Da Trento a Hiroshima
Trentino – Giappone
Gli studenti di una scuola superiore di Cavalese, in provincia di Trento, hanno vissuto un’esperienza unica, viaggiando fino a Hiroshima, per antonomasia luogo simbolo della follia umana. Hanno visto i disastri dell’atomica e hanno discusso con i loro coetanei giapponesi sulla follia delle guerre. Una lezione di vita che rimarrà per sempre nella loro memoria e forse servirà per diffondere la consapevolezza di quell’impagabile bene che è la pace.
L’aggettivo «nucleare» suscita immediatamente in tutti noi qualche reazione, in generale di timore se non proprio paura. La nostra mente va infatti al disastro di Cheobyl o alla distruzione di Hiroshima. Una tale reazione di allarme è certo comprensibile, ma è anche vero che essa deriva da una diffusa ignoranza scientifica di tutto quello che ha a che fare con le radiazioni e la radioattività (1). Se sapessimo che ogni ora milioni di radiazioni ionizzanti di origine naturale attraversano il nostro corpo, forse il nostro atteggiamento sarebbe un po’ diverso.
La tematica nucleare è certo importante per capire la portata degli eventi catastrofici di cui l’energia atomica è stata protagonista, ma non solo. Il cittadino moderno ha bisogno di venir informato sui pro e i contro dell’atomo in quanto oggi si torna a riproporre l’energia nucleare per la produzione di elettricità. D’altra parte basta pensare all’enfasi data dai media ai casi Iran (vedi reportage in questo stesso numero di MC) e Corea del Nord per rendersi conto che esiste pure un grave pericolo di proliferazione mondiale delle bombe atomiche.
È in questo quadro che, all’inizio del passato anno scolastico, un gruppo di studenti del liceo statale «La Rosa Bianca» di Cavalese, in provincia di Trento, inizia un impegnativo percorso di studio ed approfondimento sul tema dell’energia nucleare, nelle sue applicazioni militari (bombe atomiche) e civili (centrali elettronucleari, medicina nucleare, ecc.). I giovani sono seguiti dal corpo insegnante, con la collaborazione dei docenti di matematica e fisica, storia e filosofia, letteratura, religione e lingua inglese, oltre che da esperti estei, in particolare da un fisico dell’Unione scienziati per il disarmo (Uspid). I giovani raccolgono, esaminano e discutono molto materiale, reperito su libri e riviste, oltre che su internet.
Nel corso del lavoro didattico nasce l’idea di effettuare una visita a Hiroshima, luogo simbolo della distruzione nucleare e sede di un museo e di un parco della pace. Queste strutture consentono al visitatore di farsi un quadro dettagliato dell’effetto immediato dell’esplosione atomica e delle conseguenze per i sopravvissuti, spesso protrattesi nel tempo o evidenziatesi anche a distanza di anni dall’evento.
Tra il dire e il fare ci sono però, come sempre, di mezzo i… quattrini! L’energico dirigente dell’Istituto «La Rosa Bianca», prof. Fiorenzo Morandini, individua una possibilità di finanziamento in una nuova iniziativa dell’Assessorato all’Istruzione della Provincia autonoma di Trento, che per la prima volta prevede la possibilità di gemellaggi con scuole di paesi extraeuropei. Viene steso un programma di attività, lo si inoltra ai competenti uffici, si attendono i tempi necessari e… la risposta è positiva! Viene messa a disposizione la bella cifra di 45.000 euro per sostenere il progetto. L’Istituto La Rosa Bianca fornisce una quota di autofinanziamento e gli studenti partecipanti contribuiscono con 450 euro ciascuno.
In tal modo, con il patrocinio del Forum trentino per la pace e della Fondazione Campana dei caduti di Rovereto, un gruppo di 19 studenti, 4 docenti e il dirigente scolastico, un foto cine operatore, più un fisico come esperto esterno (lo scrivente), a fine maggio 2007 partono per Tokyo. Lì passano due giorni cercando di smaltire le sette ore di differenza nel fuso orario, visitando la città, ma soprattutto visitando la scuola superiore Meiji Gakuin, partner del progetto, con la quale si è fatto del lavoro preparatorio comune. Tutti i partecipanti hanno anche l’occasione di conoscere di persona il bravissimo professor Takao Takahara, docente di studi sulla pace all’università di Yokohama (2).
