«CAMBIARE LA LOGICA DEL SISTEMA»

François Houtart:

Belém, 29 gennaio 2009. Sono sul palco, uno accanto all’altro: Evo Morales, l’indio, presidente della Bolivia; Feando Lugo, il vescovo, presidente del Paraguay; Rafael Correa, l’economista, presidente dell’Ecuador; Hugo Chávez, il militare, presidente del Venezuela. All’inizio della conferenza, Chávez saluta con parole di stima ed affetto François Houtart, seduto in platea. Alla fine della giornata, il prete belga, classe 1925, membro del consiglio internazionale del Forum, sale sul palco ad abbracciare il presidente venezuelano. Magari qualcuno si sarà domandato, attonito e probabilmente inorridito: «Ma come fa quest’uomo di chiesa a stimare questo “dittatore”?». In attesa di trovare una risposta al mistero, scambiamo alcune battute con il professor Houtart, alias padre François, sempre sorridente e disponibile (1).

Padre Houtart, lei è uno dei fondatori del Forum. Come è cambiata in questi anni questa manifestazione?
«È cambiata nel senso che il Forum ha potuto costruire una coscienza collettiva, sempre più universale. È fondamentale continuare su questa strada: formare una coscienza universale. Soprattutto in questo periodo di crisi del capitalismo, che è una crisi senza lotta di classe. Il problema è come alimentare una lotta popolare e sociale per trasformare la logica del sistema».  

Lei è rappresentante personale di Miguel D’Escoto (2) nella Commissione dell’Onu, incaricata di studiare la crisi…
«Sono membro della Commissione delle Nazioni Unite diretta da Joseph Stiglitz. È chiaro, però, che questa Commissione propone una regolazione del sistema e non una sua trasformazione, un cambiamento».

Come sta avvenendo anche nel Forum di Davos, contemporaneo a questo…
«Non tutto il mondo è cosciente della necessità fondamentale di cambiare la logica del sistema capitalista. La crisi è finanziaria, energetica, alimentare, climatica, sociale. Questa è una crisi totale».

Forum di Belém e Forum di Davos. Anche lei riscontra una diversità di trattamento da parte dei media?
«Sì. I media folclorizzano il Forum sociale mondiale. Per loro soltanto il Forum di Davos è serio. Il fatto è che noi non abbiamo potere nei media».

I responsabili della crisi ora chiedono aiuto a quegli stessi stati nazionali che prima tenevano lontani come la peste. Non è una palese contraddizione?
«No! È la logica del sistema. Lo stato deve intervenire soltanto per salvare il capitalismo. Lo stato capitalista è al servizio del capitalismo. Pertanto, il problema è come costruire un altro stato che abbia una base popolare e obiettivi alternativi agli attuali. Le alternative esistono».

Lei è un prete. Come si sta comportando la chiesa davanti ai problemi che solleva la crisi. Sta facendo abbastanza?
«No, non sta facendo abbastanza! Le dichiarazioni ufficiali, quando ci sono, sono deboli e superficiali, molto superficiali. E comunque rimangono nel solco della regolarizzazione del sistema».

Questa speranza di un cambio può trasformarsi in realtà concreta e tangibile?
«È una speranza realista. Come arrivarvi? Occorre mobilizzare la coscienza collettiva, altrimenti il sistema si riproducerà fino alla propria distruzione. Se si arriverà alla coscientizzazione, allora il cambio sarà possibile».

Ma quando? Domani o in tempi biblici?
«Ci sono tempi diversi. Un tempo immediato e un tempo più lontano. L’importante è mantenere la coerenza» (3).

di Paolo Moiola

(1) François Houtart è un ospite fisso di MC. Sue interviste sono state pubblicate nell’aprile 2002 (a cura di Paolo Moiola) e nel luglio 2006 (a cura di Marco Bello).
(2) Miguel D’Escoto, nicaraguense, prete, sandinista, è presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dal settembre 2008.
(3) Il 31 ottobre 2008, Francois Houtart aveva presentato una relazione sulla crisi – «Le monde a besoin d’alternatives et pas seulement de régulations» – davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Paolo Moiola

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