Attentti al gorilla
Non sarà che davvero «il troppo stroppia»? Che senso ha la moda, promossa dalle grandi istituzioni inteazionali e ormai consolidata, di istituire quantità incredibili di giornate di sensibilizzazione, se non addirittura intere annate dedicate a tale e talaltro problema?
La domanda nasce dalla contemplazione di un qualsiasi calendario che riporti in bell’ordine tutte le varie iniziative volte a puntare i riflettori sull’uno o l’altro aspetto del nostro vivere insieme e del nostro ambiente. Viene ormai difficile pensare che il disperdere energia in così tanti obiettivi diversi possa sortire alcun effetto. Gioate mondiali, continentali, nazionali indette dalle organizzazioni più svariate si intersecano con programmi annuali, quinquennali, decennali, in un’orgia di date, eventi, incontri sui temi più svariati. Alcune giornate si sdoppiano e si moltiplicano nel tentativo di rispettare le esigenze di calendario di ognuno. Vista la difficoltà di orientarsi in tale babele, dato per scontato che ad un eccesso di offerta sempre segue un senso di stanchezza da parte di chi fruisce, viene da chiedersi a cosa serve proclamare l’istituzione di una giornata o di un anno dedicati ad un certo tema.
L’Onu, nel disperato quanto sterile tentativo di promuovere il conseguimento dei pretenziosi otto obiettivi del Millennio è una delle organizzazioni più provvida di iniziative. Il 2009 è stato proclamato dalle Nazioni Unite, anno internazionale della riconciliazione, dell’astronomia, dello studio dei diritti umani (in realtà si tratta di un biennio che racchiude interamente le celebrazioni per il 60° anniversario della Dichiarazione del ‘48) e delle fibre naturali. A dirla tutta il 2009 è pure l’anno internazionale del gorilla. Dove sono le priorità? Che benefici portano le pie esortazioni del Palazzo di vetro? Come si possono verificare i risultati di tali indizioni? Non sarà che l’intenzione di dedicare un anno a tutto non si risolva in un niente di fatto?
A queste forme di impegno ormai non credo più. L’anno scorso è girato in rete un testo molto bello del teologo e attivista brasiliano Frei Betto: «Felice anno nuovo, rendi nuovo il tuo anno». Se non si lavora sulla persona a poco serve sensibilizzare le istituzioni; è sufficiente leggere il tono generalista del testo di proclamazione dell’anno internazionale della riconciliazione e confrontae i buoni propositi con la sterilità dei risultati di fronte a quelli che sono i nostri normali contesti di conflitto, iniziando da quelli familiari. L’anno veramente importante è quello marcato dal desiderio personale di conseguire, responsabilmente, un piccolo obiettivo che ci consenta di migliorare le nostre relazioni con l’ambiente e con gli esseri che ci circondano, umani e non. Per coloro che credono la cosa assumerà, ovviamente, anche connotazioni religiose; per chi non crede si colorerà di un senso di profondo rispetto per ciò che ci circonda. Sono convinto che di simili piccole risoluzioni potrebbero essere contenti – e persino avvalersene per quest’anno e gli anni a seguire – anche i gorilla.
Ugo Pozzoli