Trasferitisi a Hiroshima con un volo durante il quale si può ammirare la più famosa, alta e bella montagna giapponese, il Fuji, gli studenti e i loro insegnanti vivono la tappa più densa di impegni di tutto il viaggio. Al loro arrivo sono accolti dal prof. Hitoshi Mukai e dall’hibakusha Hiromu Morishita (3). Egli rappresenta per alcuni una vecchia conoscenza, essendo stato invitato in Trentino nel 2005 dall’Uspid e dalla Fondazione Campana dei caduti, in occasione del sessantesimo anniversario della distruzione di Hiroshima. Morishita, settantasettenne, possiede un’energia e un dinamismo invidiabili, tanto da suscitare la domanda scherzosa dei ragazzi se, per arrivare in tarda età in condizioni tanto buone, bisognasse proprio subire l’esplosione atomica!
Il programma degli incontri, svoltisi prevalentemente alla scuola superiore femminile Jogakuin, prevede una serie di presentazioni da parte degli studenti locali e dei loro ospiti stranieri. Nel corso di queste relazioni, ciò che più colpisce gli italiani è scoprire il contenuto profondamente pacifista dell’attuale Costituzione giapponese e, nel contempo, apprendere come l’educazione alla pace, un tempo importante e diffusa, venga oggi man mano abbandonata dalle scuole nipponiche. Per i giapponesi, invece, è piuttosto sorprendente constatare come gli italiani siano fondamentalmente contrari al possesso di armi atomiche, sebbene ve ne siano nelle basi di Aviano e di Ghedi e nonostante che i nostri partner europei Francia e Gran Bretagna ne posseggano. Ulteriore motivo di riflessione è constatare come al tempo della discussione sulla bozza di Costituzione europea non vi è stato nessun dibattito sugli aspetti militari in essa contenuti.
Indimenticabile sono la visita al Museo atomico e al Parco della pace, nonché gli incontri con alcuni sopravvissuti alle esplosioni atomiche. Oltre a Morishita, i ragazzi conoscono la signora Fumiko Sora, che racconta la sua storia, e Miyoko Matsubara, la quale rievoca in modo commovente e drammatico i terribili eventi di cui fu involontaria protagonista il 6 agosto 1945.
Toati in patria il 2 giugno 2007, gli studenti presentano la loro esperienza alla cittadinanza, regalando anche al sindaco di Cavalese un alberello dono della città di Hiroshima, nato dai semi di una pianta sopravvissuta all’esplosione e ancora oggi visibile dietro il Museo atomico. Il primo cittadino prende l’impegno di curare la pianta che, una volta irrobustitasi, sarà collocata in un parco cittadino con una targa commemorativa. A giudizio unanime dei partecipanti (4), giovani ed adulti, un viaggio a Hiroshima rappresenta un’esperienza memorabile, capace di far capire il dramma della guerra atomica molto più di quanto si possa fare con i libri o i documentari. Essere circondati dalle mute e drammatiche testimonianze della storia colpisce profondamente la mente e il cuore. Sarebbe bello sognare che un pellegrinaggio ad Hiroshima fosse un compito obbligatorio per i neo capi di stato e di governo delle potenze nucleari militari, che hanno nelle loro mani i destini dell’umanità. Forse, vedendo il disastro che un loro comando avventato potrebbe provocare, agirebbero con maggiore prudenza e senso di responsabilità.
Note:
(1) Siamo arrivati al punto che persino una tecnica d’indagine medica come la risonanza magnetica nucleare, che nulla ha a che fare con le radiazioni ionizzanti o con la radioattività, ha visto il suo nome abbreviato con l’eliminazione dell’aggettivo “nucleare”, per non causare allarme nei pazienti e nel personale medico!
(2) Takahara è una persona attivissima ma dallo stile incredibilmente tranquillo; ormai cinquantenne ha mantenuto un’invidiabile, quasi utopica fiducia nella possibilità di risolvere pacificamente i conflitti di qualsiasi natura; nei consessi inteazionali la sua voce porta messaggi di ragionevolezza e rappresenta un pacifismo della volontà e della ragione, che contrasta fortemente con la disillusione e il realismo cinico di tanti altri esperti e studiosi.
(3) Hibakusha: con questo termine si indicano i sopravvissuti alle esplosioni atomiche.
(4 ) Sul sito della scuola – www.scuolefiemme.tn.it – immagini e materiali relativi al viaggio in Giappone degli studenti trentini.
Mirco Elena