L’ispirazione viene da due assemblee tenute negli anni ‘70 dalla Federazione delle conferenze episcopali asiatiche, le quali suggeriscono di dotare la chiesa in Asia, oltre alle tradizionali strutture ecclesiastiche (parrocchie, opere sociali, scuole, asili…) di centri di preghiera e di dialogo tra le grandi religioni dell’Asia. La scintilla che lo fa nascere è l’incontro provvidenziale tra il padre saveriano Franco Sottocornola e il monaco buddista Furukawa. Dopo anni di gestazione, nel 1987, su una collina sovrastante la cittadina di Kikusui, nell’isola di Kyushu, nasce il «Seimeizan» (montagna della vita), centro di spiritualità e dialogo interreligioso.
Il centro rispecchia in tutto le caratteristiche culturali e spirituali della tradizione giapponese: la struttura dell’edificio, immersa in una foresta di bambù e cipressi, con pareti e porte scorrevoli, la luce che penetra diffusa e non violenta, sembra non avere alcuna discontinuità tra l’interno e l’ambiente circostante. Inoltre, la semplicità dell’arredamento, l’uso del legno o della paglia di riso intrecciata, il tatamì che invita a stare insieme, creano rapporti familiari e calore umano che fanno pensare a una psicologia della casa, diversa dalle nostre tradizioni europee.
Ma ciò che caratterizza il Seimeizan è, soprattutto, l’assunzione di tre elementi classici dello spirito del popolo giapponese: la natura, la montagna, la via del tè. Vivere in mezzo alla natura, sentita come luogo sacro, significa vivere in un contesto di esperienza religiosa. La montagna è luogo di silenzio e d’incontro con Dio. Il silenzio caratterizza molte volte gli incontri interreligiosi che si svolgono al Seimeizan. Il desiderio di stare insieme, di comunicare l’esperienza mistica non ha bisogno di parole. Nella cerimonia del tè, servito dal padrone di casa, i componenti del gruppo (non più di 7 persone) non si guardano in faccia, ma tutti guardano la tazza: bere insieme il tè è segno di pace; è un momento che crea nel gruppo uguaglianza e rispetto, gioia di stare insieme.
La comunità cristiana del Seimeizan (5 persone in tutto) opera in stretta collaborazione con il tempio buddista della vicina città di Tamana, praticando con semplicità e impegno alcune scelte fondamentali: vivere in mezzo ai buddisti per rispondere al dialogo della vita e delle opere; svolgere servizi di vario genere a favore dei bambini, anziani e persone bisognose di aiuto, di consigli e assistenza; offrire accoglienza a singoli e gruppi che vogliono fare esperienza spirituale e di dialogo.
Ogni anno centinaia di persone salgono alla «Montagna della vita» per pregare, vivere a contatto con la natura e con se stessi, comprendere l’animo giapponese, scoprire negli eventi quotidiani la presenza di Dio. Seimeizan è un vero polmone spirituale, in un ambiente in cui il senso religioso rimane spesso in superficie.
Anche noi pellegrini respiriamo un’atmosfera di autentica spiritualità cristiana, fatta di accoglienza, preghiera, contemplazione, attenzione all’altro. Vorremmo condividere per tutto il giorno il loro stile di preghiera, rivolti al sole quando sorge e quando tramonta, ma la pioggia non ce lo permette. Quindi svolgiamo tutto il nostro programma all’interno.
Centro della nostra giornata è la celebrazione della messa, preceduta dalla meditazione zen. Il rito, ispirato alla cerimonia del tè, si svolge con profondo rispetto e dignità liturgica e costituisce per noi un’affascinante novità per rivivere il mistero pasquale.
VM