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Conoscere l’Allamano
Caro Direttore,
congratulazioni per la bella rivista, che leggo sempre con tanto interesse e piacere. Ho appena ricevuto il numero di maggio 2007, insieme all’allegato Giuseppe Allamano, bella figura di missionario-fondatore-animatore di anime generose, consacrate e laici.
Vorrei conoscere più a fondo questa bella anima sacerdotale: approfitto dell’invito a pag. 5 dell’allegato, per chiedervi il libro «Così vi voglio».
Da qualche anno mi trovo a Verona, reduce dalla missione in Uganda, dove ho passato una quarantina di anni di vita missionaria. Oggi che si presenta l’occasione, vorrei proprio approfondire la vostra spiritualità, trasmessa «alla buona, ma con tanta incisività» dal beato Giuseppe Allamano. Sarà un lavorare un po’ più da vicino in questa meravigliosa avventura del regno di Cristo.
Padre Luigi Varesco
Verona
Grazie, padre Luigi, per la simpatia verso il nostro fondatore. Le assicuriamo che anche noi della Consolata vediamo in san Daniele Comboni una fonte d’ispirazione per la nostra «avventura» missionaria.
Diamanti… sporchi
Cari Missionari,
ho letto sul n.7/2007 di MC la lettera di Carlo Occhiena e la vostra risposta, relative all’operato della De Beers in Botswana e la joint venture tra la stessa e il governo. Non credo per nulla alla bontà della suddetta operazione, perché, come voi giustamente dite, la De Beers è campione nelle operazioni «diamanti insanguinati».
Per quanto riguarda la Central Kalahari Game Reserve, terra da sempre dei boscimani, oggi riserva, che si trova al centro del Botswana, dal 2002 è in corso una persecuzione da parte del governo, tesa ad allontanare con tutti i modi possibili e legittimi proprietari della terra a beneficio della De Beers e di chi godrà le royalties sull’estrazione dei diamanti.
Sono socia di Survival, l’Ong che difende i popoli tribali del mondo, portando a conoscenza dei propri soci e della società civile i soprusi, violenze, espropriazioni, quando non lo sterminio programmato, che molti gruppi subiscono dal governo del proprio paese o da chi, avendo interessi sulla zona, agisce col beneplacito o la noncuranza del governo stesso.
Ebbene è dal 2002 che è in corso la campagna di sostegno ai boscimani del Kalahari, ma i loro problemi continuano e la loro situazione rimane sempre drammatica. Lo scorso anno l’Unione europea ha pagato una cifra enorme affinché nella riserva venisse inviata l’acqua: il governo del Botswana, infatti, ha fatto distruggere tutte le fonti d’acqua. Il pretesto «ufficiale» del governo per il trasferimento forzato dei boscimani è che, essendo la zona diventata riserva, non è più possibile cacciare: i boscimani preleverebbero troppa selvaggina.
I diamanti della De Beers sono veramente sporchi!
Lelia Zizioli
Conegliano (TV)
La campagna di Survival in difesa dei boscimani e loro diritti continua. Per ulteriori notizie e per partecipare a tale campagna si può consultare il sito: http://italia.survival-inteational.org.
Caro Direttore,
desidero ringraziare per il prezioso servizio che svolge la rivista per aprire la mente e il cuore nei riguardi delle attività e problematiche missionarie; solo l’approfondimento delle questioni consente di conoscere, comprendere e condividere.
Colgo l’occasione per affidare alle preghiere della vostra comunità la mia adorata mamma, che è in precarie condizioni di salute e sta affrontando tante sofferenze… una persona che ha le caratteristiche delineate dalle beatitudini.
Ringrazio e auguro un buon proseguimento.
Milva Capoia
Collegno (TO)
Grazie per la stima e incoraggiamento. Coloro che sostengono il nostro lavoro con i loro sacrifici e preghiere sono sempre presenti nel nostro ricordo al Signore.
