Quando i matti regalano la felicità

Argentina: Radio «La Colifata»

Dal settembre 1991 trasmette ogni sabato dalle 14.30 alle 19.30. È una emittente particolare, essendo nata all’interno dell’ospedale neuropsichiatrico Borda di Buenos Aires. A condurla ci pensano pazienti ed ex pazienti. Oggi Radio La Colifata è famosa (ed imitata) anche grazie al cantante Manu Chao, ad uno spot pubblicitario, a documentari. Ma i protagonisti non si sono «montati la testa». Forse perché sono «matti»…

Buenos Aires. Sulla parete, sull’unica parete, c’è un mosaico con un disegno naïf. Sulla destra trova posto un mondo, sulla sinistra una mezzaluna circondata da stelle, tra l’uno e l’altra un trenino che sale una china con le sue carrozze, ognuna delle quali ospita il volto di una persona.  
Davanti a quella parete, a quell’unica parete, ci sono dei tavolini sui quali sono stati disposti un mixer, un paio di computer portatili e alcuni altoparlanti. Il resto è costituito da alberi e panchine. È in quest’ambiente che ha il proprio «studio» un’emittente radio particolare, probabilmente unica, che di nome fa La Colifata.
Ma non è il fatto di lavorare all’aperto la caratteristica principale di questa radio. La circostanza che la rende unica è di trasmettere dal cortile interno del Borda, vecchio e decadente ospedale neuropsichiatrico (oggi rinominato «ospedale psicoassistenziale interdisciplinare») di Buenos Aires. E soprattutto di essere una radio fatta da pazienti ed ex pazienti. Una scommessa che ormai dura da quasi 20 anni: La Colifata è nata nel settembre del 1991.
La diretta e le registrazioni (da distribuire ad altre radio o da diffondere via web) si fanno ogni sabato pomeriggio nel cortile alberato del manicomio, dove prendono posto tutti coloro che vogliono partecipare.
Oggi ci sono una ventina di persone e una piccola troupe televisiva francese. Fin dal suo esordio, l’esperienza de La Colifata ha infatti richiamato, oltre a medici e psicologi, anche giornalisti, produttori e artisti da ogni parte del mondo.
Su una lavagna nera con il gessetto è stato scritto il palinsesto della trasmissione odiea. Musica e parole in una situazione piacevolmente rilassata. Qualcuno dei presenti improvvisa un ballo, con in bocca una sigaretta, perenne oggetto del desiderio. Quando una canzone termina, chiunque può andare al microfono. Le persone si presentano, salutano, esprimono opinioni, cantano.  
Lo fa anche Hugo Norberto López, classe 1934, con una voce squillante e un intervento carico di umanità ed ottimismo. «Queridos amigos…». Hugo è la esplicitazione della terapia della parola, è la rottura dell’isolamento tra manicomio e società, è la connessione tra «il dentro» e «il fuori».
Ormai lui è un volto piuttosto conosciuto, anche oltre i confini argentini. Lo si è visto con il suo faccione simpatico, i suoi grandi occhiali e la sua verve in una pubblicità spagnola della Aquarius, dove gli attori sono i matti de La Colifata. Aquarius non è un prodotto alternativo o equosolidale, anzi è proprio il contrario, trattandosi di  una bevanda della Coca-Cola. Tuttavia, bisogna ammettere che il film pubblicitario è molto ben fatto, sprizzando ironia e gioia di vivere. È proprio Hugo che chiude lo spot con un benaugurante: «L’essere umano è straordinario».
Per Hugo e i colifatos non è l’unica esperienza nel mondo dello spettacolo. È del 2007 la partecipazione ad un videoclip musicale di Manu Chao, noto cantante francoiberico che da anni collabora con La Colifata. Il film, titolato Rainin in Paradize, è stato girato da Emir Kusturica, regista e musicista serbo di fama internazionale. Nel video Hugo e gli altri «fanno i matti», alternandosi con immagini di paesi in guerra, cui la canzone di Manu Chao è dedicata. 
 
