Vita quotidiana:
attesa di vita: indicatore demografico che illustra in modo sintetico quanti anni di vita ci aspettano. È detto anche «speranza di vita» o, più semplicemente, «vita media». Il Giappone ha l’attesa di vita più lunga, seguito dall’Italia.
badante: termine di recente introduzione con cui si indicano le persone, di norma extracomunitarie, che si prendono cura delle persone anziane.
pensione: prestazione economica previdenziale prevista dalla legge in favore di determinati soggetti, di norma lavoratori che hanno raggiunto una certa età.
ospizio: nome popolare (e non proprio elegante) per indicare le case di riposo per anziani.
dipendenza (non-autosufficienza): la dipendenza è una condizione nella quale si trovano alcune persone che, per ragioni legate alla mancanza o alla perdita di autonomia fisica, psichica o intellettuale, hanno bisogno di un’assistenza e/o di grossi sostegni per compiere quelle azioni legate alla vita quotidiana. Per le persone anziane la dipendenza può essere aggravata o essere causata dalla mancanza di integrazioni sociali, di relazioni affettive e di risorse economiche sufficienti (definizione del Consiglio d’Europa).
Patologie:
osternoporosi: malattia caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e da alterazioni della microarchitettura del tessuto osseo, che portano ad un’accentuata fragilità dello scheletro e a un maggior rischio di fratture ossee. La frattura del femore è la conseguenza forse più funesta dell’osternoporosi ed è una delle cause principali di disabilità negli anziani. Il 12-20% delle persone con una frattura del femore è destinato a morire entro un anno dall’evento e la mortalità cresce progressivamente con l’avanzare dell’età.
arteriosclerosi: processo di alterazione degenerativa delle arterie con progressiva modificazione del vaso sanguigno (perdita di elasticità, indurimento ed ispessimento delle pareti, restringimento del lume), dovuta principalmente alla formazione di placche (ateromi). È considerata un importante fattore di rischio per le ischemie. In genere, si pensa all’arteriosclerosi come ad un processo tipico dell’età avanzata: gli anziani che faeticano, che non hanno più memoria, che non riconoscono i parenti. In realtà, essa inizia già nel periodo infantile.
demenza: compromissione delle capacità di affrontare i problemi quotidiani. La malattia di Alzheimer è la causa più comune di demenza.
malattia di Alzheimer: malattia caratterizzata da un declino progressivo e globale delle funzioni intellettive, associato a un deterioramento della personalità e della vita di relazione. Dopo la diagnosi restano 8-12 anni di vita, caratterizzati da un decadimento progressivo, da problemi clinici intercorrenti e da crescenti bisogni assistenziali.
malattia di Parkinson: malattia cronico-degenerativa del sistema nervoso centrale (Snc), che compare in età matura. I pazienti parkinsoniani presentano una compromissione dell’equilibrio (ad esempio, frequenti cadute o importanti barcollamenti), deambulazione difficoltosa, tremori (spesso soltanto unilaterali; ad esempio, ad una mano).
disturbi del sonno: il ciclo sonno-veglia cambia molto a seconda delle età. Se il neonato dorme dalle 16 alle 20 ore al giorno, l’anziano arriva a 5-6. Nell’età avanzata tendono ad aumentare i risvegli durante la notte così come cresce la frequenza degli addormentamenti durante il giorno. Si calcola che il 20% degli anziani (soprattutto donne) faccia uso di sonniferi, ovvero di farmaci che, in dosi opportune, facilitano l’insorgenza del sonno attraverso un’azione sul Snc.
incontinenza urinaria: si intende la perdita involontaria delle urine. Se si esaminano le persone con più di 75 anni che vivono a domicilio, troviamo che circa il 10% di esse presenta un quadro di incontinenza urinaria saltuaria o persistente. Nelle istituzioni geriatriche e nei reparti ospedalieri può raggiungere e superare il 50%.
artrosi: processo degenerativo a carico della cartilagine articolare (il tessuto che riveste l’interno delle articolazioni), che si assottiglia con il passare degli anni. Tale processo infiammatorio comporta dolore, immobilità e deformazione delle ossa.
Fonte: Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri», Milano
Paolo Moiola e Giuseppina de Cesare