Cari Missionari,
ricevo con gioia la vostra rivista. Prego sempre per i missionari. Fino a poco tempo fa potevo inviare offerte per aiutare il loro lavoro; ma adesso non mi è più possibile e faccio fatica a provvedere a me stessa; sono molto malata e presto avrò 90 anni. Però… le preghiere continuano e continueranno sempre, qui… e quando sarò «di là». Grazie ancora e Dio vi benedica.
Giuliana Imperatori
Roma
Da parte nostra continueremo a inviare la rivista: la sua preghiera per i missionari è l’aiuto di cui abbiamo maggiormente bisogno.
Complimenti vari
Cari Missionari,
in questi giorni mi è capitato di leggere da un’amica la vostra rivista e sono rimasta felicemente impressionata. Ho trovato articoli molto interessanti; mi è piaciuto molto in particolare il servizio sul Benin. Devo dire che reportages come questi ormai sono rarissimi nelle riviste italiane, per non dire assenti. Credo che il vostro giornale sia molto di più che una rivista missionaria; è molto ricca in contenuti e in bellissime immagini. Mi piacerebbe leggere altri reportages se fosse possibile.
Stefania Brizzi
Via e-mail
Caro Direttore,
ho avuto l’onore di una sua risposta sul numero 9 di Missioni Consolata. L’ho letta con emozione e, lo ammetto, con una puntina di orgoglio. Devo fare una piccola precisazione, l’articolo è stato letto anche dal mio figliolo minore, e mi ha detto che vi è un errore; io scrivevo «i miei figli non sono dei geni»; lui vi manda questa correzione di suo pugno: «Io sono un genio», firmato Ermanno. Grazie!
Daniela Inzoli
Milano
Spett. Redazione,
da diversi giorni desidero scrivere, ma corri di qua, corri di là, il tempo passa… Voglio complimentarmi con Missioni Consolata, per il dossier sulle bidonvilles nel mondo. Sto leggendo il libro The planet of slums (Il pianeta di slums): una situazione terribile ed è bene che si conosca. Il vostro servizio è molto ben fatto.
Giulio Santosuosso
Caracas, Venezuela
Si può vivere…
senza Tv?
Cari Missionari,
ho letto la lettera di Gionata Visconti, intitolata «Vivere senza Tv… si può» (MC 6/2007, p.7), e vorrei rispondere ad almeno una delle domande da lui poste: «Sapere che in Indonesia, si è rovesciato un autobus causando decine di morti è importante per la mia informazione?».
Io rispondo sì, caro Gionata e cari missionari; rispondo sì perché credo che sapere di un autobus che è precipitato in un burrone a Giava, di un jumbo jet che si è schiantato contro una montagna a Sumatra, di un altro jumbo che si è incendiato in un aeroporto dell’Angola, di un treno deragliato in Egitto, in India, in Pakistan, in Thailandia, in Russia o nel vicino Montenegro sia importante per voi, per me, per chiunque si riconosca nell’idea di fratellanza universale e, a maggior ragione per chi crede alla fratellanza non solo come a un bel concetto filosofico, ma come a qualcosa di profondamente connaturato all’essere figli di Dio e consanguinei di Cristo.
Sarei un tantino più cauto nel contrapporre la vita felice senza Tv a quella infelice con la Tv… Io concentrerei le critiche sui reality show e altri programmi sciocchi, frivoli, deleteri per l’anima e per il corpo, non sulla Tv in generale.
Sarei più cauto anche a bollare come «cronaca nera», come «spazio rubato alle tante cose buone che accadono, ma di cui nessuno parla», le notizie riguardanti le guerre, il terrorismo, ma anche le calamità naturali, le stragi dei fine settimana sulle strade, le sciagure ferroviarie e aeree. Per me il più delle volte non sono i giornalisti a esagerare, siamo noi che abbiamo un atteggiamento sbagliato verso le notizie. Sta a noi passare dalla tristezza all’indignazione, dall’assuefazione all’impegno, dal pessimismo alla partecipazione…
Francesco Rondina
Fano (PU)
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