Maglietta bianca e grandi occhiali, Hugo è abituato ad essere oggetto di attenzione, ma il suo entusiasmo rimane sempre genuino, travolgente e coinvolgente.
«Sono Hugo López, per età il più vecchio della Colifata. La frequento da 8 anni. Io sono stato inteato nel 1986. Mi diedero una montagna di psicofarmaci. Va bene, quando uno ha una crisi, ma quando la crisi passa, perché continuare con essi?».
Chiediamo come mai Radio La Colifata trasmetta all’aperto. «Semplicemente – risponde -, perché non abbiamo studi. Però credo che ci sia anche uno spirito di libertà in questa scelta».
Libertà in una radio nata in un manicomio e fatta da matti sembra un controsenso… «Ma è così – spiega -. I mezzi di comunicazione di massa fanno sì che la gente abbia paura. Non so se lo fanno a proposito. Per questo, anni fa, abbiamo venduto la nostra casa e siamo andati a vivere in un appartamento. Però la paura paralizza. Non bisognerebbe avere paura».
Quanto al Borda, è un ospedale decadente, ma occupa una vasta area verde che fa gola a molti speculatori. «Sì – conferma Hugo -. Il Borda sorge sui terreni più ambiti della zona sud di Buenos Aires. Si chiamano “Los Altos de Barracas”. Ci sono gruppi di potere che vorrebbero questa zona per trasformarla in un country o comunque in un luogo privato. Però questo terreno è di tutti noi. Dobbiamo fare in modo che la gente venga qui ad approfittare degli alberi e dell’ossigeno. Questo è un luogo da aprire come si aprì il manicomio di Trieste per merito di Franco Basaglia. Ho una grande ammirazione per lo psichiatra italiano, soprattutto perché si battè contro l’oscurantismo».
Nel dialetto locale el colifato significa «loco lindo, loco bueno», ovvero il matto che vorrebbe vedere tutti felici. Ma cos’è la felicità, chiediamo a Hugo, sfidando le leggi dell’ovvietà. Ma lui non delude le aspettative, rispondendo: «È quando tutti possono mangiare, avere un’educazione. Insomma, un delirio, un’utopia».
Hugo è sposato. «La mia signora – dice –  ha 70 anni. Fortunatamente abbiamo una vita degna».
Lui ha studiato e lavorato nel campo dell’arte grafica. «Per 33 anni – specifica -. Adesso sono pensionato. Sfortunatamente, la pensione è rimasta congelata per molto tempo. Però adesso pare che la attualizzeranno. In tanti non abbiamo a sufficienza per vivere e per mangiare. Ma così lo stato spende di più, perché quello che risparmia sulle nostre pensioni, lo spende in medicine, ricoveri e terapie. A meno che non sia fatto tutto a proposito: più malati, più business per l’industria della malattia».
Hugo stronca la filosofia neoliberista applicata nel suo paese. «In Argentina si è distrutta la scuola pubblica per favorire quella privata. Così oggi si distruggono gli ospedali pubblici per favorire quelli privati. Tutto si converte in lucro, in commercio. Le cose necessarie non dovrebbero essere legate al guadagno: l’alimentazione, la luce, l’acqua. Non dovrebbe esistere una differenza tra chi può pagare questi beni e chi no. Crescono l’invidia e il risentimento. E la corruzione. Il denaro è sinonimo di successo, indipendentemente dal fatto che la persona sia un ladro, un degenerato o altro».
Dunque, il futuro è grigio? «Un conoscente – racconta – si lamentava dell’Argentina, della corruzione, di una strada senza uscita. Questa persona aveva con sé due figli, allora gli ho detto: “Ma come fai a dire questo se hai messo al mondo due creature? Devi avere speranza. Dopo di ché ha chiuso la bocca perché non sapeva cosa rispondermi».
Ma dove sta la speranza? «Quando ci sarà un cambio nel sistema di produzione, allora cambierà anche il modello sociale cambierà in meglio. Questo significa che l’uomo si ammalerà meno».
Gli chiediamo di esplicitare questa sua idea. «Viviamo in una società basata sul denaro. Alimentazione, salute, abitazione, educazione dovrebbero non essere commerciali, ma beni accessibili a tutti. Ci sarebbero meno malati, meno carcerati e molta più gente felice. Se l’uomo avesse queste 4 condizioni assicurate, tutto sarebbe migliore. Ognuno facendo qualcosa, non vivendo da parassita, sia chiaro questo».
La conversazione è interrotta dall’arrivo di Claudia Alejandra, una simpatica signora con i capelli bianchi legati sulla nuca. Lei è stata inteata al Mojano, il manicomio femminile che confina con il Borda e del quale serba un pessimo ricordo. Salutata Alejandra, Hugo riprende il filo del discorso.
Lui è come un torrente in piena, ma benefico, rinfrescante. Intona una poesia e poi mi mette in mano un Cd musicale: «Canciones para la oreja izquierda», Canzoni per l’orecchio sinistro. È firmato dal «Frente de artistas del Borda», il Fronte degli artisti del Borda, un gruppo che organizza laboratori artistici con i pazienti dell’ospedale.
«Sono 16 pezzi  – racconta Hugo  -. Io ho interpretato due brani: Pedacito de cielo e A mis amigos».
Considerando che il nostro matto ha già lavorato per uno spot pubblicitario e per Manu Chao, certamente anche quest’altra performance artistica sarà all’altezza.

«Hasta que los muros caigan», fino a quando i muri cadranno. Muri fisici e muri psicologici ce ne sono molti e non soltanto tra sani e malati, tra cosiddetti «normali» e cosiddetti «matti». L’incredibile esperienza di Radio La Colifata ha fatto breccia. Ha portato frutti. E seminato. Oggi, in giro per il mondo, ci sono molte esperienze che si rifanno alla radio nata nell’ospedale Borda di Buenos Aires. Una scommessa pazza. Una scommessa vinta.  

Di Paolo Moiola

Radio La Colifata

Fondazione: agosto 1991, per merito di Alfredo Olivera, psicologo.

Luogo:  Ospedale psicoassistenziale interdisciplinare José Tiburcio Borda, rua Ramon Carrillo 375, barrio Barracas, Buenos Aires.

Trasmissioni:  ogni sabato dalle 14.30 alle 19.30; i programmi vengono ritrasmessi nel corso della settimana da altre radio e dal web.

Video su La Colifata: 2008, spot per Aquarius, bevanda della Coca-Cola; 2007, Rainin in Paradize, videoclip per il cantante Manu Chao diretto dal regista Emir Kusturica; 2004, film documentario La Colifata di Valentina Monti e Mirta Morrone. A La Colifata è stata dedicata un’apposita sezione all’XI edizione del «Festival inteacional cine de derechos humanos» di Buenos Aires 2009.

Articoli su La Colifata: Veronica Gago, «La pazzia come forma di resistenza» in America Latina dal basso, a cura di Marco Coscione, Edizioni Punto Rosso / Carta 2008; Ruben H. Oliva, «Radio libera follia», D-Donna de la Repubblica, 5 aprile 2008.

Sito web: www.lacolifata.org

Emittenti similari in Italia:
• Radio 180, Mantova, www.radio180.it 
• Radio Fragola, Trieste, www.radiofragola.com

Paolo Moiola