Qualcosa è cambiato

Introduzione

In passato, l’America centrale è stata al centro dell’attenzione dei media mondiali, che seguivano (invero non sempre con serena obiettività) la rivoluzione popolare sandinista in Nicaragua e quelle che erano in gestazione in Salvador e Guatemala. Il Costa Rica veniva chiamato «la Svizzera centroamericana», per la sua imparzialità e per aver «abolito» il suo esercito, mentre la stampa più attenta segnalava l’Honduras per essersi trasformato in una base militare controrivoluzionaria dei potenti vicini nordamericani.
Oggi l’America centrale si trova in una situazione differente. In Guatemala, ha appena (gennaio 2008) preso il potere Alvaro Colom, un presidente che si dice di centrosinistra. Per parte sua, il presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, lo scorso 19 luglio, si è presentato ai festeggiamenti per l’anniversario della rivoluzione sandinista sulla piazza della Rivoluzione, a Managua, e si è seduto tra Daniel Ortega ed Hugo Chávez. A Panamá guida il paese Martin Torrijos, figlio di un grande amico della rivoluzione sandinista.
Nel Salvador, il Farabundo Martì per la liberazione nazionale (Fmln), seguendo i passi del Fronte sandinista (Fsln), si sta attivando per costruire una piattaforma elettorale con buona possibilità di vincere le prossime elezioni presidenziali.

Il Nicaragua ha lasciato nel passato la dinastia dei Somoza; la nobiltà della sua rivoluzione e le distruzioni della guerra d’aggressione statunitense degli anni Ottanta; l’instabilità della sua transizione all’inizio degli anni Novanta e la tristezza della corruzione sotto i governi di Aoldo Alemán e Enrique Boloños. Oggi il Nicaragua cerca nel suo passato rivoluzionario, sperando di trovare una risposta che gli permetta di avere fede nella globalizzazione centroamericana, per la quale finora si è soltanto sacrificato…

In questo nostro dossier, abbiamo tentato con semplicità di formulare un’interpretazione della realtà nicaraguense, di quel che si sta facendo, di quel che si vede e di quel che crediamo stia dietro l’apparenza.

José Carlos Bonino

José Carlos Bonino