Columba (o Colombano di Iona), figura di grande fascino e forte irradiazione, monaco, fondatore di monasteri e missionario, uomo di cultura, calligrafo eccellente e poeta, nonché personalità politica di rilievo, forma, con Brigida e Patrizio, la triade dei grandi patroni d’Irlanda.
Columba nasce a Gartan (Irlanda del Nord), attorno al 521, da una famiglia del potente clan degli Ui Néill: 4 suoi cugini, lui vivente, diventeranno re. Lo sarebbe diventato pure lui se non si fosse ritirato a Clonard, abbracciando la vita monastica.
Tornato al Nord, fonda vari monasteri, tra i quali Derry (546), Durrow (553). Nel 563, a 42 anni, con 12 compagni, ripercorre il cammino inverso di Patrizio e Finniano, per portare il dono della fede in Britannia. Si stabilisce nell’isola di lona, nell’estremità della Scozia, dove fonda un monastero che sarà presto un centro di cultura e irradiazione missionaria. Alla vita monastica, scandita da preghiera, penitenze, studio e lavoro manuale, unisce l’evangelizzazione, rivolta sia ai cristiani (regno irlandese dei Dalriada) che ai pagani, convertendo le popolazioni dei pitti e degli angli.
Tra Scozia e Irlanda, sono più di 50 i suoi monasteri, che vengono organizzati in una sorta di federazione, nota come «familia Columbae», governata secondo il sistema giuridico dei regni celtici. Più volte torna in Irlanda per visitare i monasteri della sua «famiglia», per importanti missioni di carattere diplomatico e politico, per difendere la classe dei bardi, poeti-cronisti laici, malvisti dalla nuova classe di monaci letterati.
Uomo di grande cultura, a Columba sono attribuiti vari inni in latino e in gaelico, manoscritti e codici miniati di grandissimo valore. Un suo biografo lo descrive come «angelico nell’aspetto, fine nella parola, santo nelle opere, di ottima indole e grande nel dare consigli. Non riusciva a lasciar passare anche solo un’ora senza essere occupato a leggere o scrivere o fare un qualche lavoro».
Muore il 9 giugno 597. Il suo spirito, fatto di ascetica severa, passione per il vangelo e amore per la cultura, caratterizzerà a lungo il monachesimo di Iona, quello che avrà il suo frutto più bello in Aidano, il fondatore di Lindisfae e grande evangelizzatore degli angli.
Benedetto Bellesi