Suor Irene è «Venerabile»
«Oggi, 2 aprile 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza privata Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio Irene
Stefani (al secolo: Mercede), religiosa professa dell’Istituto delle Suore Missionarie della Consolata; nata ad Anfo (Italia) il 22 agosto 1891 e morta a Gekondi (Kenya) il 31 ottobre 1930».
Poche righe, apparse sul sito del Vaticano. Un’informazione succinta, discreta, essenziale. Eppure era un messaggio che custodiva un giorniello di buona notizia: la Chiesa ha riconosciuto ufficialmente che sr. Irene Stefani ha vissuto il Vangelo con amore ed eroicità!
Sr. Irene è ora «venerabile»*.
Questa notizia è stata resa pubblica solo un mese prima dell’inizio del X capitolo generale delle Suore Missionarie della Consolata e del XII dei Missionari.
«È un dono preziosissimo – ha scritto Madre Gabriella Bono, allora superiora generale delle suore -. Sr. Irene ci è di esempio di santità missionaria e ci è di guida: lei intercede per noi! Suor Irene è stata chiamata a donare la vita in un’epoca di sofferenza per la gente del villaggio, a Gekondi (Kenya). Di fronte al rischio non si era tirata indietro; aveva compreso che le opportunità per vivere la vita in pienezza sono uniche. Pienezza significa – allo stile del Crocifisso – svuotamento di sé, mitezza, perdono, misericordia, consegna della propria vita agli altri per amore di Dio. E Irene non perse la sua opportunità! Lasciandosi contagiare dalla peste del morente che stringeva nelle sue braccia, abbracciava in qualche modo tutta l’Africa, quella di ieri e quella di oggi. Con le sue ferite e le sue speranze. Sorelle carissime – aggiungeva Madre Gabriella – celebriamo le meraviglie dell’Amore del Signore nella Sua Serva fedele sr. Irene, e ci sentiamo in particolare comunione con tutta la Famiglia Consolatina, lassù in Cielo e sparsa nel mondo missionario».
La vita di sr. Irene è stata breve e semplice. Nasce nel 1891 ad Anfo, in riva al lago d’Idro in Val Sabbia, Brescia, un paesino di montagna fortemente militarizzato per la vicinanza del confine con l’Austria. A 13 anni, dopo che in paese ci fu la funzione per la partenza verso il Kenya di don Angelo Bellani con gli appena fondati Missionari della Consolata, Mercede, esprime il desiderio di partire missionaria. La morte della mamma nel 1907 la carica della responsabilità di assistere i numerosi fratelli. Ma nel 1911, alla notizia della fondazione delle Missionarie della Consolata, prende la sua decisione e il 21 giugno dello stesso anno è accettata dall’Allamano nel nuovo istituto. Prende i voti nel 1914 e parte per il Kenya. Dal 1914 al 1920 presta servizio negli ospedali militari inglesi per i portatori africani. Dal 1920 al 1930 svolge il suo servizio a Gekondi, insegnando, incontrando gente, invitando alla scuola e al catechismo, curando i malati, assistendo le partorienti, salvando i bambini abbandonati nella brughiera. Muore il 31 ottobre 1930 contagiata dalla peste.
Eccezzionale è stato invece l’amore con cui ha vissuto i suoi brevi anni: un amore eroico come i santi sanno avere.
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* Venerabile: «Titolo attribuito ai servi, e alle serve, di Dio dopo che la Congregazione delle cause dei santi (in passato la Congregazione dei riti) ha riconosciuto, e il papa ha proclamato, l’eroicità delle loro virtù o il fatto del martirio; il servo di Dio venerabile – del quale è introdotta la causa di beatificazione – non può essere
oggetto del culto pubblico».
(Enciclopedia Treccani)
Gigi Anataloni