DOSSIER ZAMBIAPaese dei balocchi
A pochi passi dal centro di Lusaka, sorgono quasi una di fronte all’altra due imponenti costruzioni, circondate da un mare di automobili. Sono Shoprite e Arcades due centri commerciali più esclusivi della capitale. Accolgono nelle loro modee strutture negozi di ogni genere, farmacie, supermercati e persino, nel caso di Arcades, l’unica pista da bowling di tutta la città. Un autentico «paese dei balocchi».
Shoprite, catena sudafricana di supermercati che ha invaso lo Zambia, è una brillante espressione di quella che viene definita «economia formale», ovvero l’economia delle imprese, banche, negozi, liberi professionisti, lontana anni luce dall’economia «informale», fatta di mercati sulla strada e di prezzi improvvisati, cui si affidano la maggior parte degli zambiani.
Jeep, berline, auto sportive affollano i parcheggi. Sono le auto della «Lusaka bene»: politici, uomini dell’alta finanza, funzionari di ambasciate e Ong, medici affermati e banchieri. A Shoprite possono trovare di tutto, dal pacchetto di caramelle alla villa con piscina nel verde della savana, dal set da golf alle vitamine per il cane. Arrivano con i loro fuoristrada, parcheggiano e si affrettano all’interno del centro commerciale.
Fuori dal parcheggio, alcuni fra i venditori di strada li seguono con lo sguardo finché varcano le porte dello Shoprite. È la loro presenza, non i cartelli luminosi, a indicare la vicinanza del centro commerciale. Più ci si avvicina alla struttura più il numero di tali venditori diventa consistente. Arrivano a piedi o a bordo dei tipici furgoncini blu e si appostano in fila lungo la strada di accesso al parcheggio.
Stanno al loro posto, mai si azzarderebbero a entrare in quel paradiso dello shopping. Costretti a vivere con 40 euro al mese e schiacciati da un’inflazione al 20%, si concedono almeno il «lusso quotidiano» di osservare: guardano chi entra e chi esce, al momento opportuno si avvicinano a turisti e uomini d’affari. Propongono giornali, frutta, occhiali da sole, un passaggio in taxi, una coca cola, vestiti e accessori. Se va bene intascano pochi spiccioli e la sicurezza che «anche oggi si mangerà qualcosa»; se va male si preparano a rincorrere il prossimo cliente.
Se non fosse per i prezzi in kwacha, entrando a Shoprite ci si dimenticherebbe di essere in Zambia. Tutto ricorda i grandi centri commerciali europei. I turisti lo frequentano volentieri, perché vi trovano tutti i prodotti a loro familiari.
Tra i numerosi negozi presenti troviamo una delle farmacie più foite e costose di tutto lo Zambia. Qui possiamo trovare qualsiasi tipo di medicinale, non solo per gli uomini ma anche per gli animali: su uno scaffale di legno troviamo vitamine, confezioni di shampoo, balsamo e lozioni per cani e gatti. Accanto scopriamo tutto il necessario per gli atleti: integratori, sali minerali, persino pastiglie di creatina e aminoacidi. Non mancano cosmetici e prodotti di bellezza.
Una confezione di crema solare costa 95 mila kwacha, circa 16 euro, tanto quanto guadagna mediamente un operaio in 6 giorni. Tutto questo in una regione dove è presente un solo ospedale distrettuale statale situato nella vicina città di Kafue che da solo deve rispondere alle esigenze di 240 mila persone.
Percorrendo il corridoio principale del centro commerciale, sorvegliato da guardie armate, scorgiamo un negozio di elettrodomestici, un bar, una giornielleria, alcuni negozi di vestiti, un centro per l’abbonamento alla tv satellitare e una banca. Alcuni dei «miti» che fanno ormai parte della fantasia dei bambini dei paesi ricchi sono sbarcati anche qui: l’uomo ragno e tutti i suoi gadget fanno la loro bella figura nel reparto giocattoli. I bambini più «fortunati» possono persino aspirare a una Ferrari telecomandata. Un «lusso» da 470 mila kwacha, circa 78 euro.
Alla cassa una signora bionda sistema le borse nel carrello ed esce dal supermarket. Sale sulla sua auto e si dirige velocemente verso l’uscita. Passa accanto ai venditori che gli porgono i loro prodotti e si immette nella strada principale, inconsapevole di aver varcato ancora una volta il confine tra due mondi.
Per trovare un po’ d’Africa non resta che andare nel negozio di Cd (a onor del vero, vende più cassette che compact disc): tanta musica tradizionale e tanti artisti locali. Fra tanti nomi per noi semisconosciuti spuntano i Beatles e, a sorpresa, Andrea Bocelli.
Poco distante, il centro scommesse richiama curiosi e affezionati: sul muro, un manifesto invita a partecipare al concorso che sceglierà il volto della campagna pubblicitaria di una nota marca di cellulari. Al negozio di articoli sportivi si possono trovare le magliette dei più famosi club sportivi inglesi, accanto a palloni da rugby e mazze da cricket. Proprio di fronte, l’agenzia immobiliare promette ville da sogno appena fuori città. Piscina, ampi giardini, in un caso persino la dependance per la servitù.
Michele Luppi – Roberta Voltan
Michele Luppi – Roberta Voltan