L’eternamente giovane

«Siamo venuti per adorarlo»: è questo il tema della Giornata mondiale della gioventù, che si celebrerà a Colonia (Germania) dal 16 al 21 agosto 2005. Il motto riprende le parole dei Magi, tratte dal vangelo di Matteo, ed esprimono il fine del loro lungo peregrinare che li ha condotti all’incontro con il Salvatore. Sull’esempio dei Magi, le cui reliquie secondo una pia tradizione sono venerate proprio in quella città, i giovani di ogni continente sono invitati a ripercorrere idealmente il loro itinerario per incontrare il Messia di tutte le nazioni.
L’idea della Giornata mondiale della gioventù (Gmg) è una mirabile intuizione di Giovanni Paolo ii. Poco prima della pasqua del 1984, a conclusione dell’anno santo straordinario (1983-84) in memoria della morte e risurrezione di Gesù Cristo avvenuta 1.950 anni prima, il papa invitò i giovani di tutto il mondo a venire a Roma per la domenica delle palme. L’invito fu ripetuto l’anno seguente.
Impressionato dal successo di tali incontri, nel dicembre 1985 il papa annunciò solennemente di voler ripetere l’evento annualmente, prevedendo l’alternarsi di giornate diocesane, celebrate la domenica delle palme a livello di chiesa locale, e Gioate mondiali globali, da celebrarsi in posti sempre diversi del mondo. Numerando le Gmg in modo continuo, senza distinguere tra quelle inteazionali o a livello diocesano, quella di Colonia è la ventesima.
Fin dall’inizio Giovanni Paolo ii è stato il motore degli incontri. La presenza del papa ne è un elemento fondamentale. Per questo Benedetto xvi si è affrettato più volte ad assicurare la sua presenza alla Gmg di Colonia: «Ai giovani, interlocutori privilegiati del papa Giovanni Paolo ii, va il mio affettuoso abbraccio nell’attesa di incontrarli a Colonia… Con voi, cari giovani, futuro e speranza della chiesa e dell’umanità, continuerò a dialogare, ascoltando le vostre attese, nell’intento di aiutarvi a incontrare sempre più in profondità il Cristo vivente, l’eternamente giovane».

L a Giornata mondiale della gioventù è un evento straordinario che contagia tutta la chiesa; è una festa dove gioia e fede si toccano. Oggi più che mai, tutti, giovani e meno giovani, abbiamo bisogno di incontrare «l’eternamente giovane», per testimoniare che la sua buona notizia è fonte di gioia.
Nel messaggio per la 20a Giornata mondiale della gioventù, preparata già l’anno scorso, Giovanni Paolo ii, portando i Magi come esempio, invita tutti a seguire la «stella», cioè a imparare «a scrutare i segni con cui Dio ci chiama e ci guida», a riconoscere il Cristo presente nella povertà e semplicità della vita feriale, a offrirgli «l’oro della propria esistenza, l’incenso della preghiera ardente, la mirra dell’affetto pieno di gratitudine». Soprattutto invita ad adorarlo, «riconoscendogli il primo posto nella propria esistenza».
E continua: «Non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media. L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: Egli è la Roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale. Gesù è il Principe della pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti i membri della famiglia umana».
Nel suo messaggio il papa si rivolge non solo ai cattolici: «L’invito… è anche per voi, cari amici che non siete battezzati o che non vi riconoscete nella chiesa. Non è forse vero che pure voi avete sete di Assoluto e siete in ricerca di “qualcosa” che dia significato alla vostra esistenza? Rivolgetevi a Cristo e non sarete delusi».

La Gmg di Colonia è per tutti un nuovo stimolo a riscoprire la fede cristiana e a testimoniarla di fronte a un mondo sempre più scristianizzato. «Sono tanti – continua il messaggio – i nostri contemporanei che non conoscono ancora l’amore di Dio, o cercano di riempirsi il cuore con surrogati insignificanti. È urgente essere testimoni dell’amore contemplato in Cristo… La chiesa ha bisogno di autentici testimoni per la nuova evangelizzazione: uomini e donne la cui vita sia stata trasformata dall’incontro con Gesù; uomini e donne capaci di comunicare quest’esperienza agli altri. La chiesa ha bisogno di santi. Tutti siamo chiamati alla santità, e solo i santi possono rinnovare l’umanità».

Benedetto Bellesi

Benedetto Bellesi