversario dell’improvvisa scomparsa del suo parrocchiano p. Piero Moruzzi, missionario della Consolata, avvenuta il 24/08/1986 a South Horr (allora diocesi di Marsabit, Kenya) alla giovane età di 51 anni.
La cerimonia, iniziata con la visita al cimitero, è proseguita con la Messa presieduta da Mons. Giuseppe Illica, vicario generale, nella piccola chiesa di Antognano tanto cara a p. Piero perché lì è stato battezzato, ha ricevuto tutti i sacramenti compresa l’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 2/12/1964 e lì è stato riportato dall’Africa per l’ultimo saluto terreno. Alla cerimonia oltre ai famigliari di Padre Piero ed ai parrocchiani, erano presenti tanti amici ed alcuni sacerdoti compagni di studio nel seminario vescovile di Bedonia. Una presenza particolare è stata quella del gesuita p. Sauro De Luca (da Gallarate) che ha ricordato p. Piero come il suo più grande amico. Padre Sauro, a conclusione della cerimonia, ha raccontato la sua lunga collaborazione con p. Piero, che ha portato, oltre a concreti aiuti alimentari alla gente della missione di p. Piero ed a tantissimi giovani per proseguire gli studi e per sistemarsi nel lavoro, alla costruzione di alcuni villaggi: due per i senzatetto di Laisamis e a Logologo ed i villaggi degli anziani ed i ciechi di South Horr.
Padre Sauro ha poi raccontato il toccante episodio che ha dato inizio alla loro profonda amicizia. Una sera, stanco per il lungo viaggio sulle strade polverose e deserte del Marsabit, arrivò, sul tardi, alla missione di p. Piero e lì ricevette cordiale ospitalità. Nel colloquio serale p. Piero continuava a parlare della drammatica situazione del villaggio visitato quel giorno, dove aveva incontrato solo morte e disperazione a causa della siccità. P. Pietro era particolarmente triste perché non aveva mezzi per aiutare quella gente.
P. Sauro, che ritoò poi molte volte in Kenya, ha testimoniato che la gente tra cui P. Piero era vissuto ed aveva lavorato, lo ricordava come «il Padre dal cuore grande» ed i confratelli ripetevano che pensare a Padre «Moru» era pensare alla bontà, all’amicizia ed all’accoglienza.
La funzione religiosa si è conclusa con lo scoprimento di una lapide commemorativa all’interno del piccolo tempio parrocchiale.
Con le offerte raccolte, la comunità parrocchiale di Antognano ha voluto continuare, per il 3° anno consecutivo, a sostenere con le adozioni a distanza il centro dei Missionari della Consolata a Runogone (Kenya). Molto apprezzata è stata l’esposizione di foto che ricordavano la consacrazione sacerdotale di p. Piero, la sua attività missionaria nel Marsabit e i bimbi sostenuti con le adozioni a distanza.
Aldo Lombardelli
Piacenza, 1/9/2011