Solidarietà in passerella
Ancora una volta Missioni Consolata dà spazio
alla manifestazione di AfroItalyFashion,
giunta alla sua quinta edizione. Tale iniziativa
va ben al di là di una frivola sfilata di moda: numerose persone, in collaborazione con associazioni italiane e africane, sono coinvolte
in tale manifestazione per fare cultura
e stimolare la solidarietà attraverso lo spettacolo, per poi promuovere progetti di impegno sociale
a favore del continente africano.
È sempre un grande piacere per me parlare di AfroItalyFashion, una manifestazione che seguo da molto tempo come addetto stampa. Seguire i preparativi che cominciano mesi prima, i contatti intercorsi tra gli organizzatori e i vari professionisti che, superati i primi momenti entrano subito nella magica atmosfera di un appuntamento molto atteso.
Per capire meglio quanto lavoro vi è dietro questa manifestazione, cominciamo col dire che AfroItalyFashion è organizzata dalla Associazione Culturale «Abissa» di Torino, di cui è presidente il dott. Diego Cudia, con il fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le persone più abbienti, verso una realtà molto diversa dalla nostra, eppure a noi molto vicina, in termini culturali e geografici.
La produzione esecutiva è affidata all’agenzia Didacus Communication di Milano, che si occupa dei contatti con stilisti italiani e stranieri, con indossatori e indossatrici, artisti e ospiti vari, rapporti con i vari mass media, con professionisti vari. Lo studio Area Fotografica di Torino ha curato i servizi fotografici e video, luci e direzione della fotografia, elementi scenografici e lo studio CD Comunicazione di Torino ha cornordinato i servizi pubblicitari, le sponsorizzazioni e marketing.
Motore della manifestazione è stata soprattutto l’associazione umanitaria Mission Sinan di Cuneo, la quale promuove progetti di cooperazione tra Italia e Africa, come la costruzione e mantenimento di un centro ginecologico moderno ed efficiente in Costa d’Avorio, ricerca fondi in denaro, attrezzature tecnologiche, mezzi per il commercio e persone volonterose affascinate dall’idea di un aiuto concreto al continente africano.
Nomi importanti, quindi, che muovono decine di persone verso una iniziativa che, anno dopo anno, acquista dimensioni sempre maggiori; persone che riescono a supportare una manifestazione che qualcuno ha definito «sincera e pulita», in riferimento all’idea di base: fare cultura e stimolare la solidarietà attraverso lo spettacolo.
Direttore artistico di AfroItalyFashion è il dott. Diego Cudia, che è anche presidente dell’Associazione Culturale «Abissa» (acronimo di Attività sociale, beneficenza, immobiliare, spettacolo, sport, arte). A lui rivolgiamo alcune domande sul significato della manifestazione.
Come si concilia la solidarietà verso un mondo di bisognosi e una manifestazione di moda, musica, spettacolo…?
Ogni anno cresce sempre più il consenso degli stilisti italiani e, soprattutto, stranieri verso la manifestazione AfroItalyFashion; i vari stilisti africani cedono gratuitamente i loro abiti (sopportando le spese di iscrizione, spedizione, assicurazione), questi abiti verranno venduti successivamente e metà del ricavato ritoerà in Africa sotto forma di aiuto verso quelle etnie più disagiate (se non è solidarietà questa…).
E vorrei ringraziare i vari stilisti che hanno partecipato, essi sono: Alfadi (Nigeria), con il suo pret-a-porter tradizionale; Cris Seydou (Mali), con i suoi abiti per il teatro, cinema, come fornitore ufficiale delle divise per le hostess di Air Afrique; Dramé (Costa d’Avorio), con la sua linea di abiti femminili; Fabiene (Costa d’Avorio), giovane stilista di abiti tradizionali da giorno e da sera, da cerimonia; Mirelle (Senegal), specializzata in abiti da matrimonio; Pathé (Burkina Faso), molto conosciuto dai vip tra cui Nelson Mandela.
Accanto a questi stilisti, molti dei quali presenti, il pubblico ha potuto ammirare le stupende creazioni per sposa di Claudio Ambrogio (Boutique sposa di Bene Vagienna, Cuneo), e di giovani creatori di moda italiana, freschi di studi accademici.
E il discorso culturale, l’impegno sociale, dove sono?
Chi assiste alla manifestazione AfroItalyFashion, oltre ad ammirare delle bellissime creazioni di moda multietnica, sente parlare di progetti di cooperazione, costruzione di ospedali e scuole, raccolta di attrezzature professionali, risorse umane operanti in luoghi difficili, malattie e condizioni di vita inconcepibili. I vari ospiti invitati parlano delle loro esperienze passate e presenti, a contatto con una realtà che spesso ci è difficile da immaginare; gli stessi artisti si esibiscono con musiche e brani coreografici, sono testimoni di una situazione di vita non proprio serena e felice. Tutti questi discorsi servono a ricordare che esistono persone che hanno fatto dell’impegno sociale una ragione di vita, che può dare grandi soddisfazioni morali. Discorsi che devono portare tutti alla convinzione che siamo un paese che può fare moltissimo per gli altri, senza grandi sforzi economici e organizzativi; che devono fare riflettere soprattutto i giovani, perché il loro futuro sarà sempre più influenzato dai problemi presenti a livello di politica comunitaria internazionale.
Prima Torino, dove è nata e cresciuta, poi Cuneo, con il pubblico in piazza. Dove sarà il prossimo appuntamento con AfroItalyFashion?
Torino e Cuneo sono le città dove «Abissa» è nata e si è fatta conoscere; era naturale pensare di realizzare la manifestazione prima a Torino (presso il teatro dei missionari della Consolata) poi a Cuneo (piazza Audifreddi); per la prossima edizione stiamo valutando le proposte di alcuni sponsor che la vorrebbero in una città della Lombardia (Brescia o Como), per estendere a un pubblico sempre diverso la conoscenza della nostra associazione e i suoi progetti.
A proposito di progetti, avete in cantiere qualcosa di cui parlare?
Stiamo lavorando alla realizzazione di «Il Canario», un calendario nazionale fotografico a colori, in cui i proprietari di cani possono comperare, per pochi euro, uno dei 288 spazi fotografici a disposizione, manifestando la loro solidarietà attraverso la pubblicazione di una fotografia in compagnia del fidato amico di vita. La somma raccolta con la vendita del calendario, sarà destinata all’acquisto di generi di conforto (alimentari, medicinali, cucce…) per i cani ospitati nei vari canili d’Italia.
A Il Canario aderiscono molti vip e personalità dei più disparati settori sociali, oltre a persone comuni, a riprova che l’amore di un cane verso l’uomo non è vincolato alla sua condizione umana, ma libero e sincero.
Per informazioni: Associazione Culturale Abissa onlus – V. Lancia 121/F – 10141 Torino – Tel 339.3701387.
Per Il Canario: Area Fotografica – Tel 011.704264.
Dino Sassi