Fine settimana a Castel Volturno

Italia

Missionaria della Consolata, di origine polacca, da più di quattro anni, presta il suo servizio apostolico a Castel Voltuo nella Parrocchia di Santa Maria dell’Aiuto, per gli immigrati. Qui operano i Missionari Comboniani affiancati dalle Suore Nigeriane del Sacro Cuore e alcuni laici volontari.

Arrivai a Castel Voltuo il sabato pomeriggio e cominciai a camminare lungo la strada principale. Scorto un mercatino improvvisato sul marciapiede della via Domitiana, mi avvicinai a quattro donne e altrettanti uomini, di nazionalità polacca, che vendevano oggetti di artigianato. Mi dissero che da due mesi giravano in questa zona, con la merce, ed abitavano nel loro piccolo furgone. Mi raccontarono come la crisi economica li aveva costretti a fare questa vita per guadagnare qualche euro: tutti speravano di poter tornare al più presto in Polonia. Toando verso la parrocchia incontrai tre giovani donne polacche: Elisabeth, Margherita ed Evelina. Erano arrivate il giorno prima dalla Polonia, con il solito pulmino settimanale. Mi raccontarono di aver letto su di un giornale, in Polonia, del viaggio-offerta che assicurava anche un lavoro, in Italia, il tutto per 200 euro. Una volta arrivate a destinazione, però, vennero «scaricate» a Castel Voltuo in una casa gestita da una «mediatrice» del lavoro, alla quale avrebbero dovuto versare un’altra somma di denaro per saldare il debito contratto per arrivare in Italia a inseguire il proprio sogno.
Questa è la storia del mio primo fine settimana passato per le strade della mia nuova missione. Castel Voltuo, in provincia di Caserta, è un paese che si estende per ventisette chilometri lungo il mare, attraversato in tutta la sua lunghezza dalla via Domitiana. Qui, vivono alcune migliaia di immigrati, la maggioranza proveniente dalla Nigeria e dal Ghana. La loro situazione è difficile, perché non riuscendosi a mettere in regola e trovare un lavoro, cadono molto spesso nelle mani della malavita organizzata che li usa come mano d’opera a basso prezzo nel traffico della droga e della prostituzione. Negli ultimi anni, dall’Est Europa, c’è stato un forte e costante afflusso di immigrati, tra cui parecchi polacchi, che settimanalmente arrivano in cerca di lavoro. In Polonia si pubblicizza che in Italia c’è la possibilità di lavorare e di guadagnare tanti soldi. Chi organizza questi viaggi fa pagare molto, sia il trasporto, sia l’indirizzo del presunto datore di lavoro. Queste promesse molte volte finiscono male a causa di tanti «imbroglioni» polacchi e italiani, che guadagnano a spese di chi è in cerca di un lavoro.
La Parrocchia di Santa Maria dell’Aiuto, gestita dai Missionari Comboniani costituisce un punto di riferimento per i Polacchi: qui si ritrovano e ricuperano la loro identità cristiana e nazionale, le principali festività religiose Natale e Pasqua sono celebrate secondo le tradizioni e diventano momenti di aggregazione e frateità. Molti immigrati polacchi, inoltre, chiedono di preparare i figli nati a ricevere il sacramento del Battesimo e di amministrare la Cresima a quelli che sono venuti con loro dalla Polonia. Non mancano poi, le giovani coppie, che chiedono di celebrare il matrimonio in chiesa. Qui vengo il fine settimana per prestare un servizio di pastorale missionaria tra le donne, le ragazze e i lavoratori del mio paese.
Oltre alle attività propriamente religiose, il mio compito è quello d’incontrare e ascoltare le persone che incontro lungo la strada, in parrocchia o nelle famiglie.
Sì, anche qui, c’è la missione «ad gentes», che ci spinge ad aprire gli occhi e il cuore e ad andare incontro alle persone accettando la loro realtà culturale, linguistica, religiosa e, soprattutto, a farsi carico della loro sofferenza, pronti ad accogliere e a consolare coloro che incontriamo sul nostro cammino.

di suor Krystyna Jaciow

Krystyna Jaciow

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