Cari missionari,
ho letto con interesse il servizio sulla Colombia (M.C. maggio 2005). Credo tuttavia sia opportuno precisare un aspetto. Nell’articolo si parla di forti interessi economici per lo sfruttamento delle risorse naturali e introiti della coca, sia da parte del governo che della guerriglia, ipotizzando che queste siano le vere cause della guerra. Questo approccio tende, a mio avviso ingiustamente, a mettere sullo stesso piano governo e guerriglia.
Premesso che la lotta armata e l’uso della violenza per risolvere i problemi è sempre sbagliato, non si deve dimenticare che tale lotta nasce da una situazione di profonda ingiustizia sociale (una ristretta oligarchia ricchissima controlla economia e politica, mentre 33 su 44 milioni di abitanti sono poveri), combinata con un’assoluta mancanza di reali prospettive di soluzioni democratiche.
Il governo colombiano ha tollerato e supportato lo sviluppo di forze paramilitari che collateralmente all’esercito e ai narcotrafficanti (finché sono stati utili) hanno usato la violenza indiscriminata sulla popolazione civile (con stragi di contadini, donne, bambini, sindacalisti, difensori dei diritti umani e giornalisti), per intimidirla e tutelare gli interessi di aziende e latifondisti, agendo nella più totale e scandalosa impunità (cfr. G. Piccoli, Colombia, il paese dell’eccesso).
Quando, dopo un accordo di pace, la guerriglia costituì un partito (Union Patriotica) per partecipare alla vita democratica, sospendendo la lotta armata fu sottoposta a un massacro continuo e impunito dei suoi iscritti e rappresentanti (media di 1 politico di Up ucciso ogni 19 ore per 7 anni, compreso un candidato alla presidenza nel ’90, fino all’estinzione totale), dimostrando come la Colombia sia solo formalmente una democrazia, anche se i nostri governi la considerano tale solo perché vi sono «libere» elezioni.
P.S. Complimenti per gli interessantissimi dossiers su giovani ed anziani.
Dario Selvaggi
Trapani
La situazione della Colombia è molto complessa. Abbiamo sempre denunciato la mancanza di vera democrazia e le ingiustizie sociali, contro cui sono insorti i movimenti rivoluzionari. Oggi, però, gli ideali dei vari gruppi guerriglieri non corrispondono più a quelli delle origini.
Dario Selvaggi