Le nazioni cammineranno alla sua luce

Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Missionaria Mondiale

«Scopo della missione della Chiesa è di illuminare
con la luce del vangelo tutti i popoli nel loro
cammino storico verso Dio, perché in Lui
abbiano la loro piena realizzazione ed il
loro compimento. Dobbiamo sentire l’ansia
e la passione di illuminare tutti i popoli, con la
luce di Cristo, che risplende sul volto della Chiesa,
perché tutti si raccolgano nell’unica famiglia umana, sotto
la pateità amorevole di Dio». Rivolgendosi ai «Fratelli nel ministero episcopale e sacerdotale» e ai «fratelli e sorelle dell’intero Popolo di Dio», nel suo Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2009,
che si celebrerà domenica 18 ottobre, il Santo Padre Benedetto XVI esorta «a ravvivare in sé la consapevolezza del mandato missionario di Cristo di fare “discepoli tutti i popoli”, sulle orme di san Paolo,
l’Apostolo delle Genti».

Nel Messaggio, intitolato «Le nazioni cammineranno alla sua luce» (Ap 21, 24), il Santo Padre ribadisce ancora una volta che «la Chiesa non agisce per estendere il suo potere o affermare il suo dominio, ma per portare a tutti Cristo, salvezza del mondo. Noi non chiediamo altro che di metterci al servizio dell’umanità, specialmente di quella più sofferente ed emarginata, perché crediamo che l’impegno di annunziare il vangelo agli uomini del nostro tempo… è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l’umanità».

1. Tutti i Popoli chiamati
alla salvezza
«L’umanità intera, in verità, ha la vocazione radicale di ritornare alla sua sorgente, che è Dio, nel Quale solo troverà il suo compimento finale mediante la restaurazione di tutte le cose in Cristo. La dispersione, la molteplicità, il conflitto, l’inimicizia saranno rappacificate e riconciliate mediante il sangue della Croce, e ricondotte all’unità.
L’inizio nuovo è già cominciato con la risurrezione e l’esaltazione di Cristo, che attrae tutte le cose a sé, le rinnova, le rende partecipi dell’eterna gioia di Dio. Già oggi, nelle contraddizioni e nelle sofferenze del mondo contemporaneo, si accendono le luci della speranza di una vita nuova», pertanto il Pontefice sottolinea che «la missione della Chiesa è quella di “contagiare” di speranza tutti i popoli. Per questo Cristo chiama, giustifica, santifica e invia i suoi discepoli ad annunciare il Regno di Dio, perché tutte le nazioni diventino Popolo di Dio… La missione universale deve divenire una costante fondamentale della vita della Chiesa. Annunciare il vangelo deve essere per noi, come già per l’apostolo Paolo, impegno impreteribile e primario».

2. Chiesa pellegrina

Il Santo Padre ricorda poi che la Chiesa universale «si sente responsabile dell’annuncio del vangelo di fronte a popoli interi» e «deve continuare il servizio di Cristo al mondo», in quanto la sua missione e il suo servizio non sono «a misura dei bisogni materiali o anche spirituali che si esauriscono nel quadro dell’esistenza temporale, ma di una salvezza trascendente, che si attua nel Regno di Dio. Questo Regno, pur essendo nella sua completezza escatologico e non di questo mondo (cfr Gv 18,36), è anche in questo mondo e nella sua storia forza di giustizia, di pace, di vera libertà e di rispetto della dignità di ogni uomo. La Chiesa mira a trasformare il mondo con la proclamazione del vangelo dell’amore» ribadisce ancora il Papa, chiamando a «partecipare a questa missione tutti i membri e le istituzioni della Chiesa».

3. Missio ad gentes

Soffermandosi in particolare sulla missione ad gentes, Benedetto XVI ricorda che la missione della Chiesa, è quella di chiamare tutti i popoli alla salvezza e sottolinea la necessità di «rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo, che è fermento di libertà e di progresso, di frateità, di unità e di pace», impegno particolarmente urgente considerando «i vasti e profondi mutamenti della società attuale. Animati e ispirati dall’Apostolo delle genti, dobbiamo essere coscienti che Dio ha un popolo numeroso in tutte le città percorse anche dagli apostoli di oggi… La Chiesa intera deve impegnarsi nella missio ad gentes, fino a che la sovranità salvifica di Cristo non sia pienamente realizzata».

4. Chiamati ad evangelizzare
anche mediante il martirio

La giornata dedicata alle missioni è anche occasione per ricordare le Chiese locali e i missionari e le missionarie «che si trovano a testimoniare e diffondere il Regno di Dio in situazioni di persecuzione che vanno dalla discriminazione sociale fino al carcere, alla tortura e alla morte. Non sono pochi quelli che attualmente sono messi a morte a causa del suo “Nome”…
La partecipazione alla missione di Cristo, infatti, contrassegna anche il vivere degli annunciatori del vangelo, cui è riservato lo stesso destino del loro Maestro. “Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). La Chiesa si pone sulla stessa via e subisce la stessa sorte di Cristo, perché non agisce in base ad una logica umana o contando sulle ragioni della forza, ma seguendo la via della Croce e facendosi, in obbedienza filiale al Padre, testimone e compagna di viaggio di questa umanità».
Quindi il Pontefice ricorda alle Chiese antiche come a quelle di recente fondazione, che «sono poste dal Signore come sale della terra e luce del mondo, chiamate a diffondere Cristo, Luce delle genti, fino agli estremi confini della terra», pertanto «la missio ad gentes deve costituire la priorità dei loro piani pastorali».
Ringraziando e incoraggiando le Pontificie Opere Missionarie «per l’indispensabile lavoro che assicurano di animazione, formazione missionaria e aiuto economico alle giovani Chiese», il Pontefice ricorda che «attraverso queste istituzioni si realizza in maniera mirabile la comunione tra le Chiese, con lo scambio di doni, nella sollecitudine vicendevole e nella comune progettualità missionaria».

5. Conclusione

Nella conclusione il Papa riafferma che «l’evangelizzazione è opera dello Spirito e che prima ancora di essere azione è testimonianza e irradiazione della luce di Cristo da parte della Chiesa locale, la quale invia i suoi missionari e missionarie per spingersi oltre le sue frontiere». Perciò chiede a tutti i cattolici «di pregare lo Spirito Santo perché accresca nella Chiesa la passione per la missione di diffondere il Regno di Dio e di sostenere i missionari, le missionarie e le comunità cristiane impegnate in prima linea in questa missione, talvolta in ambienti ostili di persecuzione.
Invito, allo stesso tempo, tutti a dare un segno credibile di comunione tra le Chiese, con un aiuto economico, specialmente nella fase di crisi che sta attraversando l’umanità, per mettere le giovani Chiese locali in condizione di illuminare le genti con il vangelo della carità.
Ci guidi nella nostra azione missionaria la Vergine Maria, stella della Nuova Evangelizzazione, che ha dato al mondo il Cristo, posto come luce delle genti, perché porti la salvezza “sino all’estremità della terra” (At 13,47)». 

A cura di Sergio Frassetto

Sergio Frassetto

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